Economia
All'asta l'ex stabilimento Fiat Mirafiori. Tre lotti in vendita per 15 milioni
Lo storico impianto aperto nel 1939
Stellantis, all'asta l'ex stabilimento di Mirafiori
Nel giorno dall'atteso vertice tra Stellantis e il ministro Adolfo Urso, a cui però Carlos Tavares non parteciperà, i riflettori restano ancora puntati sulla situazione degli stabilimenti italiani del gruppo, con una nuova preoccupazione ad insinuarsi fra i lavoratori delle fabbriche ex Fiat, in particolare riguardo quello di Mirafiori, il cui destino sembra essere il più precario al momento, essendo nel mirino del Ceo di Stellantis.
Dopo quasi 20 anni capannoni di Mirafiori sono ancora vuoti e in attesa. Inaugurato nel 1939, l'impianto torinese segnò per Fiat l'inizio della produzione moderna diventando ad oggi una delle fabbriche automobilistiche più attive. Mirafiori è una vera e propria città nel cuore di Torino e la cui storia si intreccia iensorabilemnte con quella della città syesa. Nel 2020, Mriafiori si preparava all'avvio della produzione della 500 elettrica, oggi dopo quattro anni, si prepara ad un ridimensionamento. Un destino in bilico, e toccherà proprio a Tavares manovrare le mosse come un burattinaio. Ma un'eventuale chiusura sarebbe uno vero e proprio shock per Torino, un sipario che cala.
Come riportato dal Corriere della Sera, oggi, il vecchio stabilimento Fiat di Mirafiori vede ora una speranza di rinascita rappresentata dal polo per la mobilità sostenibile e della manifattura promesso dal Politecnico e il centro polifunzionale della Coop, che sembra aver abbandonato l'idea iniziale di un gigantesco centro commerciale per qualcosa di più "studentesco." Due progetti che, secondo l'amministratore unico di Tne Marco Galimberti, inizieranno finalmente a vedere la luce con i primi cantieri nel 2025. Ma intanto, i capannoni dismessi di Mirafiori sono come il Proustiano "tempi perduti" che non vogliono lasciarci.
La società pubblica Tne, nata nel 2005 per preservare attività produttive a Mirafiori, e che nello stesso anno ha fatto l'investimento acquistando 300 mila metri quadrati per 60 milioni sembra ora svegliarsi dal letargo. Dopo un concordato durato dal 2018 al 2023, in cui l'obiettivo era sopravvivere e pagare i creditori, ora si riaffaccia sul mercato, cercando di vendere i terreni in attesa di una nuova vita — 3 lotti per un totale di 37 mila metri quadrati. Il progetto del polo per la mobilità sostenibile ha anche in piano un "Industrial Hub" dove si concentreranno attività produttive, ricerca e start-up. L'assessore all'Urbanistica Paolo Mazzoleni assicura che l'iter procede senza scossoni. La società che sembrava destinata a un epilogo precoce, ha pubblicato il bando per la vendita dei terreni: un'asta pubblica che parte da 14,4 milioni, un prezzo che fa gola a chiunque abbia sogni di rinnovamento e innovazione.
Ma mentre si discute del futuro, gli stabilimenti italiani del Gruppo Stellantis sembrano navigare in acque agitate. Al vertice sarà presente anche Stefan Dubs, Head of Upper Cluster Enlarged Europe del Gruppo, ovvero il responsabile degli stabilimenti europei, ma anche colui che nel 2021 cha favorito la chiusura dello stabilimento Maserati di Grugliasco. Non sarà quindi una visita di routine, sopratutto considerando l'intenzione di Tavares di ridimensionare gli stabilimenti dell'ex Fiat. Il mantra di Carlos Tavares è chiaro: gli stabilimenti italiani costano di più, anche se gli operai sono più "economici" degli omologhi francesi. Una Maserati prodotta a Grugliasco è come una versione d'oro delle automobili, con costi accessori che fanno sembrare una Peugeot una scelta da outlet. E a Mirafiori, anche la Fiat 500 elettrica sembra portarsi dietro una scia di costi extra. La domanda che nessuno vuole fare è: come rendere più efficiente Mirafiori? E, purtroppo, la risposta che nessuno vuole sentire è quella che fa correre brividi lungo le spalle dei lavoratori. Nuovi tagli, nuove preoccupazioni.