Economia
6° Design Summit Pambianco: L’industria del Design e la sfida della ripresa
Summit Pambianco – Interni, un tavolo di confronto tra gli imprenditori e i manager sugli effetti del lockdown
David Pambianco, Pambianco Strategie d’Impresa: "Il convegno di oggi è l’evento della ripartenza, un importante momento di confronto e riflessione che si è posto l’obiettivo di ascoltare la voce delle aziende"
Si è tenuto oggi il 6° Design Summit Pambianco – Interni a Palazzo Mezzanotte dal titolo “L’industria del Design e la sfida della ripresa – L’impatto della crisi sui mercati e le risposte delle aziende".
Il summit si pone come obiettivo l’apertura di un tavolo di confronto tra gli imprenditori e i manager sugli effetti che la crisi mondiale, provocata dai lockdown, ha avuto sui vari mercati e per condividere come le aziende si stanno organizzando per gestire con efficacia la ripresa.
Il Summit, per affrontare un tema di così stringente attualità può avvalersi della presenza dei primi cinque gruppi multimarca italiani del design; fra gli altri si sono infatti alternati sul palco nel corso della mattinata di lavori Giulia Molteni, Head of Marketing and Communication di Molteni Group, Giorgio Gobbi, Managing Director di IDB, Stefano Rosa Uliana, CEO del Gruppo Calligaris, Gabriele Del Torchio, Presidente ed CEO di Design Holding e Dario Rinero, CEO di Lifestyle Design.
A introdurre la giornata David Pambianco, CEO Pambianco, che ha in seguito svolto il ruolo di moderatore del Summit.
6° Design Summit Pambianco: intervista di Affaritaliani.it a David Pambianco, CEO di Pambianco Strategie d’Impresa
David Pambianco, CEO di Pambianco Strategie d’Impresa, ha spiegato ai microfoni di Affaritaliani.it: “Il convegno di oggi è l’evento della ripartenza, un importante momento di confronto e riflessione che si è posto l’obiettivo di ascoltare la voce delle aziende e fare il punto sulla situazione attuale del mercato, sulle azioni che il settore ha intrapreso negli ultimi mesi di lockdown e sulla visione delle aziende sul nuovo mercato post-Covid. Interessante è constatare che il settore del design abbia tenuto molto bene e che il mood complessivo delle aziende sia positivo. Guardano al futuro con ottimismo”.
“Il Covid ha dato impulso all’accelerazione della digitalizzazione delle aziende: non tanto nei confronti dei consumatori, quanto più verso i progetti interni. La pandemia ha contribuito a scrostare le aziende da modalità di lavoro obsolete ma che per inerzia nessuno aveva mai provato a rimuovere, dando nuovi stimoli e portando a processi i cui benefici si vedranno nei prossimi anni”.
A seguire, Alessio Candi, Consulting e M&A Director Pambianco, ha presentato la ricerca “L’industria del design e la sfida della ripresa”.
Dalla ricerca è emerso che già nel 2019 il settore ha registrato una battuta d’arresto rispetto all’anno precedente attestandosi su un giro d’affari complessivo di circa 539 miliardi di US $, in calo dell’1,4% rispetto al 2018. Questo dato è in controtendenza con l’andamento degli ultimi 10 anni in cui si era registrata una crescita del 38,3%. Il primo mercato si conferma essere l’Asia Pacific con un valore di 227 miliardi di US $ pari al 42% del mercato mondiale, in leggera contrazione rispetto all’anno precedente (-4%). Per le prime 50 aziende italiane del design il 2019 è stato un anno di consolidamento, con una crescita dei fatturati pari all’1,2% ed un Ebitda medio del 10%. Sebbene sia difficile e prematuro fare previsioni per il 2020, la ripresa post lockdown ha dato segnali positivi, trainata dal segmento residenziale e, a livello geografico, da Europa e Cina. Sul fronte delle tendenze, l’emergenza sanitaria del Covid-19 è stata l’occasione per riscoprire le proprie case e in molti casi per abbellirle e renderle più funzionali, anche in relazione alle nuove esigenze legate a smart working e godimento di spazi all’aperto. Non solo, le aziende hanno dovuto accelerare su digitale, M&A e concentrazione del settore, nonché sulla sostenibilità.
