Culture
Per fare impresa, presentazione
1. Colpisce il lettore la vivacità della narrazione, unita a una sincerità e fermezza del proprio pensiero, non sempre presenti nelle autobiografie pur diffuse in letteratura.
Ho deciso di non astenermi da siffatto apprezzamento introduttivo perché questa "storia/non-storia" del Gruppo Toscano rappresenta un eccellente esempio di come le convinzioni dell'imprenditore emergano con semplicità disarmante e — come si suol dire — con vero onore al merito.
2. Il metodo adottato è simile a quello dei text & cases.
Ciclo di vita dell'impresa; forti convinzioni su come superare le difficoltà della costruzione di un'organizzazione innovativa e su come darsi un'idea di business vincente; focalizzazione delle leve essenziali del successo: sono questi gli argomenti del text.
La Toscano memorizzata nelle varie fasi di siffatta evoluzione e, letta e riletta attraverso episodi altamente significativi, unici nel loro genere: tutto ciò troviamo esposto nei diversi cases, che formano un quadretto vivente di ciò che era ed è "il sistema Toscano".
Lo svolgimento dell'opera segue un itinerario che — almeno a mio avviso — ha tre fondamentali direzioni:
• quella della concezione dell'impresa che è propria dell'autore;
• quella dei fattori di competitività che presiedono alla sopravvivenza e allo sviluppo dell'impresa;
• quella dell'uomo vincente e dei sistemi di personalità che presiedono al successo dell'impresa (in particolare della Toscano).
3. L'impresa che ha in mente Ilario Toscano è un'impresa che va —passo passo — verso la "crescita" progettata da chi le ha dato vita.
Le piccole imprese gli piacciono fino a un certo punto. L'imprenditore neonato deve avere ambizioni, "sentirsi una persona di successo", pensare "in grande". È stata questa la molla che ha fatto scattare, fin dall'inizio, il dottor Ilario Toscano. La sua impresa doveva essere l'immagine della persona del suo fondatore e nello stesso tempo —attraverso un lavoro fatto bene — "rendere un servizio" al sistema della società. Di qui, l'idea di business vincente, in quanto non egoistico, cioè fatto per guadagnare e per far star bene molti, dentro e fuori l'azienda. Non filantropismo, ma servizi tendenti alla perfezione, da offrire al pubblico.
La produzione-Toscano non si è mai aggomitolata sul passato, sul già visto e sul già praticato. La sua anima è sempre stata quella di "cambiare le cose". Pertanto, non bastava al fondatore ripetere il mestiere medioevale del sensale immobiliare; occorreva invece modificare le linee della tradizionale produzione, integrando l'offerta del servizio d'intermediazione con l'offerta di servizi collaterali (finanziamenti, ristrutturazioni di qualità, consulenza personalizzata) e con prestazioni di lavoro di collaboratori adeguatamente formati e motivati.
Stupiscono due elementi dello stile di leadership di Ilario Toscano: l'occhio vigile sui comportamenti delle risorse umane, con la cura della loro crescita professionale; e la sua devozione ai dettagli del lavoro da svolgere, alla cura del modo di proporre e somministrare il servizio, senza mai disattendere le attese del pubblico.
Devozione ai dettagli... anche nel fare le piccole cose: si leggano le pagine su come deve tenersi una riunione di lavoro, su come si deve fare a svolgere l'ordine del giorno di un'assemblea o di un comitato o di un team di consulenti e agenti.
4. Ambire ad alti traguardi... ma anche guardarsi bene attorno! I fattori di competitività attivati dalla Toscano emergono con esemplare chiarezza nel corso della narrazione.
Cercare il successo competitivo implica, innanzitutto, lo studio dell'evolvere del settore in cui l'impresa opera: l'accumulo di dati, le esperienze altrui (non per copiare, ma per apprendere giorno dopo giorno), le informazioni sui casi di new entry ed exit dal mercato rap presentano non solo il basic per competere, ma anche un'operazione essenziale per tradurre il tutto accumulato nella produzione di grandi e piccole "differenze", che devono consentire alla Toscano di distinguersi tra i concorrenti e ottenere un vantaggio competitivo (si potrebbe affermare che la filosofia sottostante dell'imprenditore sia quella del darwinismo sociale).
Non stupisce, quindi, che la competitività dell'impresa Toscano si fondi su tre leve fondamentali: il marketing, la comunicazione interna ed esterna al Gruppo, l'organizzazione efficiente e flessibile (più precisamente un mix di agenzie dirette di vendita e punti in franchising)... quasi un proiettarsi dell'impresa fuori di se stessa, verso il consumatore.
Emerge, inoltre, una forte consapevolezza dell'importanza del nesso chandleriano tra strategia aziendale e adeguatezza delle strutture organizzative. Per fare le cose per bene occorre, in definitiva, avere chiari ed espliciti obiettivi, improvvisare poco, pensare molto e agire con senso del lungo termine, cioè con spirito di strategia.
5. Nolente o volente, Ilario Toscano confessa quelli che sono i lineamenti centrali del suo sistema di personalità imprenditoriale:
• l'imprenditore, in ogni fase del ciclo di vita aziendale, è un protagonista che non si nasconde, sta "in prima linea", ha coraggio e dà fiducia;
• in siffatta posizione di combattimento, nella lotta per la sopravvivenza e per il vantaggio competitivo, l'imprenditore non accentra, però, tutte le decisioni; anzi, delega funzioni operative, condivide con altri l'implementazione della strategia aziendale e, a tal scopo, crea convinzione e dà motivazione a partecipare e produrre; in altre parole — egli scrive testualmente — l'imprenditore "non deve mai sentirsi solo";
• ma questo non è solo un sentimento; tutto ciò fa parte di un ideale strategico che si orienta al raggiungimento di obiettivi di piano e di budget, che necessita dell'impegno dell'intera comunità aziendale e, necessariamente, prevede momenti di verifica dei risultati via via emergenti. Poiché nulla deve essere lasciato al caso, il risultato economico in via di formazione e la strategia in azione devono essere collaborativamente controllati.
6. Invero, in tanta modernità di espressione, qua e là, involontariamente, un po' di antico paternalismo emerge; ma è quello di uomo preciso, che ama la cura dei dettagli (per sé e per gli altri), che esige moltissimo da sé e dai collaboratori, che rispetta e fa rispettare le regole.
Un liberale ante litteram!