Culture
Francesco Carofiglio: "Presto nuovi progetti insieme a mio fratello Gianrico..."
LA TRAMA DI "WOK" Wok ha quindici anni e non ha avuto una vita facile. Alice, sua madre, è la sua famiglia. Quando muore, Wok si ritrova solo. Prima che i servizi sociali vengano a prenderlo decide di fuggire. Il viaggio è un lungo, struggente e imprevedibile funerale “on the road” sulle strade delle antiche terre indiane. Le ceneri di Alice in un termos nel cruscotto, la vecchia Dodge di famiglia, l’America davanti. Wok vuole rapire il nonno, un vecchio Navajo chiuso in un ospizio, e riportarlo nella sua riserva. Sono anni che l’uomo non dice più una parola, stretto in un silenzio incomprensibile, dietro il quale si nasconde un mistero...
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di Antonio Prudenzano
su Twitter: @PrudenzanoAnton

Francesco Carofiglio è tornato in libreria (per Open, la nuova collana di narrativa di Piemme), con "Wok", una storia di formazione ambientata oltreoceano, allo stesso tempo una sorta di "romanzo on the road". Il fratello di Gianrico non è certo al suo esordio letterario: ha già pubblicato "With or without you" (Bur, 2005), "L’estate del cane nero" (2008), "Ritorno nella valle degli Angeli" (2009) e "Radiopirata" (2011), questi ultimi tre pubblicati da Marsilio. Con Affaritaliani.it ha parlato del suo ultimo libro e dei suoi prossimi progetti...
"Wok" è ambientato in luoghi dell'America suggestivi come il Texas e l'Arizona. Conosce bene gli Stati Uniti? Come mai ha scelto quest'ambientazione per la sua storia?
"Certo, sono stato negli Stati Uniti, ma direi che la scelta di ambientare Wok tra Texas, New Mexico e Arizona risale a motivazioni differenti. Vorrei dire più astratte. Mi interessava raccontare una vicenda, in fondo quasi visionaria, che mettesse in comunicazione l'anima tormentata del giovane protagonista con un spazio desolato, desertico, metaforicamente lontano dal mondo. Il viaggio di Wok è anche e soprattutto un viaggio interiore alla ricerca di una risposta che non ha mai avuto. Quelle terre, la solitudine imposta dal percorso, mi sono sembrate lo spazio necessario, inevitabile, per questa ricerca".
Fatte le dovute differenze, cosa c'è dell'adolescenza di Francesco Carofiglio nella fuga del 15enne "Wok"?
"Apparentemente nulla. Ma in realtà nella scrittura, nell'invenzione di una storia, confluiscono suggestioni lontane, imprevedibili. Come un fiume carsico che improvvisamente affiora. Il mistero dell'adolescenza e delle risposte mai avute è un tema che, credo, riguardi un po' tutti noi".
A ispirarle questo romanzo breve c'è anche un certo immaginario cinematografico? Quali film hanno ispirato l'atmosfera del suo nuovo libro?
"Il cinema, cosi come l'arte, la fotografia, e ovviamente la lettura fanno parte della mia formazione. Ho molto amato alcuni film di Clint Eastwood, Mistic River, Million dollar baby, Gran Torino. Mi piacciono quasi tutti i film dei fratelli Coen, ricordo molto bene quando ho visto da ragazzo Paris Texas di Wenders, più di recente sono rimasto molto colpito da History of Violence di Cronenberg. Come si vede, autori e film tra loro diversissimi, ma con qualcosa che forse li unisce. Qualcosa che ha a che fare con le contraddizioni di un mondo in bilico tra modernità e un sentimento arcaico, primario, ingovernabile. Non so se c'è un film che ha ispirato Wok, posso dire che sicuramente avrei scritto una storia diversa se non avessi amato quel cinema".
Scrivere non è la sua unica passione: oltre che architetto, lei è anche regista, attore e autore teatrale, sceneggiature per il cinema e la tv, illustratore... E proprio a proposito della sua attività di illustratore, nel 2007 Rizzoli ha pubblicato il graphic novel "Cacciatori nelle tenebre", a cui ha lavorato a quattro mani con suo fratello. A quando un nuovo progetto insieme?
"Abbiamo molte idee e alcuni progetti in cantiere. Quindi direi presto, molto presto..."

L'esperienza politica di suo fratello Gianrico si è conclusa dopo una legislatura da senatore. A lei è mai venuto in mente di "salire" in politica?
"Mi è stato chiesto. Ma credo che il mestiere della politica richieda una dedizione quasi totale. Necessaria, indispensabile. In misura maggiore in un passaggio cosi delicato nella vita del nostro Paese. Non invento nulla se dico però che si può fare buona politica anche attraverso l'impegno quotidiano di cittadino e attraverso il lavoro. Detto questo, se qualcuno (con cui evidentemente condivido valori e orientamenti politici) mi chiedesse di mettere a frutto l'esperienza maturata negli anni per lavorare a un progetto specifico in campo culturale, sarei pronto a dare una mano".