Libri, ecco come far sì che un testo riesca a comunicare
In libreria per Egea "Scrivere per farsi capire" di Erika Leonardi
Che nelle nostre relazioni comunichiamo non solo con le parole ma anche, e soprattutto, con il non-verbale, è già noto. Ma che un ragionamento analogo si possa applicare ad un documento scritto, è una novità. È la tesi che Erika Leonardi propone nel suo ultimo libro: “Scrivere per farsi capire”, ed. Egea. Racconta che le componenti di un testo, con un peso crescente, sono tre:
· il contenuto,
· la forma linguistica (scelta delle parole e struttura delle frasi),
· la grafica.
Quest’ultima è quella che promuove in modo incisivo la capacità comunicativa di un testo. Per grafica si intende l’uso ragionato di elementi quali: il grassetto, i punti elenco, i testi a blocchi con titoli,… In fondo è vero: il destinatario prima di leggere un testo lo guarda: se è giustificato, appare come un mattone! Se invece l’autore si impegna, può adottare diversi accorgimenti che arricchiscono il messaggio: il lettore sarà più invogliato ad usare il suo tempo per leggere e sarà più facile memorizzare i contenuti.
Ci sono molte trappole nei nostri scritti. Ad esempio, l’esito nefasto delle forme impersonale e passiva: lasciano aperto l’interrogativo di chi compie l’azione! Si crea quindi confusione: nasconde o demotiva il soggetto che la dovrà compiere.
Altra sottolineatura: la raccomandazione ad essere semplici e a togliere il superfluo. Potrà sembrare impegnativo, ma ripaga: il testo ne guadagnerà in leggerezza. Un approfondimento, inoltre, è dedicato alle email e alla comunicazione interna operativa.
È vero che comunicare è una nostra capacità innata, ma dotarsi di un metodo promuove il successo dei nostri scritti. Così Erika Leonardi propone semplici suggerimenti, sperimentati nei suoi corsi di formazione. Ci lasciamo con un interrogativo: Erika Leonardi sarà riuscita a farsi capire?
L'AUTORE
Erika Leonardi. Consulente, formatrice e scrittrice su temi manageriali. Ha gestito numerosi progetti in organizzazioni private ed enti pubblici; con il format di consulenza aziendale «Azienda in jazz» utilizza la musica dal vivo per mettere a fuoco l’importanza di lavorare in gruppo, mantenendo la propria individualità. Da anni si dedica ai temi della qualità, ambito in cui ha coordinato più edizioni di un Master Quality Manager presso l’Università IULM di Milano.
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