Economia

Atlantia, dubbi del Ceo sui Benetton:"Per Castellucci vogliono solo dividendi"

“Me l’hanno detto in due per cui, insomma, una certa verità ci dovrebbe essere", dice Carlo Bertazzo in una intercettazione con il presidente Cerchiai

L’attuale amministratore delegato di Atlantia Carlo Bertazzo, che amministra il comparto infrastrutturale dell’impero delle partecipazioni dei Benetton, nutre qualche dubbio sulla condotta nella gestione del business, anche autostradale, da parte della famiglia di Ponzano Veneto. Emerge da alcune intercettazioni telefoniche della Guardia pubblicate dal Corriere della Sera e finite negli atti del Tribunale del Riesame che sta indagando sulla condotta dell’ex amministratore delegato di Atlantia Giovanni Castellucci per il disastro del ponte Morandi di Genova. Bertazzo è uomo di fiducia dei Benetton, ex direttore generale di Edizione Holding, la cassaforte di famiglia. 

Me l’hanno detto in due per cui, insomma, una certa verità ci dovrebbe essere. Dice che i Benetton hanno di fatto ingessato la società in quanto volevano solo dividendi, dividendi, dividendi. Dice che si è trovato così a gestire questa situazione…”, spiega Bertazzo in una conversazione dell’8 febbraio del 2020 (poco meno di un mese dopo il suo passaggio ad Atlantia), captata dalle Fiamme gialle, con il presidente Fabio Cerchiai. All’epoca, Bertazzo ha appena preso in mano il timone di Atlantia, dopo che i Benetton hanno accompagnato alla porta Castellucci, poi finito anche agli arresti domiciliari. 

Luciano Benetton
 

In sostanza, il nuovo numero uno spiega al presidente attualmente in carica che secondo il suo predecessore la famiglia trevigiana avrebbe ingessato Atlantia pensando solo al flusso di cedole, concetto emerso anche in altre intercettazioni che hanno coinvolto l’ex amministratore delegato di Edizione Gianni Mion, storico manager di riferimento dei Benetton.

Cosa non irrilevante, fa notare il Corriere, per gli inquirenti che stanno cercando le prove delle cause del disastro con un’idea di base: che la responsabilità ricada soprattutto sul concessionario autostradale, colpevole di aver pensato più agli utili che alla manutenzione e alla sicurezza del ponte.

Sulla pretesa “ingessatura” della società causata a Castellucci dai Benetton, Cerchiai - spiega sempre il quotidiano di via Solferino - ha però dei dubbi: “Faccio fatica a ricondurre questo pensiero a Castellucci. Se dicesse “i Benetton mi hanno maltrattato, sono dei cazzoni”, può essere. Ma che l’abbiano ingessato costringendolo con questi dividendi, non ci credo”. E lo stesso pensa Mion, che in un’altra intercettazione parla di difesa “indegna” di Castellucci che starebbe scaricando le responsabilità sui Benetton. «Mentre lui contemporaneamente sta lavorando con qualche fondo... per organizzare la cordata”, aggiunge Cerchiai.