Culture
The National: belli ma stavolta con poca anima

di Lorenzo Lamperti
@LorenzoLamperti
Grande partecipazione a Milano per il concerto dei The National. Il pubblico del City Sound Festival ha infiammato l’Ippodromo del Galoppo. La band Usa, amata anche dal presidente Barack Obama che ha utilizzato la loro “Fake Empire” in campagna elettorale, non delude le attese. Due ore di musica con quasi tutte le canzoni del (magnifico) nuovo album e i loro più grandi successi. Il cantante Matt Berninger beve vino, prima bianco e poi rosso, per tutto il concerto. Poi, sulle note della travolgente “ Mr. November”, scende tra la folla. Ma non è stata la loro miglior performance…
IL GIUDIZIO - Non tutti i concerti vengono col buco. Quel buco nello stomaco che rimane anche a distanza di anni quando li ricordi e ne parli con chi era con lì con te a condividere un momento speciale che porterai dentro per tutta la vita. Sarà che l’esibizione di Roma viene raccontata come fenomenale e a 24 ore di distanza qualcosa si paga. Sarà che magari c’era bisogno di un’atmosfera più raccolta. Sarà che Ferrara 2011 è un termine di paragone troppo “alto”. Sarà tutto questo ma al concerto dei The National a Milano è mancato qualcosa. È difficile dire che cosa. La band guidata dal cantante Matt Berninger è fenomenale e ha messo in campo un repertorio che con l’ultimo album, il magnifico “Trouble Will Find Me”, sta rapidamente diventando colossale. L’esibizione è impeccabile, il pubblico del City Sound Festival è numeroso ed entusiasta. Spesso capita di assistere a concerti dove i musicisti fanno di tutto per accattivarsi il pubblico e provare a trascinarlo. Stavolta non ce n’è stato bisogno: l’Ippodromo del Galoppo era più che ben disposto verso i The National. E lo è rimasto anche dopo il concerto, intendiamoci. Eppure mancava qualcosa. Laddove a Ferrara l’energia esplodeva fragorosa qui arrivava sull’orlo del bicchiere senza mai rovesciarsi. Laddove a Ferrara dopo il delirio di “Terrible Love” arrivava quasi spontanea l’acustica di “Vanderlyle Baby Cry” creando minuti di pura magia qui lo stacco è ben presente, palpabile. Tutto più nella norma. Ma anche tutto tremendamente bello. Sì, perché i The National sono uno dei migliori gruppi in circolazione. E lo hanno dimostrato anche a Milano.
IL CONCERTO – Quasi sempre ai concerti si spera che il gruppo o il cantante preferiti suonino le “vecchie” canzoni. Con i The National non succede. Il loro ultimo album, “Trouble Will Find Me”, è bellissimo. Così non dispiace che alla fine lo suonino quasi tutto. A partire da “I Should Live in Salt” e “Don’t Swallow The Cap”, che aprono la scaletta. Splendida “Sea of Love”, primo singolo del nuovo disco e destinata probabilmente a entrare nel novero dei loro capolavori. Prima si era tornati al passato con”Bloodbuzz Ohio”, “Afraid of Everyone” e “Secret Meeting”. Il tutto mentre Berninger si scola amabilmente litrate di vino, prima bianco e poi rosso. Le perle da “Alligator”, “Boxer” e “High Violet” sono incastonate tra le ultime composizioni e com’è ovvio c’è qualche dimenticanza. Manca “Slow Show”, così come l’amata “Sorrow”. Non manca l’obamiana “Fake Empire” che come sempre chiude la scaletta prima del bis. Un bis che trascina il pubblico nell’immancabile tris finale. L’energia di “Mr. November”, la poesia di “Terrible Love” e la magia di “Vanderlyle Baby Cry”. Non manca nemmeno lo stage diving di Berninger che fa il suo consueto giretto tra la folla. Poi è ora di tornare sul palco, cantare insieme al pubblico l’ultima canzone. Sì, Ferrara 2011 resta inimitabile. Milano 2013 sarà ricordato come un buon concerto, indimenticabile no. Ogni tanto non basta un compito svolto alla perfezione per farlo diventare grande.