Culture
Premio Strega 2018 a Helena Janeczek de "La ragazza con la Leica" per Guanda
Helena Janeczek, autrice de ‘’La ragazza con la Leica’’ (Ed. Guanda), è la vincitrice dello Strega 2018. E la prima donna dopo 15 anni. Spodestata Mondadori

E' Helena Janeczek, autrice de ‘’La ragazza con la Leica’’ (Ed. Guanda), la vincitrice del Premio Strega 2018, il premio letterario italiano più ambito e discusso. Dopo una serie di vittorie delle case editrici principali, accompagnate da numerose polemiche, questo è il primo successo per Guanda e per il Gruppo editoriale Mauri Spagnol. Non solo. Helena Janeczek è anche la prima donna a vincere dopo molti anni: l’ultima scrittrice premiata era stata Melania Mazzucco, nel lontano 2003.
Questa la classifica finale:
- Lia Levi, "Questa sera è già domani" (Edizioni E/O): 55 voti
- Carlo D'Amicis, "Il gioco" (Mondadori): 57 voti
- Sandra Petrignani, "La corsara. Ritratto di Natalia Ginzburg" (Neri Pozza): 101 voti
- Marco Balzano, "Resto qui" (Einaudi): 144 voti
- Helena Janeczek, "La ragazza con la Leica" (Guanda): 196 voti
Nata a Monaco Di Baviera nel 1964 in una famiglia ebreo-polacca, Helena Janeczek vive da oltre trent’anni in Italia. Il suo romanzo, una straordinaria commistione tra storia, biografia, romanzo sentimentale, racconta della fotografa di guerra Gerda Taro (vero nome Gerta Pohorylle), nata a Stoccarda da una famiglia di ebrei polacchi, morta quando non aveva ancora 27 anni, in Spagna, durante la guerra civile e compagna del fotoreporter Robert Capa.
LEGGI L'INTERVISTA DI AFFARITALIANI.IT A HELENA JANECZEK/ Il romanzo è come la fotografia: realtà filtrata dallo sguardo |
Al funerale di Gerda, a Parigi, una folla di oltre 100 mila persone seguì il feretro. Pablo Neruda lesse un elogio funebre in sua memoria e Alberto Giacometti realizzò il monumento per la tomba che si trova al cimitero parigino di Père Lachaise.
Scriveva il filosofo Jean Paul Sartre nel suo ‘’L’Essere e Nulla’’: ‘’ E’ questo me che io sono, lo sono in un mondo del quale altri mi ha espropriato. Sono la vergogna o la fierezza che mi rivelano lo sguardo altrui e me stesso al limite dello sguardo; che mi fanno vivere, non conoscere, la situazione di guardato’’. Molto di quello sguardo è tra le pieghe delle tante fotografie raccolte e inserite sia all’interno del romanzo di Helena Janeczek, sia sul suo sito in cui ricostruisce il mondo di Gerda Taro: http://www.helenajaneczek.com/