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Economia
Andrea Agnelli, il cugino all'ombra di Elkann: dalla Juventus al green
Andrea Agnelli (foto Lapresse)

Agnelli abbandona la Juve e punta all'energia green

John Elkann acquista sempre pù potere all'interno dell'impero di famiglia, destreggiandosi tra le polemiche di Stellantis, le accuse rivolte da Meloni a Repubblica (del gruppo Gedi), Hamilton alla Ferrari, e la sua Exor, che stringe sempre più le grinfie intorno a nuove acquisizioni. Eppure, nella baraonda generale, non si può non pensare anche agli altri membri del "nido" Agnelli-Elkann. Da un lato Andrea e la sorella Anna, entrambi soci di Lamse spa, la holding personale dei fratelli, che concentra i suoi investimenti nel settore energetico pulito, e quindi nel green. E poi ci sarebbe anche Lapo Elkann, fratello di John, e da sempre al centro di vicissitudini personali e finanziarie di vario genere. Ma torniamo ad Andrea, il cui destino è stato segnato inesorabilmente quel novembre del 2022.

Sì perchè da quando ha lasciato (involontariamente?) le redini della Juventus, e i riflettori si sono spostati sul cugino John, Andrea ha trasferito le sue attività  di investimento in Olanda, cuore pulsante degli affari degli eredi di Gianni l'Avvocato. Qui, ad esempio, ha sede la Agnelli BV, di cui Andrea è diventato terzo azionista (con Anna), dopo il sorpasso di Elkann. Via da Torino, via dalla Juventus. Lontano quel mondo in cui è entrato da erede con il club bianco nero, e da cui esce "malridotto", travolto dalle numerose inchieste. E lontano anche da quelli che a un certo punto hanno deciso di scaricarlo, e proprio tra quelli, molti pensano che ci sia suo cugino John. Ma per comprendere appieno è necessario fare un passo indietro, scrutare nel passato e nell'evoluzione della famiglia.

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Mentre alcuni "sussurrano" di un presunto colpo di stato orchestrato contro il cugino Andrea, è chiaro che il vento del cambiamento soffia forte attraverso le mura della famiglia Agnelli da quando Andrea,  dimettendosi dalla presidenza della Vecchia Signora di Torino, ha anche rinunciato a ogni carica in Exor (la holding Agnelli-Elkann), in Stellantis, per non parlare della cessione del 3% (per 300 milioni) della "Giovanni Agnelli BV". Sebbene mantenga una presenza nel cda, dopo la rinuncia alle cariche e il suo allontanamento dagli affari di famiglia, Andrea ha monetizzato una parte delle sue quote per finanziare i nuovi progetti con base Amsterdam. L'impero è ora saldamente nella mani del cugino John, dopo una guerra ben contesa tra quelli dell'ultima generazione – quella Agnelli-Elkann – una linea di potere che ha toccato direttamente Elkann, e che ha creato non poca maretta tra i cugini, anche se nessuno dei due ne ha mai dato credito pubblicamente. 

Se un tempo erano Gianni e Umberto (vissuto sempre un po’ all’ombra del primo, come d'altronde Andrea stesso) a discutere sul destino dell'impero, adesso è arrivato il momento dei loro successori, soprattutto alla luce degli ultimi cambiamenti, con John Elkann e la Dicembre in procinto di raggiungere quasi il 40% della Giovanni Agnelli Bv. Inoltre, per aumentare la propria quota, la Dicembre ha acquistato una parte significativa dalle mani degli eredi di Umberto Agnelli. Inizialmente, Andrea Agnelli deteneva l'11,85% delle azioni, rendendolo il secondo azionista. Tuttavia, questa percentuale è scesa all'8,9%, indicando che la Dicembre ha riacquistato il 2,95% delle azioni precedentemente di proprietà di Andrea. Tuttavia Agnelli ha descritto questo passo indietro dalle società quotate come "indispensabile per avere una libertà di pensiero, una libertà intellettuale che altrimenti non avrei”.

