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Economia
Alitalia, fondo Usa Cerberus lancia un salvagente

Cerberus prova a sparigliare le carte della partita Alitalia e lancia un'offerta per rilevare l'intera compagnia. Il fondo speculativo Usa, secondo il Financial Times, avrebbe presentato la sua proposta ai Commissari negli ultimi giorni dopo essere rimasto fuori dall'asta ufficiale "per i suoi termini troppo restrittivi". Una volta aperte le buste e visto che le proposte sul tavolo - specie quelle di Lufthansa e Easyjet - prevedevano l'acquisto solo di parti dell'azienda, Cerberus è tornato in campo. Gli americani sarebbero pronti a investire qualche centinaio di milioni di euro (tra i 100 e i 400 per il quotidiano inglese) per ottenere il controllo di tutto il business, sia le attività di volo che quelle di terra a patto di poter avviare una "ristrutturazione" seria di tutto il perimetro societario.

Il fondo sarebbe pronto a coinvolgere i dipendenti con un piano di partecipazione azionaria e vorrebbe tenere a bordo con una partecipazione azionaria anche lo Stato. Cerberus - che sta esaminando da parecchi mesi i dati contabili dell'aerolinea tricolore - sarebbe disponibile a iniziare a lavorare gomito a gomito con i Commissari ancor prima di aver messo i soldi sul piatto per far decollare il riassetto, approfittando dei vantaggi offerti dall'amministrazione straordinaria. L'obiettivo finale - ha dichiarato una fonte all'Ft - è "tenere il business assieme per salvare una compagnia aerea italiana e non scegliere solo gli asset migliori".

Il cammino dell'offerta last minute del fondo Usa non è però facile. Il processo di vendita prevede una gara formalmente già chiusa, i cui termini, ovviamente, non possono essere riaperti. Le offerte sono state sette, nessuna per l'intera compagnia. E le uniche due note sono solo quelle di Lufthansa e Easyjet, disposte però solo a rilevare un po' di aerei e parte del network della società.

Il governo nei giorni scorsi ha rinviato ad aprile (in sostanza a dopo le elezioni) la scadenza dei termini per la vendita alzando da 600 a 900 milioni il valore del prestito ponte concesso ad Alitalia. Una cifra che dà ampio margine (almeno fino a fine del 2018) ai Commissari per far volare gli aerei senza troppi problemi. Proprio il tempo gioca a modo suo a favore di Cerberus. Dopo le elezioni - con un nuovo Governo poco disposto ad accettare piani di tagli lacrime e sangue e il titolo di padre dello "spezzatino" dell'azienda - un'offerta unitaria per network e servizi di terra potrebbe avere un grande appeal.

Cerberus, naturalmente, non è un ente di beneficienza. La prova? Lo stesso salvataggio di Air Canada a inizio millennio che presenta molte similarità alla situazione attuale di Alitalia. Il fondo - che tra i suoi supermanager ha pure l'ex-vicepresidente Usa Dan Quayle - è entrato nel capitale mentre il vettore nordamericano era ancora in amministrazione straordinaria, schiacciato da 13 miliardi di debiti. La nuova proprietà e i commissari hanno tagliato del 24% gli organici, rinegoziato gli accordi con tutti i creditori, rivisto stipendi e fondo pensione dei dipendenti. Diciotto mesi dopo però Air Canada è uscita dal Chapter 11 più snella, con soli 5 miliardi di esposizione e con i conti in ordine.

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