Culture

Il Mann avvia la Via dell'Archeologia dal Museo al centro storico di Napoli

Eduardo Cagnazzi

Prima tappa di un percorso di collaborazione fra gli enti dei siti museali rivolto alla conoscenza della città. Si parte con la Basilica della Pietrasanta

Un itinerario che tende a collegare il Museo Archeologico Nazionale con i siti archeologici più importanti della città di Napoli. Nasce la Via dell’Archeologia nel centro storico, una iniziativa che si inserisce nella politica di espansione sul territorio cittadino del museo e trova corpo grazie alla collaborazione con l’Associazione Pietrasanta Polo Culturale Onlus.

“La definizione della via dell’archeologia nel centro storico -spiega Paolo Giulierini, direttore del Mann- è la prima tappa di un importante lavoro la cui progettazione è in corso, in collaborazione con gli enti preposti, Comune, Soprintendenza, Regione. L’obiettivo è far nascere un percorso virtuoso che valorizzi le emergenze archeologiche del centro storico, dalle mura greche fino al Mann, dove è presente la sezione Neapolis, che entro il 2020 sarà rinnovata. La mostra del Mann alla Pietrasanta è la prima di una serie di esposizioni che valorizzeranno anche i nostri depositi”.

La prima tappa collega il Mann alla Basilica di Santa Maria Maggiore alla Pietrasanta nella piazzetta omonima dove sono in mostra i reperti della collezione dedicata a Napoli antica, nell’installazione “Sacra Neapolis” presso il Lapis Museum.

“Questa iniziativa -afferma Raffaele Iovine, presidente Pietrasanta Onlus- è la conferma che i grandi attrattori culturali, gestititi in forma sia pubblica e sia privata, possono cooperare tra di loro nel comune obiettivo di far conoscere, in modo moderno ed innovativo, la storia di questa antichissima città. La Via dell’Archeologia deve diventare una opportunità e una ricaduta favorevole per il commercio e l’artigianato di via Costantinopoli e i via dei Tribunali. Inoltre, hanno già manifestato interesse il complesso di San Lorenzo Maggiore, Sant’Aniello a Caponapoli, il Duomo e la Fondazione Banco di Napoli. L’obiettivo è quello di espandersi fino ad includere tutti i siti archeologici della città, mettere in collegamento queste realtà con opere di promozione sul prezzo, facendo biglietto integrato”.

La Basilica di Santa Maria Maggiore, situata al confine con le antiche mura difensive della città, ha una storia antichissima che testimonia le vicende della città stessa. Fatta edificare sui resti del tempio di Diana e di una domus romana nel 533 dal vescovo Pomponio, e dedicata alla Beatissima Vergine, fu una delle quattro basiliche maggiori in epoca tardo antica. A metà del 1600 la Basilica Pomponiana fu abbattuta a causa dei danni causati dai terremoti e completamente ricostruita nel 1656 da Cosimo Fanzago. La fondazione della chiesa è legata ad un’antica leggenda popolare secondo la quale il Diavolo, sotto le spoglie di un maiale, infestava la zona fra Piazza Miraglia e il centro antico, e grugnendo spaventava i passanti durante le ore notturne. Il centro di tale attività demoniaca era ritenuta proprio la Pietrasanta. Per espellere il male dal sito, Pomponio fece costruire la basilica, anche a seguito di un sogno durante il quale la Madonna gli ordinò di erigerle una chiesa nel luogo dove si sarebbe ritrovato un panno celeste. Sotto il panno, la pietra santa: una roccia con su incisa una croce, che sarebbe stata venerata dai fedeli negli anni come fonte d’indulgenza.