Culture
Rolling Stone,il paroliere Mogol contro l'attacco a Salvini:"Il solito gregge"
"Un governo va giudicato per quello che fa, senza pregiudizi, e finora sul tema immigrazione Conte si sta muovendo bene", dice
Altro che manifesti contro Matteo Salvini. Giulio Rapetti in arte Mogol, paroliere di Lucio Battisti e autore di brani che restano scolpiti nella storia della canzone d’autore italiana prende a picconate la patetica iniziativa della rivista liberal “Rolling Stone” e si sfila dal carrozzone degli indignati anto-Salvini. Sarcasticamente mette alla berlina l’iniziativa «In Italia non è in pericolo la democrazia, non è minacciata la libertà, non è in discussione la Costituzione. È il solito effetto gregge…».
A seguito dell’iniziativa della rivista Rolling Stone – che vanta un discreto numero di defezioni dopo quella di Enrico Mentana, «stare fuori dal coro dei conformisti è quasi un dovere» per Mogol. «Pensate a me e a Battisti davano dei fascisti perché non giocavamo alla rivoluzione, non so se mi spiego. Oggi, io non vedo motivi di allarme per il futuro del nostro Paese», dichiara a Libero on line. Registriamo che hanno preso le distanze più o meno dichiaratamente dall’appello Gipi, Zerocalcare, Valentina Petrini, Loredana Lipperini. In rete si parla di “operazione falsaria” da parte di Rolling Stone.
Quanto alle iniziative del governo gialloverde Mogol è realista, sta con i piedi per terra, e senza essere retorico nè tifoso apprezza: «Un governo va giudicato per quello che fa, senza pregiudizi, e finora sul tema immigrazione quello di Giuseppe Conte, secondo Mogol, si sta muovendo bene. Il vero allarme, semmai, viene dall’Africa». Questa la posizione espressa dal grande paroliere, come già più volte dichiarto in sedi autorevoli: «L’Italia deve pretendere, partecipando per la sua quota, che ci sia un gigantesco piano di investimenti in Africa. Nell’agricoltura in particolare. Senza un Piano Marshall per l’Africa non ne usciamo, continueremo a ricevere gente in fuga dalla disperazione che poi bighellona per le nostre strade».