Culture

Oscar di Montigny si racconta: “Innovazione sì, a patto che sia sostenibile”

Gamna Valentina

Affari Italiani ha incontrato “l’innovability manager” nella sede di Banca Mediolanum per una chiacchierata su MCU, BYE, sferismo e 7P

Oscar di Montigny: innovazione, sostenibilità e sferismo. La suggestione più incisiva: il senso di responsabilità nei confronti dei propri pensieri e delle proprie azioni.

Come dice Madre Teresa: "Quando incontri qualcuno fai in modo che, quando vi lasciate, egli sia migliore di com’era prima che lo incontrassi". Nella chiacchierata con Oscar di Montigny (Chief Innovation, Sustainability & Value Strategy Officer Banca Mediolanum) siamo partiti dalle persone, dagli incontri, per poi tornare alla fine di nuovo alla persone.

Gli incontri: il buddhismo, Tara Gandhi e Patrizio Paoletti

“Nel 1999 andai in Bhutan e stetti per qualche giorno in un remoto monastero del paese con i monaci. Nel 2014 sono stato qualche interminabile minuto con il Dalai Lama. Ecco due insight che riassumono il mio incontro con la dimensione buddhista. L’aspetto interessante che indago da quella lontana estate del 1999, pur non essendo io buddhista sebbene riconosca la grandezza dei fondamentali di questo pensiero, è il concetto secondo il quale siamo tutti in relazione col tutto e parte integrante di questo tutto. Questo per me ha significato la necessità di avere una maggiore consapevolezza di quanto ogni nostra azione possa essere incisiva sull’insieme. Il Dalai Lama mi disse una frase che amo spesso ripetere: Non esistono uomini nati sotto buone o cattive stelle, ma solo uomini che sanno o non sanno leggere il cielo stellato. Questo dirime ogni preconcetto sull’idea di fortuna. Io trovo molto più interessante il saper educarsi a leggere le stelle”.

Il secondo incontro è quello con Tara, la nipote del Mahatma Gandhi, che disse a di Montigny una frase che si era sentita ripetere più volte dal nonno: La velocità non fa nessuna differenza se si va nella direzione sbagliata.

Il terzo incontro è l’incontro Patrizio Paoletti, la persona che di Montigny considera il suo maestro e dal quale continua a ricevere insegnamenti come: Fai della tua vita un dono e fai di questo dono qualcosa di significativo per l’insieme.

Da Rainbow a Centodieci, passando per MCU

È da Paoletti che di Montigny ha colto l’insegnamento di mettere l’essere umano al centro di qualsiasi processo, ed è con Paoletti che ha portato in Banca Mediolanum il progetto Rainbow, un progetto che coinvolse 700 dipendenti fra dipendenti e Family Banker e che aveva come obiettivo quello di migliorare la qualità di vita personale e professionale delle persone. Da Rainbow fino a MCU (Mediolanum Corporate University) e Centodieci il passo non è breve né semplice, ma coerente.

“Centodieci è nato come emanazione di MCU, la corporate university della banca – ha raccontato di Montigny ad Affaritaliani.it - Non è stato facile all’inizio perché fino a quel momento invitavamo i nostri clienti ad eventi di intrattenimento di vario tipo (sport, spettacolo, cultura…). Io a un certo punto ho deciso di provare a donare educazione. Non era un’equazione lineare passare dal regalare i biglietti per Inter-Milan o per una serata alla Scala a invitare un cliente a una serata con Tara Gandhi, la nipote del Mahatma Gandhi per parlare di pace e non violenza, piuttosto che con Patch Adams per parlare di amore o con Yoani Sanchez o Lech Walesa per parlare di libertà. Oggi siamo arrivati a oltre 1000 eventi in dieci anni, di cui 300 solo nell’ultimo anno”. Rainbow, Centodieci, MCU: tutti progetti dalla genesi complessa perché “innovare in azienda è complicato e innovare sul fronte dei valori lo è ancora di più. I Doris hanno confermato per l’ennesima volta la loro lungimiranza anche con queste scelte, per di più alla luce degli enormi investimenti fatti".

Innovability, la keyword del futuro

Per innovare, secondo di Montigny e secondo il vocabolario della lingua italiana, non basta inventare qualcosa di nuovo, bisogna alterare l’ordine prestabilito delle cose per fare cose nuove. “L’innovazione fine a sé stessa non mi interessa – ha detto di Montigny -. Per me non c’è innovazione senza sostenibilità. Che cosa deve essere sostenibile? Devono essere sostenibili i pensieri, le idee, le azioni che nascono da quei pensieri e da quelle idee. Solo a quel punto saranno sostenibili anche gli effetti e i progetti che ne seguiranno.”

Sostenibilità è un’altra parola che va molto di moda oggi. Non c’è sostenibilità, però, senza innovazione. I due concetti vanno di pari passo e si fondono in quella che secondo di Montigny è la keyword del futuro: l’innovability.