L’unica cosa certa è che il figlio di Umberto, con le dimissioni nel pieno dello scandalo Juventus e delle plusvalenze, ha tirato una linea netta chiudendo un capitolo di 13 anni ai vertici della squadra bianconera, per aprirne uno nuovo. "Una pagina bianca", come la definì lui, e che ora si tinge di verde, dato l'interesse dell'Agnelli verso la transizione energetica, abbracciando l'ecologismo come nuova filosofia di vita e di business. Molti altri si sono lanciati in questa direzione negli ultimi anni, ma per Agnelli è diverso. Abbandonando i vecchi schemi bianco e nero, diventa pioniere della nuova economia verde, con Amsterdam come base operativa.

Come rivela Open, la holding personale degli Agnelli, Lamse SpA, punta i propri sforzi sul settore energetico pulito; la partecipazione principale di Lamse è del 31,01% nella Fiee Sgr, società specializzata nelle energie verdi, guidata dall'ex numero uno dell'Enel, Fulvio Conti. Quest'ultima ha anche lanciato due fondi chiusi focalizzati sull'efficienza energetica, che hanno attratto anche l'indiretta partecipazione della holding di Andrea Agnelli attraverso due società semplici. Negli anni, la Fiee Sgr ha investito in numerose società attive nell'efficienza energetica, nelle rinnovabili e nell'elettrificazione, realizzando notevoli plusvalenze, come nel caso della Plt energhia srl venduta a Eni Plenitude per 900 milioni di euro.

Nel portafoglio di Lamse SpA figura anche City Green Light Srl, operatore leader nell'illuminazione pubblica in Italia, e Comat Servizi Energetici SpA, attivo nell'efficientamento energetico di condomini nel Nord Italia. Inoltre, Lamse SpA controlla la maggioranza del capitale di un'altra società, la Investimenti industriali, attraverso la quale i fratelli Agnelli detengono una quota significativa della Liberty Zeta Ltd holding londinese nel settore della moda di lusso; inoltre il consiglio di amministrazione della Liberty Ltd ha visto la presenza anche dell'ex premier italiano Enrico Letta fino al marzo 2021. Proprio nel corso dello stesso anno, Lamse ha ristrutturato una parte del proprio portafoglio partecipazioni, trasferendo alcuni investimenti diretti in un fondo di investimento lussemburghese chiamato Lamse Alternative Investments RAIF, aumentando così il suo valore complessivo. Le immobilizzazioni finanziarie di Lamse legate a partecipazioni e titoli sono aumentate complessivamente a 22,9 milioni di euro rispetto ai 19 milioni del 2020. Il patrimonio netto di Lamse si è assestato sui 25,4 milioni di euro, con un capitale investito immobilizzato di 22,9 milioni. Ma Agnelli ha saputo destreggiarsi anche in altre società come F.L.M. 75, Azienda Agricola Andrea Agnelli, e agisce come consigliere e vicepresidente del Royal Park Golf & Country Club I Roveri. Quest'ultimo è gestito da Andrea Agnelli tramite la Newco Roveri, che possiede il 54% insieme ad altri azionisti come la madre Allegra Caracciolo, la sorella Anna, l'ex moglie Emma Winter e Andrea Nasi, e detiene il 51,75% della Royal Park Real Estate. 

Insomma, per ora i cugini Agnelli-Elkann sembrano viaggiare su due strade opposte, nel continuo adattamento degli equilibri, o meglio dire "squilibri" che vedono da tempo contrapposti John Elkann e il cugino Andrea Agnelli. Una cosa è certa, Elkann per ora siede sul trono d'oro della Royal Family italiana e vuole comandare da solo, spiegazione più che plausibile dopo che ha liquidato il cugino Andrea "sganciando" 300 milioni di euro.

 






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