Economia
Acqua sì, ma nella bottiglia di plastica. Italia troppo sprecona e inquinante
Il Paese ha il consumo più alto d'Europa: le dimensioni del mercato sono la causa di alcune problematiche specifiche sociali ed economiche
Acqua in bottiglia, l'Italia ha il consumo più alto d'Europa
Con una media di 252 litri pro capite l’Italia ha il consumo di acqua in bottiglia più alto d’Europa e, tra il 2022 e la prima parte del 2023, abbiamo anche battuto tutti i nostri precedenti record. Dimensioni allarmanti, quelle del mercato dell’acqua (cinque volte più grande di quello della Gran Bretagna), che fanno davvero riflettere sulla propensione, tutta nostra, al consumo delle acque in bottiglia. Alcuni top player del settore sono tra i protagonisti della nostra economia. Come riporta il sito Altavia.Italia, gli introiti del Gruppo San Pellegrino, ad esempio, corrispondono allo 0,2% delle nostre entrate fiscali, e i suoi dipendenti sono lo 0,13% dei lavoratori italiani.
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L’abitudine al consumo di acqua in bottiglia ha un’influenza diretta sull’intero commercio di bevande, trainando al ribasso, per esempio, le vendite di soft drink che rimangono tra le più basse dell’Unione Europea e spingendo prodotti a base H20 modificati, come quelli di Ferrarelle e Levissima che propongono acque con aggiunta di vitamine ed estratti delle piante o la neo arrivata Sant’Anna Pro, arricchita con proteine e Zinco. Ma le dimensioni del mercato dell’acqua in bottiglia sono anche la causa di alcune problematiche specifiche del nostro Paese, e rappresentano un ostacolo allo sviluppo sociale ed economico. La richiesta della UE di rendere accessibile l’acqua potabile a tutta la collettività, in particolare alle fasce di reddito più fragili, non è quasi mai garantita anche da semplici comportamenti quotidiani che avvengono invece in altri Paesi (vedi Francia e Spagna) dove è normale, al ristorante e al bar, avere acqua del rubinetto gratuita al posto di quella in bottiglia.