Economia

Assemblea Confimprese 2020, Resca: “Commercio nelle sabbie mobili”

Jessica Castagliuolo

Resca: “Siamo attaccati a una fune esile che non dipende da noi e che può spezzarsi”. Le interviste di Affari con le testimonianze dei vari settori

Si è tenuto oggi al Teatro Manzoni di Milano, con la media partnership di Affaritaliani.it, l’assemblea pubblica 2020 di Confimprese. Duro il messaggio del Presidente Resca: “Occorre governo meno ostaggio di politiche partitiche di compiacenza. Basta sussidi, chi fa impresa è preoccupato”

Sono passati 7 mesi dal lockdown e a certificare lo stallo gli ultimi dati dell’Osservatorio Confimprese-EY nel periodo gennaio-agosto: il progressivo sull’anno registra -37,3%, l’abbigliamento/accessori -37,8%, la ristorazione -40,2%, altro non food -29%. Il travel precipita a-62,1%. I consumi sono fermi al minimo indispensabile, con il prevedibile effetto boomerang sui segni di movimento che aveva cominciato a dare la produzione, immaginando una ripresa che tarda a venire.

 È un’intera filiera che rischia il collasso, lo smart working sta generando un mostro che vive di staticità, determina la desertificazione di aeroporti e stazioni e la mancanza di indotto nel commercio, nei bar, nei ristoranti. Il Ministero dei trasporti deve intervenire sulla mobilità e destinare fondi al comparto per permettere alle aziende di ristrutturarsi una volta finita la cassa integrazione.

"È un momento difficile - ha commentato ai microfoni di Affaritaliani.it Mario Resca, presidente di Confimprese -. La pandemia ha stravolto l’Occidente, l’Europa e tutti i Paesi sviluppati e il sentimento che abbiamo non è favorevole: le prospettive future sono preoccupanti. Lo Stato sta annaspando per dare una mano, mancano però una grande spinta allo sviluppo delle infrastrutture, la riforma della burocrazia, l'impulso sulla scuola, i grandi progetti che consentiranno alle generazioni future di creare reddito. Stiamo ricevendo dei sussidi, ma una volta terminati saremo più indebitati di prima. Non stiamo facendo investimenti che creino occupazione e le aziende saranno costrette a licenziare, avremo un calo dei consumi che è già in atto ora e avremo centinaia di migliaia di disoccupati".

"Cosa fare? Occorre un governo forte, determinato, meno ostaggio delle politiche partitiche di compiacenza. Abbiamo bisogna di grandi leadership e forza di un governo che sappia investire su spese produttive e non su spese che si disperdono, come il reddito di cittadinanza. Abbiamo giovani, famiglie, aziende in difficoltà. È necessario che le grandi associazioni come la nostra - Confindustria e Confcommercio per prime - si riuniscano e facciano fronte comune per stimolare scelte poco popolari per questo governo ma fatte per creare un futuro migliore. Siamo molto preoccupati”

Confimprese,  4 le richieste fondamentali al governo per la sopravvivenza del sistema. 

L'associazione ha diramato una nota stampa dettagliata nella quale si chiarificano le proposte indirizzate al governo. In sintesi innanzitutto la riduzione del costo del lavoro e del cuneo fiscale e la libertà  di mobilità dei lavoratori in caso di chiusura di singole attività produttive. La seconda richiesta riguarda il credito d’imposta per gli immobili commerciali, a proposito del quale si chiede la garanzia degli stessi benefici per tutti gli operatori. La terza è un ampliamento del fondo perduto per la ristorazione. L’ultima un più esteso sostegno al commercio, non solo quindi limitato al  centro storico. 

Veronesi, Econocom: “serve innovazione digitale per creare nuovo futuro”

Come commentato da Resca: “Coloro che avevamo investito nel digitale hanno avuto un vantaggio competitivo. C'è stata senz'altro un' accelerazione della rivoluzione digitale, partendo però da un Italia nel quale lo smart working e la didattica a distanza non era possibile ovunque,  tanto che una parte importante della popolazione non ha avuto la possibilità di accedervi”. 

 Di rivoluzione digitale ancora un po' monca ha parlato anche Emiliano Veronesi, dg del gruppo Econocom: “intelligenza artificiale, robotica, internet of things: sono strumenti digitali fondamentali perché è cambiata totalmente la customer experience. Ecco perché chi aveva già investito in innovazione digitale si è trovato avvantaggiato. Ci troviamo però in una situazione di incompiutezza: a metà della rivoluzione digitale. Non siamo stati capaci di cambiare tutti i processi in tempo”

“la performance è collegata al potenziale meno un fattore interno, che sono per lo più le paure dell’individuo. Non dobbiamo avere paura di innovare usando la nostra imprenditorialità italiana che ci contraddistingue in tutto il mondo. Non abbiamo altra scelta che fare delle scelte, ponendo l’individuo al centro”.  

Confimprese, Assemblea 2020:  Le interviste di Affaritaliani.it

La crisi è certamente globale, ma leggermente diversificata nei vari settori. Abbiamo raccolto le testimonianze dei manager presenti, rappresentanti di settori cruciali quali il food and beverage, l'arredo, l'elettronica, la consulenza e la cultura. 

Trend vendite ristorazione: -27,2%.  Delivery in rialzo del 18%.  Lazzaroni, Domino’s: “All’interno di questo panorama mutato, e nonostante le difficoltà, riusciamo comunque a finire l’anno in crescita. Entro la fine del 2020 apriremo altre 7 pizzerie”.

