Economia
Alitalia, soluzione prima del voto. Calenda: tre offerte e stretta a gennaio
Diciassettessima legislatura al capolinea. Domani alle 11 ci sarà la conferenza stampa di fine anno del presidente del Consiglio, Paolo Gentiloni. Poi gli occhi saranno tutti puntati al Quirinale. Dopo aver sentito i presidenti di Senato e Camera il Capo dello Stato, Sergio Mattarella dovrebbe sciogliere le Camere consentendo agli italiani di tornare al voto il prossimo 4 marzo. Se la legislatura è finita, tanti sono i dossier caldi ancora aperti e sui quali palazzo Chigi vorrebbe scrivere la parola fine prima del passaggio alle urne. L'obiettivo di Gentiloni è portare a casa un risultato positivo su Ilva, Alitalia e migranti. Domani, al Colle, l'incontro tra Gentiloni e Mattarella sarà quindi solo un arrivederci, non certo un addio.
Il Governo avrà infatti davanti un periodo non breve di vita se si considerano due mesi di campagna elettorale più il tempo necessario a comporre un nuovo esecutivo. Al primo posto nell'agenda del Governo, in ordine di tempo, c'e' il trasferimento nel Niger di un contingente italiano necessario per compiti di addestramento e annunciato prima di Natale dallo stesso Gentiloni. Ancora incerto il destino di Alitalia. Le offerte sono nelle mani del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, che vorrebbe chiudere la procedura di vendita prima delle elezioni.
Il tempo stringe e manca ancora qualche tassello prima di avviare la trattativa con un solo offerente. Inoltre, il nodo dei possibili esuberi va gestito per non ripetere le esperienze del passato, ma anche per evitare che la vicenda subisca quelle ricadute elettorali che nel 2006 condizionarono non poco il destino del vettore di bandiera. Su Alitalia "abbiamo tre offerte. Le valuteremo con molta attenzione e a meta' gennaio inizieremo la negoziazione in esclusiva", ha spiegato Calenda, in un'intervista al "Corriere della Sera", aggiungendo che "il nostro obiettivo è raggiungere un accordo prima delle elezioni". "Oggi Alitalia e' gestita meglio e finisce l'anno avendo lasciato sostanzialmente intatto il prestito ponte. Ma e' un'azienda fragile che non puo' sopravvivere da sola attingendo illimitatamente al denaro pubblico", sottolinea il ministro. Altro nodo da sciogliere con urgente è quello relativo alla vicenda Ilva.
Sulle decisioni del Governo si e' messo di traverso il governatore della Puglia, Michele Emiliano, il cui ricorso al tribunale amministrativo rischia di allontanare gli investitori (ArcelorMittal)e spingere alla chiusura l'acciaieria. Calenda ha parlato anche dell'Ilva. "Non so" se ArcelorMittal ha intenzione di ritirarsi, dice il ministro, "ha chiesto garanzie sugli investimenti allo Stato per tutelarsi nel caso in cui i ricorsi al Tar invalidino tutto, magari fra due anni. E' inaudito: 5,3 mld di euro per un investimento industriale nel Sud non si vedevano da 40 anni. Ma la cosa incredibile e' che nel merito del piano ambientale non ci sono osservazioni rilevanti". "Nell'ultimo incontro abbiamo rivisto punto per punto le richieste di Comune e Regione, in larghissima parte accettate, a partire dall'anticipo della copertura dei parchi minerari", ha chiarito Calenda.
"Nel giro di poco più di 24 mesi Ilva potrebbe diventare la migliore acciaieria europea, liberando una citta' ostaggio del dilemma salute/lavoro che non e' degno di un Paese civile - sottolinea Calenda -. II sindaco mi ha chiesto garanzie per ritirare il ricorso. Gli ho proposto di firmare con Istituzioni, investitore, parti sociali un accordo di programma. Spero davvero che prevalga quella responsabilita' invocata da tutti i sindacati, oltre che da Gentiloni". Un altro tema importante riguarda l'emergenza migranti: da luglio a oggi il numero degli sbarchi è crollato di 80.000 unita', ma la gestione dell'accordo con la Libia e' un cantiere sempre aperto per il ministro dell'Interno Marco Minniti e per il presidente del Consiglio che con i Paesi del Nord Africa continuera' a tenere rapporti strettissimi.