Economia
Agcom, analisi sul mercato delle tlc. Cosa cambia dopo la cessione della rete Tim
L'Agcom avvia un'analisi sul mercato delle tlc
Le conseguenze della cessione della rete fissa di Tim a Kkr è anche normativa. E quindi l'Agcom ha approvato, con quattro voti favorevoli e con il voto contrario della Commissaria Elisa Giomi, la delibera di avvio del nuovo procedimento di analisi dei mercati dei servizi di accesso alla rete fissa.
L’Autorità, si legge in una nota, intende accertare gli effetti della separazione strutturale realizzata nei vari mercati collegati alla rete d’accesso, al fine di valutare il mantenimento, la modifica o la rimozione degli obblighi regolamentari vigenti, applicando, qualora ne ricorrano i presupposti, la disciplina prevista, relativa alle imprese attive esclusivamente nel mercato all’ingrosso.
LEGGI ANCHE: Tim pronta a rilevare le attività residue di British Telecom: 100 milioni per coprire i debiti della britannica
La nuova analisi del mercato delle tlc è comunque attesa dall'ex-monopolista dato che Tim era un operatore verticalmente integrato (con servizi di accessi alla rete e servizi di tlc a imprese e privati) e dunque con forti vincoli normativi non solo a livello tariffario ma anche regolatorio. In realtà non si capisce bene chi trarrà più giovamento da nuove norme, se Tim o Fibercop, ossia la società della rete passata al fondo Kkr.
Ora Tim potrà fare offerte non preventivamente controllate da Agcom. Ma la forte concorrenza dal punto di vista tariffario presente sul mercato italiano impone comunque delle regole. Tanto che l'ad Pietro Labriola non perde occasione per rimarcare come il mercato europeo delle tlc comprenda molti operatori (solo in Italia sono 4 quelli mobili infrastrutturati più diversi operatori virtuali) mentre negli Usa la situazione è molto diversa.
Più fortunata potrebbe essere Fibercop che forse potrebbe aumentare le sue tariffe all'ingrosso anche se comunque resta sottoposta a una serie di vincoli di analisi di mercato e di livello di concorrenza infrastrutturale. In questo caso i suoi concorrenti principali sono due: Open Fiber e Fastweb. Quest'ultima società, dopo che sarà completata l'acquisizione di Vodafone (ora al vaglio dell'Antitrust) ha le carte in regola per diventare un serio concorrente per Fibercop e anche per Open Fiber.
E se dovesse passare l'intesa tra queste due società per la rete unica l'applicazione di "rimedi", ossia cessione di parte della rete, sicuramente irrobustirebbe ancora di più l'infrastruttura di Fastweb. Quindi il compito dell'Agcom si prospetta certamente non semplice e con tempi probabilmente lunghi. Come ha spiegato la commissaria Giomi per motivare la scelta di voto.
“Il mercato esce da quasi quattro anni di incertezza sia per l’archiviazione del progetto di co-investimento (nella rete ex Tim ndr) che si è concluso in un nulla di fatto, sia per la pluriennale durata dell’istruttoria dell’analisi di mercato che, prima di terminare, ha visto anche l’adozione di un anomalo provvedimento ponte finalizzato a colmare le carenze regolatorie. E dunque al fine di evitare l’ulteriore prolungarsi di questo stato di incertezza che ha già causato diverse disparità di trattamento tra operatori, ho chiesto agli altri componenti del Consiglio di dimezzare i tempi istruttori del procedimento e di limitare le proroghe a una sola volta perché non si tratta certo di rifare tutta l’analisi di mercato da capo, ma solo di valutare, per quanto attentamente e con il contributo di tutti i soggetti interessati, gli effetti della cessione della rete. La mia richiesta, che puntava ad una maggiore efficienza amministrativa, non è stata accolta e ho dovuto votare contro il provvedimento, poiché l’estensione a tempo indefinito della regolazione vigente ad uno scenario di mercato profondamente mutato potrebbe distorcere le dinamiche concorrenziali di tutti gli operatori, regolati e non”.