All’interno di uno scenario catastrofico, uno spiraglio arriva infatti dalle aziende che hanno puntato sulla consegna a domicilio:

"Noi di Domino’s Pizza - ha raccontato ai microfoni di Affaritaliani.it il CEO Alessandro Lazzaroni - siamo stati i primi in Italia a lanciare la delivery senza contatto, prima ancora che il Dpcm lo richiedesse. Abbiamo lavorato tutti questi mesi sulla sicurezza, affiancando dunque ad un ottimo prodotto un servizio chiaro, semplice e sicuro. Questo ci ha permesso di rimanere sempre aperti, anche durante il lockdown, e ci ha dato la possibilità di farci conoscere anche da parte dei clienti nuovi. Non solo sicurezza dei consumatori, ma anche dei nostri dipendenti: ai nostri rider, che noi assumiamo regolarmente e a cui forniamo i motorini elettrici, sono stati consegnati tutti i dispositivi di sicurezza necessari".

"A livello di numeri, nell'ultimo periodo la competizione è aumentata in maniera importante perché tutti hanno iniziato a fare consegne a domicilio. All’interno di questo panorama mutato, e nonostante le difficoltà, riusciamo comunque a finire l’anno in crescita. Entro la fine del 2020 apriremo altre 7 pizzerie".

Bagdali, Lavazza: “ Smartworking, svuotati i centri città. Ora puntiamo su take away e delivery”

Tuttavia, lo smartworking e la crisi del turismo hanno inevitabilmente svuotato i centri storici: "Stiamo attraversando un momento non facile per motivi sia contingenti, sia strutturali", ha spiegato ad Affaritaliani.it Gloria Bagdadli, head of Marketing Retailing di Lavazza. "Il Covid ha portato a un cambiamento nelle abitudini delle persone, tra queste - la più rilevante per il settore food & beverage - l'utilizzo massiccio dello smart working”.  L’azienda ha quindi puntato su nuove iniziative: “ Piano piano stiamo riprendendo ad avere una vita più simile alla precedente ma con presenze limitate, soprattutto negli uffici, con conseguente impatto rilevante per il settore. Le azioni che abbiamo messo in campo come Lavazza, sia per la rete food service sia per i flagship, sono state quelle di supportare le iniziative dei punti vendita puntando su attività come il take away e il delivery ma anche sull'implementazione di una nuova app che offre servizi al cliente finale"

 

Babbo, Natuzzi: “Arredo, pesa anche annullamento eventi”

Diego Babbo, Retail Director di Natuzzi, ha sollevato un’altra importante problematica: l’annullamento di eventi e fiere importanti come il Salone del Mobile:

 “La crisi portata dalla pandemia sto colpendo duramente tutti i settori. Quello dell’arredo a cui appartiene Natuzzi è stato particolarmente impattato a causa dell’annullamento di eventi fondamentali per il settore, primo tra tutti il Salone del Mobile. I piani di rilancio passano attraverso un processo di sviluppo della rete e di finanziamenti di dealer locali che credono nella nascita di nuovi brand”.

Scozzoli, Unieuro: “Siamo riusciti a recuperare con il rinnovamento del parco elettrodomestici casalingo, ma situazione resta preoccupante.”

Leggermente più ottimista Andrea Scozzoli, Chief Corporate Development di Unieuro, che ha detto: “Il lockdown è stato un periodo difficile, siamo riusciti solo in parte a recuperare i fatturati che sono stati persi grazie al rinnovamento del “parco elettrodomestici” casalingo. Rimane la preoccupazione per l’autunno in cui sembrano allargarsi nuovamente i focolai di Covid e per i provvedimenti che speriamo il Governo sia in grado di prendere presto sfruttando le risorse europee”. 

Riganti, Mondadori: "Libri e Librerie godono di buona salute. Puntare anche sul digitale"

Francesco Riganti, direttore marketing Mondadori Retail, ha commentato positivamente l'interesse degli italiani verso la lettura durante il periodo difficile del lockdown: “Abbiamo attraversato un momento difficile condiviso da tutto il settore, già il fatto che oggi si sia svolta in presenza significa una ripresa. Rappresento il settore del libro e delle librerie che oggi gode di buona salute. Le persone hanno riscoperto l’amore per i libri durante il lockdown. Il digitale rappresenta un’opportunità, oggi la tecnologia è un abilitatore. Noi come Mondadori abbiamo sviluppato progetti lungo il lockdown, uno chiamato “Mondadori storie” con l’intenzione di tener compagnia alle persone chiuse in casa.”

La Giglia, EY: “Per la consulenza digitale”

la giglia ey
VIDEO-Assemblea Confimprese 2020, La Giglia (EY): “Per la consulenza digitale”

“Il messaggio dell’assemblea è di forte spinta ad andare avanti. La consulenza si è adattata alla situazione: c’è, innanzitutto, la vicinanza ai nostri clienti per capire le loro priorità. Abbiamo lavorato molto per cercare di supportare nell’immediato e pensare a quello di cui potevano aver bisogno. Seguendo i trend delle altre nazioni, abbiamo proposto a livello digitale quello che potesse essere di successo in questo periodo di post lock-down, anche a medio termine, cercando di capire qual è la parte strutturale da cambiare nella società come modello di consumo e di fruizione del servizio di vendita”, ha concluso ai microfoni di Affaritaliani.it Carlo La Giglia, Director EY.