Economia
Alitalia, corsa per evitare il commissario. Lo scoglio degli esuberi
Ultime 24 ore per arrivare a un accordo fra i sindacati e l'azienda sul numero degli esuberi. Incontri al Mise. Unicredit restia a nuovi prestiti di emergenza
Deja vù su Alitalia. Il tempo per chiudere la trattativa e salvare Alitalia è quasi scaduto. Oggi è l'ultimo giorno utile per trovare una difficile intesa tra l'azienda e i sindacati sugli esuberi e sul taglio al costo del lavoro. Ci sono meno di ventiquattr'ore per mettere in sicurezza la compagnia aerea ed evitare il commissariamento, obiettivo che si è complicato nel pomeriggio di ieri quando il dialogo tra le sigle di categoria e i tecnici dell'azienda ha subito una battuta d'arresto: il tavolo è stato sospeso da Alitalia e i sindacati hanno chiesto l'intervento del governo. Appello raccolto dal ministro per lo Sviluppo Economico, Carlo Calenda che sarà presente ai tavoli e alle riunioni con i sindacati. La firma dell'accordo è fondamentale per la sopravvivenza del vettore. Gli azionisti hanno infatti subordinato il rifinanziamento di Alitalia all'intesa tra le parti.
Al Ministero dello Sviluppo economico sono partite le riunioni a oltranza che potrebbero proseguire anche fino a notte inoltrata. L'accordo comunque se dovesse essere firmato verrà poi sottoposto al voto dei lavoratori con un referendum, passaggio che potrebbe allungare ancora i tempi. Sul piano finanziario inoltre Generali Assicurazioni, creditore con un bond da 300 milioni, avrebbe la volontà di andare incontro all'azienda. Il colosso assicurativo non ha intenzione di convertire l'obbligazione in azioni, ma sarebbe disponibile a rinegoziare il debito. Oggi riprendono gli incontri, a partire da quello tra governo e i vertici dei sindacati che era in programma ieri sera. Intanto, le turbolenze di Alitalia non si diradano del tutto nemmeno sul fronte finanziario. Uno spiraglio di sereno si apre sul fronte delle garanzie alle banche.
Potrebbe essere Invitalia, l'agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa, di proprietà del Ministero dell'Economia, a sostituire la Cdp nella fideiussione richiesta da Intesa Sanpaolo e Unicredit a fronte del committment su 210 milioni (105 milioni a testa) dei 400 del contingent equity prevista dalla manovra complessiva. Ma il raggio di sole potrebbe essere oscurato da una nuova nuvola. Nelle ultime ore, infatti, si sarebbe irrigidita ulteriormente la posizione di Unicredit a prendere parte pro quota al cuscinetto di emergenza da utilizzare nel caso in cui, tra un anno, la compagnia aerea non dovesse rispettare la rotta e avesse necessità di capitale.
(Segue...)