Economia

Aspi, Benetton: "Trattati peggio di una cameriera. Volevano solo l'esproprio"

Luciano Benetton, il patron del gruppo si sfoga: "Mai mi sarei aspettato certi toni pubblici dal premier Conte"

Aspi, Benetton: "Trattati peggio di una cameriera. Volevano solo l'esproprio"

Nella notte di ieri il governo ha messo la parola fine sulla vicenda Autostrade. Via i Benetton e dentro Cdp con quotazione in Borsa. A distanza di qualche ora arriva la reazione del patron Luciano Benetton, ancora scosso dalla vicenda. "Volevano l'esproprio fin dal primo momento. Non mi sorprendono - si legge su Repubblica - gli interessati attacchi politici di persone senza qualità. Mi indigna la sistematica opera di demonizzazione del nome della nostra famiglia, promossa dai vertici dello Stato. Mai mi sarei aspettato certi termini e certi toni pubblici dal premier Conte e da alcuni suoi ministri. Ci stanno trattando peggio di una cameriera. Chi caccia una domestica da casa è obbligato a darle quindici giorni di preavviso. A noi, che per mezzo secolo abbiamo contribuito al boom economico dell’Italia, intimano di cedere i nostri beni entro una settimana. Non possiamo accettare di essere trattati come ladri, dopo aver distribuito tanta ricchezza e tanta cultura, non solo economica".

Nessuno, in casa Benetton, nega oggi "i molti errori compiuti, a partire dalla fiducia totale riconosciuta ai manager scelti da Gilberto per permettere alla famiglia di fare solo l’azionista". La "grande prostrazione" deriva però dai "troppi opportunismi" delle ultime ore, dopo che "nessuno aveva più nulla in contrario a scendere in minoranza in Atlantia e in Aspi". Dalla galassia Benetton dipendono oggi 7 mila persone. L’urgenza lasciata da Gilberto è «trovare un partner prima che sia troppo tardi». L’incubo adesso è fare la fine di Stefanel, o dei Marzotto, altre grandi famiglie Venete e altri marchi globali incapaci di sopravvivere a successioni, interessi bancari, crolli azionari e concorrenza delle multinazionali. Per questo Luciano si guarda bene dal chiedere "assoluzioni sommarie" per il ponte Morandi, che definisce "la più grande tragedia della mia vita".