Economia

Assoconfidi, i Confidi offrono garanzie anche in tempi di emergenza sanitaria

Eduardo Cagnazzi

Dotta: "Programmare la ripartenza del Paese e delle imprese attraverso azioni con prospettive più ampie". No ai vincoli normativi per le risorse comunitarie

I Confidi esprimono apprezzamento per le azioni realizzate finora dal Governo e sostengono le proposte delle associazioni di categoria con l’obiettivo comune di contrastare il più possibile gli effetti del Covid-19 sul tessuto imprenditoriale del Paese e di creare le condizioni per supportare la ripresa economica nel prossimo futuro. Le conseguenze non sono solo economiche ma anche sociali, è necessario programmare la ripartenza del Paese e delle attività economiche attraverso azioni con prospettive più ampie. Lo dichiara il presidente di Assoconfidi, Gianmarco Dotta, secondo cui occorre delineare interventi per far fronte all’improvviso blocco operativo e per dare ossigeno alle imprese in modo da evitare che tale fase di stallo le porti al collasso, visto l’incessante crollo del fatturato e la crisi di liquidità che si sta verificando. “Come sempre, e oggi più che mai, il sistema dei confidi è pronto a sostenere le micro e piccole imprese dando valore alla mutualità, alla conoscenza diretta delle realtà produttive, alla prossimità ai territori per cogliere con prontezza le richieste delle pmi e trasformarle in proposte alle istituzioni e in azioni concrete”, sostienee Dotta.

Prima di tutto, i Confidi avanzano la richiesta di maggiore sostegno all’Unione europea, forti della assoluta straordinarietà e imprevedibilità di ciò a cui oggi stiamo assistendo. I vincoli normativi non hanno motivo di esistere; da sempre ritenuti eccessivamente stringenti, oggi sono un ostacolo alla sopravvivenza: in tale congiuntura Assoconfidi (un milione di imprese associate e 10 miliardi di finanziamenti garantiti) chiede che vengano rimossi o sospesi.

Tra le proposte avanzate con maggiore determinazione c’è quella della rimozione dei vincoli di destinazione delle risorse comunitarie, la revisione della classificazione del default, l’aumento del limite massimo del de minimis sugli aiuti di stato e la possibilità per i confidi di concedere garanzie al 100 %. Sul fronte della politica interna, l’organismo conferma il ruolo di strumento prioritario rappresentato dal Fondo di garanzia che rimane tra i protagonisti del supporto al credito per le piccole e microimprese.

“Alla luce del peggioramento dei parametri di riferimento esiste però la preoccupazione che molte imprese non possano accedere alla garanzia pubblica: ancora una volta i Confidi si candidano ad affiancare il sistema bancario nell’erogare il credito alle imprese in modo da dare risposta alle loro immediate esigenze. In tale contesto i confidi -soggetti autorizzati- potrebbero, a maggior tutela dell’azione pubblica, far accedere alla controgaranzia le imprese con maggiori difficoltà che a causa di tale emergenza rischierebbero di rientrare nella fascia non garantibile. Potrebbero inoltre, alle medesime condizioni, garantire operazioni di consolidamento del debito grazie al loro ruolo mutualistico tutelando gli specifici interessi delle imprese, oltre a consentire l’accesso ai benefici del FdG alle imprese agricole e della piscicoltura”.

Infine, un aiuto concreto potrebbe realizzarsi attraverso la concessione di contributi in conto capitale oppure evitando che le piccole e microimprese debbano sostenere i costi della garanzia. “Pensiamo ai voucher, erogati anche questi su risorse pubbliche da parte di Regioni e Camere di commercio, di cui le imprese potrebbero usufruire per beneficiare dell’intervento del Fondo di Garanzia o dei Confidi”.