6° Design Summit Pambianco: intervista di Affaritaliani.it a Andrea Bonomi, Presidente e Fondatore di Investindustrial
Andrea C. Bonomi, Presidente e Fondatore di Investindustrial, partendo dall’investimento finanziario in Knoll, ha spiegato gli obiettivi e l’interesse del mondo finanziario per il settore design ed ha condiviso il proprio punto di vista sulle opportunità e sulle difficoltà che si presentano oggi al private equity nell’operare in quest’ambito.
Andrea Bonomi, Presidente e Fondatore di Investindustrial, ha sottolineato ad Affaritaliani.it: "La ripresa prosegue bene e credo che in futuro guarderemo al passato ricordando un brutto momento che però abbiamo superato. I primi soccorritori e le aziende hanno affrontato la pandemia in maniera brillante, molto meglio di altri Paesi, soprattutto dal punto di vista aziendale. Sicuramente, se l’Italia dovesse vivere una ricaduta si ritroverebbe ad affrontare delle grandi difficoltà".
Bonomi ha poi aggiunto: "Gli italiani hanno voglia di riscattarsi, perché, come dicono gli inglesi, non bisogna perdere le occasioni offerte dai momenti di crisi. Ci sono molti imprenditori italiani che intendono espandersi a livello mondiale e questa è una buona occasione per farlo. Su questo il private equity può giocare un ruolo strategico".
A seguire Stefano Boeri, Architetto e Urbanista di Stefano Boeri Architetti e Alexei Dal Pastro, Amministratore Delegato Italia di Covivio si sono confrontati sulla sfida dell’architettura nella Milano del futuro e sulle opportunità che questa pone alle aziende italiane del design. In una città che più di altre ha sofferto per la crisi connessa alla pandemia, ma che continua ad essere un’eccellenza nel nostro Paese anche per il suo ruolo di capitale del design, è fondamentale interpretare rapidamente ed in modo eccellente i cambiamenti degli stili di vita che “scombinano le carte” di un’architettura urbana che, come afferma Boeri, deve essere grado di enfatizzare la “multicentralità” della città valorizzando l’identità peculiare di ciascun quartiere. Proprio per l’emergere di nuove esigenze di flessibilità, oggi il mercato immobiliare premia maggiormente il nuovo. Per poter essere efficienti in una città caratterizzata da un centro storico come quello di Milano, diventa fondamentale trovare il giusto equilibrio su progetti innovativi di riqualificazione.
6° Design Summit Pambianco: intervista di Affaritaliani.it a Stefano Boeri Architetto e Urbanista di Stefano Boeri Architetti
"La pandemia - ha raccontato l'architetto Stefano Boeri Architetto e Urbanista di Stefano Boeri Architetti ai microfoni di Affaritaliani.it - ha cambiato il nostro modo di pensare gli spazi di vita e ha dato un ulteriore impulso alla tendenza a considerare le camere da letto dei potenziali monolocali dove la gente lavora e incontra gli amici, così come all’uso degli spazi aperti come balconi, terrazzi, giardini o addirittura tetti, che hanno acquisito ancora più valore durante il lockdown".
Boeri ha poi puntato la lente sul capoluogo lombardo: "Milano è composta da quartieri autosufficienti e autonomi che consentono ai cittadini di avere tutti i servizi di cui necessitano a pochi metri di distanza. Dobbiamo, tuttavia, ripensare al centro di Milano, che mi preoccupa molto: un centro vuoto e senza vita può impedire qualsiasi sviluppo di dinamiche positive nella città, anche dal punto di vista dell’attrattività e non solo turistica. Penso che dovremmo fare un’operazione di grande investimento sulla sua residenzialità, riportare ovvero la vita residenziale - penso soprattutto ai giovani, studenti e non - nel centro, utilizzando ad esempio i palazzi storici che oggi sono sede di uffici vuoti e desolati. Per la prima volta oggi il focus non è sulle periferie ma sul centro storico, che rischia di diventare la più grande periferia della città”.
A concludere la mattinata, un’ultima tavola rotonda che ha messo a confronto i due leader italiani del mercato del design: Gabriele Del Torchio, Presidente e CEO di Design Holding e Dario Rinero, CEO di Lifestyle Design. Con i due manager si sono così tirate le fila di questa interessante mattinata di confronti, da cui è emerso soprattutto il radicale cambiamento, accelerato dalla crisi, che porterà anche design e architettura a dover stare al passo con un mondo che procede secondo dinamiche nuove rispetto al passato, dove gli spazi e le funzioni diventano più flessibili, dove i concetti di mobilità e vicinanza assumono nuovi significati, dove diventa sempre più cruciale l’attenzione al consumatore e dove la digitalizzazione è una realtà in atto.