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Economia
Altro che tagli su tagli, Bce: "Nessun impegno sui tassi d'interesse"
Christine Lagarde

Bce: restano pressioni sui prezzi, no tagli predeterminati dei tassi

La Banca centrale europea ribadisce che alla riunione di inizio giugno il Consiglio direttivo ha ritenuto "opportuno moderare il grado di restrizione della politica monetaria dopo aver mantenuto invariati i tassi di interesse per nove mesi". La decisione riflette i miglioramenti delle prospettive di inflazione, che rispetto al settembre dello scorso anno, quando i tassi erano stati aumentati per l'ultima volta "è diminuita di oltre 2,5 punti percentuali".

"Anche l'inflazione di fondo è scesa, rafforzando i segnali di un indebolimento delle pressioni sui prezzi", aggiunge la Bce nel suo ultimo bollettino economico. Ma quasi a riproporre i segnali apparentemente contraddittori dell'ultimo direttorio, nello stesso documento si aggiunge che "malgrado i progressi degli ultimi trimestri, persistono forti pressioni interne sui prezzi per l'elevata crescita delle retribuzioni, e l'inflazione resterà probabilmente al di sopra dell'obiettivo (2% simmetrico) fino a gran parte del prossimo anno".

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La Bce ripete di essere "determinata ad assicurare il ritorno tempestivo dell'inflazione all'obiettivo del 2 per cento nel medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli sufficientemente restrittivi finché necessario a conseguire questo obiettivo". Sulla tempistica di questa fase, e così indirettamente sulla possibilità di ulteriori riduzioni, l'istituzione non si sbilancia. "Il Consiglio continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, secondo il quale le decisioni vengono definite di volta in volta a ogni riunione".

Le decisioni sui tassi dipenderanno da inflazione, dati economici e finanziari, e dell'intensità della trasmissione della politica monetaria. "Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi", conclude il bollettino.

Bce, sopra le attese la crescita del primo trimestre. Destinata a proseguire

La ripresa registrata dall'economia dell'area dell'euro agli inizi del 2024 "ha superato i livelli attesi" lo scorso marzo, grazie a spinte dal commercio con l'estero e dall'aumento della spesa delle famiglie. E "secondo le informazioni più recenti la crescita è destinata a proseguire nel breve periodo, a un ritmo superiore rispetto a quello precedentemente previsto".

L'istituzione rileva come "dopo cinque trimestri di stagnazione, nel corso del primo trimestre del 2024 l'economia dell'area dell'euro è cresciuta dello 0,3 per cento". Il terziario è in espansione e il manifatturiero "mostra segnali di stabilizzazione su livelli contenuti".

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La dinamica sul mercato del lavoro resta sorprendentemente positiva - nonostante la stretta monetaria operata dalla stessa Bce - e "il reddito disponibile reale dovrebbe continuare a crescere in presenza di una robusta dinamica salariale, del graduale aumento della fiducia e del miglioramento" degli scambi con l'estero.

Inoltre "nel medio periodo" l'impatto negativo del passato inasprimento della politica monetaria "subirebbe una progressiva riduzione e l'attività sarebbe sorretta dall'ipotizzato allentamento delle condizioni di finanziamento". Secondo l'istituzione di Francoforte la crescita "trarrebbe beneficio" anche dalla tenuta del mercato del lavoro, in un contesto in cui il tasso di disoccupazione scenderebbe su livelli storicamente bassi.

La Bce vede rosa sul lavoro, sale l'occupazione. Disoccupati ai minimi

La Bce continua a vedere decisamente positiva la situazione del mercato del lavoro dell'area euro, nonostante la stretta monetaria che essa stessa ha operato. Nel primo trimestre, mentre la crescita risultava superiore a quando la l'istituzione si attendeva appena lo scorso marzo, "l'occupazione è aumentata dello 0,3 per cento, con la creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro".

E le indagini "segnalano un proseguimento della crescita delle posizioni lavorative nel breve periodo", afferma la Bce nel suo ultimo Bollettino economico. Nel frattempo la disoccupazione si è limata al 6,4 per cento ad aprile, "al livello più basso dall'introduzione dell'euro", rileva la Bce. E le imprese "continuano a pubblicare molte offerte di posti vacanti - si legge - benché in numero lievemente inferiore rispetto al passato".

La Bce continua a vedere decisamente positiva la situazione del mercato del lavoro dell'area euro, nonostante la stretta monetaria che essa stessa ha operato. Nel primo trimestre, mentre la crescita risultava superiore a quando la l'istituzione si attendeva appena lo scorso marzo, "l'occupazione è aumentata dello 0,3 per cento, con la creazione di circa 500.000 nuovi posti di lavoro".

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