Culture
Santo Domingo. Un museo unico di galeoni naufragati e tesori ritrovati.
Una storia di pirati, galeoni e commerci, dalla Santa Maria di Cristoforo Colombo
Uno dei pochissimi musei al mondo dove si possono vedere i resti veri (e non quelli cinematografici di ‘Pirati dei Caraibi),di galeoni e navi spagnole naufragate coi loro tesori nei mari tropicali, è a Santo Domingo, capitale della Repubblica Dominicana.
Il Museo de las Reales Atarazanas ( MAR),(i cantieri navali reali), è stato inaugurato a metà dicembre dal Presidente della Repubblica Danilo Medina ed è frutto di un lavoro, voluto dal Governo, durato oltre 40 anni attraverso il Programma di Archeologia SubMarina.
Una raccolta certosina di oltre 100.000 oggetti che fanno riferimento a naufragi in quel mare pericoloso che, negli anni, diventò un vero e proprio cimitero nella storia della navigazione e delle esplorazioni.
Santo Domingo. Un museo unico di galeoni naufragati e tesori scomparsi
Il Museo racconta, attraverso i suoi reperti, la storia di oltre cento naufragi, iniziati con il più famoso in assoluto avvenuto nella notte del 25 dicembre del 1492 con la caravella ’Santa Maria’ comandata da Cristobal Colon, il nostro Cristoforo Colombo.
Tanti incidenti al largo dell’Isola ‘La Espanola’, come era conosciuta allora Santo Domingo, isola scelta dai Re Cattolici nel 1503 come luogo di scambi e poi, sotto Carlo V, di cantieri navali.
Incidenti dovuti al mare pericoloso e alla instabilità dei galeoni carichi dei tanti cannoni montati a difesa di pirati o flotte nemiche e di tonnellate di mercanzia.
La selezione dei pezzi per il Museo è stata fatta da due esperti dominicani, Isabel Brito e Francis Soto, e dall’archeologo subacqueo spagnolo Carlos Léon, che hanno selezionato oltre un migliaio di oggetti a partire dal XIV secolo. Pezzi di artiglieria, gioielli,monete e ceramiche.
Fra questi quelli della flotta di Nicolas Ovando, composta da oltre 30 navi e 2500 persone mandato a sostituire il Governatore Francisco de Bobadilla che aveva rilevato il comando a Cristoforo Colombo.
Santo Domingo. Un tesoro unico di galeoni naufragati e tesori scomparsi
Bobadilla, ritenne inutile ascoltare i consigli del più esperto Colombo sulla scadenza degli uragani nella regione e volle tornare rapidamente in Spagna.
Purtroppo delle sue 12 navi ne rimasero solo tre. Le altre naufragarono insieme all’avventato comandante. Di questo naufragio vi sono molte interessanti tracce nel Museo dominicano.
Altri reperti di storie affascinanti sono quelli del galeone ’Nuestra Senora de la Pura e Limpia Concepciòn’ che partì da Vera Cruz con un tesoro di 600 tonnellate di prodotti cinesi più oro in lingotti, in barre, monete, pietre preziose e ceramiche risalenti alla dinastia Ming.
E anche in questo caso un uragano e i banchi corallini dominani non lasciarono scampo alla barca che perdette, oltre al carico, metà dei suoi passeggeri, provocando una delle maggiori perdite economiche nell’epoca per la Corona.
Solo nel 1686 un marinaio esploratore William Phips riuscì a recuperare quasi un centinaio di tonnellate in oro, monete e lingotti.
E come in tutte le tradizionali pellicole di mistero il tesoro rimase nascosto fino al 1968 quando Jacques Yves Cousteau recuperò quattro cannoni e due ancore.
10 anni dopo la Compagnia Internazionale Seaquest ritrovò monete, oro, spade, cucchiai e bauli con quasi 1500 monete.
Ma soltanto nel 1981 con il permesso del Governo Dominicano la compagnia Caribe Salvage riportò alla terraferma gran parte del carico disperso, ora in mostra a Santo Domingo, comprese gran parte delle porcellane cinesi.
Il Museo è interattivo con grandi schermi digitali. E’ stato finanziato con un prestito dalla Banca Interamericana di Sviluppo e coordinato nella realizzazione da Maribel Villalona.
Documenta, secondo gli organizzatori, un pezzo di storia importante e servirà ad aumentare l’offerta turistica culturale dell’intero paese e della regione caraibica.