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Economia
Alitalia, corsa per evitare il commissario. Lo scoglio degli esuberi

Per questo il super consulente Enrico Laghi, professionista romano molto quotato che affianca Calenda nella sistemazione del piano finanziario, si sarebbe messo all'opera per trovare chi potrebbe prendere il posto di Piazza Gae Aulenti. E' una specie di puzzle, dove però le tessere sembrano muoversi secondo dinamiche precarie e comunque le stesse garanzie di Unicredit sono richieste da Intesa Sanpaolo. La manovra complessiva è di 1,9 miliardi di cui 1,1 miliardi a carico delle banche e 790 milioni di Etihad. L'ultimo consiglio di Unicredit ha esaminato un'informativa su Alitalia, di cui l'istituto è azionista con il 12,99% e ha un'esposizione complessiva non lontana da 500 milioni.

A seguito di quella discussione, sembra che l'istituto milanese sia sempre meno disposto ad aprire ancora il rubinetto, nemmeno se davvero Invitalia accettera' di scendere in campo garantendo parte del contingent equity. Oltre a questo, Unicredit potrebbe tirarsi indietro anche dalla sua quota-parte (23 milioni sul totale di 46) di rcf nell'ambito dei 175 milioni di nuova finanza prevista dal piano.

Il motivo del passo indietro di Unicredit sarebbe giustificato dal fatto che la garanzia eventualmente prestata da qualcuno per conto dello Stato (Invitalia) sarebbe tecnicamente condizionata a una serie di eventi e la banca non intende più aumentare il rischio verso Alitalia. Restano quindi intatte le incognite finanziarie in una partita dominata soprattutto dalla trattativa sugli esuberi, sempre di più in una fase di stallo. Un accordo andrebbe trovato entro oggi: questa la deadline posta alle banche per riaprire il rubinetto e iniettare liquidita' nelle casse sociali ormai agli sgoccioli.

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