Economia

Alitalia, buyback degli aerei e nuovo decollo. Paltrinieri rilancia il piano B

Di Monica Camozzi

"Visione industriale per fare in modo che una brillantissima soluzione di cassa diventi un piano industriale vero", dice Paltrinieri Galaxia-AmonRa capital

Il piano B c’è e prosegue. Sulla base di un fatto ormai conclamato: l’atteggiamento dell’Europa su Alitalia pare essere più punitivo che risolutivo. Una pioggia di miliardi conferiti a  Klm, Air France e Lufthansa con la giustificazione che rispetto ad Alitalia l’andamento delle altre compagnie pre Covid non fosse problematico. 

“Facciamo due conti. Una compagnia, come Lufthansa, che viene falcidiata dal Covid e ha bisogno di 7 miliardi e 100, con lo Stato che ha già pagato le casse integrazioni, era praticamente al fallimento. Alitalia è ancora in piedi senza i 7 miliardi, paga 630 milioni di tasse, lotta per pagare gli stipendi…e vogliamo dire che Lufthansa stava meglio prima del Covid? Non prendiamoci in giro - ha dichiarato Flavio Robert Paltrinieri, a capo del gruppo Galaxia-AmonRa capital, fautore insieme al suo think tank dell’unico piano industriale rimasto sul tavolo. 

“Non solo l’Europa pretende lo spezzatino e paventa l’erogazione di un miliardo e 600 milioni di multe per aiuti di stato. E se il Governo prendesse una posizione anti europeista? Facciamo due conti: su 3.150 miliardi di aiuti di stato approvati dalla Ue, la Germania se ne è accaparrati 1600. Ovvero, piu del 50%”.  

E le voci di preoccupazione cominciano a levarsi su vari fronti. Fra tanti il consigliere comunale di Ladispoli, capogruppo del PD e consigliere della città metropolitana, Federico Ascani, si è detto “molto preoccupato per la linea politica portata avanti dal Governo Draghi in merito al dossier Alitalia” sostenendo che la direzione intrapresa tenda a “far ricadere le difficoltà economiche sui lavoratori”. 

Ed esperti come Mario Sebastiani, docente di economia della concorrenza e della regolazione dei mercati all’Università di Roma Tor Vergata, hanno affermato ormai a gran voce che la minuscola ITA con i suoi 50 aerei non competerebbe né con le compagnie low cost (perché non potrebbe essere così efficiente e non ne ha più gli slots) né sul lungo raggio (perché non ne ha i mezzi). 

E sempre Sebastiani ha con le sue dichiarazioni ribadito l’opportunità di contemplare accordi di traffico sulle direttrici Nord Europa e Africa Centro meridionale, sottolineando la necessità di rivedere le strategie alla luce di una pandemia che scompagina tutti gli asset portando nuove soluzioni sul trasporto a breve raggio, modifiche dei viaggi d’affari, minor reddito a disposizione per viaggiare. Perfettamente in linea con il piano portato da Paltrinieri, quindi. 

Alitalia continua a risultare salvabile, sicuramente non con 8.000 casse integrazioni per un lustro che brucerebbero tutti e tre i miliardi previsti dal piano ITA, senza portare alcun valore  in termini di rilancio né con un lillipuziano ridimensionamento che la porterebbe a non avere alcun senso di esistere. 

Invece, potrebbe funzionare la proposta lanciata da Gaetano Intrieri, che ha parlato di fare cassa attraverso un buyback degli aeromobili. “Con un lease back Alitalia si troverebbe 130 aerei, supponiamo da vendere a un fondo trovandosi un tesoretto di circa un miliardo con cui rilanciarsi e prendendo in affitto nuovamente gli aerei", spiega Paltrinieri. Magari con contratti migliori rispetto a quelli attuali, in cui i leasing sono particolarmente alti, come scritto da Affaritaliani nei precedenti articoli. 

(Segue...)