Innovability è l’affermare un’idea di innovazione che è tale solo a patto che questa innovazione sia sostenibile. E la sostenibilità deve essere vissuta in chiave innovativa”, ha detto di Montigny. In Italia ci sono due innovability manager: Ernesto Ciorra di Enel e Oscar di Montigny. “Io mi sono ispirato alla scelta di Enel, ma affondo in altre radici le mie conoscenze e competenze, quelle della fisica quantistica, della neuroscienza, della psicologia, ma anche della filosofia e dell’arte, oltre che dell’economia: se è vero che tutti siamo interconnessi e le nostre azioni hanno un’influenza sugli altri e sul tutto, allora le mie azioni non possono che essere consapevolmente orientate al bene.”

L’arte allora è assumersi la responsabilità di ogni azione e pensiero, saper leggere le stelle, connettere le informazioni di cui il nostro tempo abbonda e saperle interpretare. In un Paese come l’Italia che, con il 28% di analfabeti funzionali, secondo l’indagine Ocse-Piaac, si colloca al penultimo posto in Europa, insieme alla Spagna, e al quartultimo nel mondo, rispetto ai 33 paesi analizzati, diventa fondamentale imparare a gestire la complessità per farsi le domande giuste e trovare le giuste risposte.

BYE

Arriviamo quindi a BYE.BeYourEssence, movimento culturale e società benefit di cui Oscar di Montigny è Presidente e fondatore, una rete di professionisti che opera in tutti gli ambiti della società e dell’economia, dalla consulenza all’educazione, all’arte e cultura, “un gruppo di pazzi  - ha detto di Montigny - che condividono in questo momento la percezione di uno stato d’urgenza del far accadere cose e dell’adoperarsi perché alcune smettano di continuare ad accadere. Questo è un bel momento storico, nel quale si ha la possibilità di essere impattanti. È importante però dare un orientamento alle nostre azioni. Noi di BYE non suggeriamo l’orientamento, indichiamo la possibilità che ciascuno trovi da sé la propria strada”.

Le soluzioni e i servizi proposti da BYE affermano la centralità assoluta dell’Essere Umano. “Troppo spesso ci dimentichiamo che le aziende sono fatte di persone – ha detto di Montigny - le religioni sono fatte di persone, i governi sono fatti di persone. L’elemento che ci differenzia da tutti gli altri esseri viventi è la nostra coscienza e infatti il vero lavoro è su sé stessi e, come dice Paoletti, la vera rivoluzione è la rivoluzione delle coscienze. Io non voglio essere preso come modello, io non sono un modello. Sto provando a lavorare su me stesso, ad avere cura dei miei pensieri e delle mie azioni, questo sì”.

Le 7P a partire dalla P di Person

“In BYE stiamo lavorando all’indicizzando di un modello che si chiama 7PIndex seguendo quelli che sono i 17 obiettivi dati dalle Nazioni Unite che sintetizzano tutto il discorso in 5P: People, Partnership, Prosperity, Planet, Peace. Noi aggiungiamo altre due P, la p di Person e la p di Profit. L’ordine sarà: Person, People, Partenrship, Profit, Prosperity, Planet, Peace”.

Così Oscar di Montigny ha spiegato ad Affaritaliani.it il progetto che più lo anima in questo momento: “People è l’umanità; Partnership per noi è qualunque tipo di relazione, non solo commerciale; Prosperity: non è la ricchezza ma è quella condizione di benessere complessivo che contiene anche la ricchezza (dove c’è la prosperità non c’è guerra perché c’è un evidente vantaggio per tutti); Planet: il rispetto e la salvezza del pianeta; Peace intesa non come l’assenza di guerra, ma, secondo gli insegnamenti di Paoletti, come una condizione interiore. Le due P che aggiungiamo sono Person e Profit. Continuiamo a ribadire che un sistema equo sia un sistema che non prevede il profitto, ma è sbagliato, perché tutto il nostro sistema economico si regge su questo. Io sono un capitalista. Il capitalismo è una forza eccezionale perché produce un margine. Il problema poi è che quel margine non viene ridistribuito nella collettività a vantaggio dell’insieme di cui continuiamo a non capire di essere parte integrante. Infine, Person: il concetto principale. L’umanità è fatta di persone, di individui. Ciascun essere umano può lavorare interiormente su sé stesso, stante il fatto che le sue azioni si manifesteranno al mondo attraverso la sua vita incidendo in maniera sostenibile o meno, innovativa o meno”.

Il concetto di sferismo, che ha dominato tutta la chiacchierata con Oscar di Montigny è, in sintesi, l’incoraggiamento all’individuo affinché si assuma maggiori responsabilità nella propria sfera quotidiana di influenza. Questa responsabilità genererà gratitudine che, a sua volta, permetterà di creare solidità nei rapporti, personali e commerciali. La stessa solidità che rende una sfera capace di subire una pressione senza rompersi bensì spostandosi.