Economia
Andiamo all-in, restituiamo il potere di acquisto agli italiani
Scommettiamo sulla bravura degli italiani, utilizzando magari una buona volta il debito pubblico per una buona causa...

Andiamo All-in, restituiamo il potere di acquisto agli italiani
Ma l’Italia, sta attraversando davvero un buon momento? Le ultime stime dei maggiori istituti di statistica devono spingerci a compiere una riflessione. Andiamo con ordine e cerchiamo di capirci: non voglio criticare il Governo Italiano, che fortunatamente, non so se in uno slancio populista e para-elettorale, ogni qual volta che come Codacons denunciamo la necessità di un serio intervento, non si esime dal cercare – e a volte trovare – soluzioni che vanno a calmierare, seppur temporaneamente, la situazione. La realtà, tuttavia, è negli occhi e nelle orecchie di tutti.
Basta recarsi al mercato la mattina (o fare un censimento delle campagne pubblicitarie che, per ogni forma di prodotto, ormai, non puntano più a convincerci della qualità di ciò che dobbiamo comprare, ma piuttosto del suo prezzo fortemente scontato, vantaggioso, migliore del concorrente di turno) per comprendere quanto i cittadini spendono ormai per fare la spesa settimanale, e penso sia giusto darvi qualche numero: In media, nel 2024 i prezzi al consumo registrano una crescita dell’1,0% (+5,7% nel 2023). Al netto degli energetici e degli alimentari freschi (l’“inflazione di fondo”), i prezzi al consumo salgono del 2,0% (+5,1% nell’anno precedente) e al netto dei soli energetici del 2,1% (+5,3% nel 2023).
Attenzione a quando ci dicono che l’inflazione non è più salita nel 2024, perché il motivo non risiede nelle politiche del Governo, e non dipende certo dal carrello della spesa, ma unicamente dalla decrescita graduale del prezzo dell’energia che, nel 2024 ci ha fatto prendere una “boccata di ossigeno” dopo gli aumenti assolutamente esorbitanti del biennio 2022/2023. Prezzo dell’energia, poi, che nel 2025 ha ricominciato a correre, determinando peraltro, una nuova impennata dell’inflazione.
Proviamo però a semplificare per essere più chiari possibile: tutti questi numeri appena menzionati, ci possono ricondurre ad un ragionamento molto semplice: se l’inflazione sale, o se il carrello della spesa o le bollette salgono, noi spendiamo ogni mese più soldi… e cosa NON fa da contraltare a questo andamento “brillo” dei prezzi: il nostro potere di acquisto.
Ad aprile del 2024 ammontava ancora al 7,9% la perdita del potere di acquisto rispetto al 2019, anno precedente la diffusione dell’epidemia Covid, dovuta all’incremento dell’inflazione del biennio precedente. Anche le indagini Ocse confermano una perdita del 6,9% dei salari reali italiani. Che vuol dire? Che tutto ci costa di più, e abbiamo sempre meno soldi per poter far fronte a questo aumento costante. I rimedi quali sono? Ridurre l’iva sui beni di prima necessità; sostenere le famiglie più in difficoltà e controllo prezzi sui prodotti essenziali e a più largo consumo sono solo alcune delle politiche che possono aiutarci a rialzare la testa.
A mio avviso, però, la vera svolta sta nel ridurre il peso fiscale che grava sugli italiani (e nel 2024 è aumentato di 1 altro punto percentuali), nello specifico adottando importanti politiche di aiuto per coloro che si trovano in difficoltà con il fisco, ma anche premiando i virtuosi, abbassando cioè sensibilmente le tasse sui contribuenti “bravi” o “virtuosi”, coloro cioè che negli anni hanno sempre pagato con regolarità le tasse, senza essere mai andati incontro a forme di irregolarità nella contribuzione, dando cioè loro più soldi da spendere.
Andiamo all in, scommettiamo sulla bravura degli italiani, utilizzando magari una buona volta il debito pubblico per una buona causa, ma dando loro una vera possibilità, insomma, restituiamo loro il potere di acquisto ai cittadini!!
*Avvocato esperto in diritto dei consumatori