Economia
Atlantia, i fondi alla porta per Aspi. Ma il rischio revoca li spaventa
Intanto arriva l'ultimatum di Cdp. Il nodo della manleva
C'è una strada alternativa, per ora finita sotto traccia, che sta coinvolgendo alcuni investitori che nel maggio scorso hanno iniziato una data room dopo aver espresso interesse per una quota azionaria in Aspi. Poi quel processo si era rallentato, viste le attese di un veloce accordo con Cassa Depositi e Prestiti. Ma ora gli advisor di Atlantia starebbero per riaprire la procedura.
Al lavoro sono da qualche mese i consulenti Mediobanca, Jp Morgan e Merrill Lynch oltre allo studio Gianni Origoni Grippo. Lo scrive Il Sole 24 Ore aggiungendo che tra il parterre di investitori che sarebbe sul dossier ci sarebbero il colosso americano degli investimenti Blackstone, che per l'operazione ha chiamato i banker di Lazard, ma anche altri fondi come gli americani di Kkr, gia' coinvolti in Italia nel dossier sulla rete unica di Tim, e gli australiani di Macquarie, a propria volta protagonisti in questi giorni su un altro fronte, quello dell'offerta per Open Fiber.
Tra i soggetti che potrebbero essere coinvolti nelle prossime settimane potrebbe esserci anche il fondo infrastrutturale australiano Ifm, anche se un portavoce del gruppo smentisce un interesse. In ogni caso, con una nuova data room, si potrebbero formare della cordate anche con investitori italiani. Il tema e' anche di mercato. Questi soggetti finanziari hanno infatti manifestato interesse mesi fa e Atlantia starebbe approfondendo dunque le candidature dei potenziali acquirenti nel rispetto di tutti gli stakeholder sia della holding sia di Aspi, a maggior ragione se si pensa che un processo competitivo di vendita della quota potrebbe avere un premio maggiore.
Se l'architettura finanziaria dell'operazione con la Cassa non dovesse concretizzarsi, viste le difficolta' evidenti di questi giorni, ci sarebbe la strada, che Atlantia ha tenuto aperta con il dual track varato ieri dal board: appunto quella della cessione della quota dell'88% di Aspi. Al momento non sarebbe invece stato sondato l'interesse di aziende strategiche del settore.
Il gruppo Gavio, per citare uno dei maggiori gruppi in Italia, al momento non si sarebbe assolutamente mosso, anche se l'apertura di una procedura ufficiale potrebbe scatenare anche l'interesse delle società autostradali italiane e straniere. La strada della vendita però rimane difficile perchè è stata subordinata ad alcune approvazione da parte del Ministero delle Infrastrutture e lo Stato ha posto come condizione per il ritiro della revoca il coinvolgimento di Cdp nel passaggio di consegne dai Benetton al pubblico del business delle concessioni autostradali. Un rischio-revoca tiene alla larga qualunque potenziale compratore che volesse subentrare.
Intanto, per evitare il dilatarsi dei tempi mentre va i scena il muro contro muro sulla concessione della manleva sul business autostradale da parte di Atlantia a Cdpi, il gruppo guidato da Fabrizio Palermo messo una scadenza: ha mandato infatti ieri una lettera alla holding guidata da Carlo Bertazzo in cui stabilisce nei prossimi 7 giorni il tempo massimo per trovare un’intesa in cui pretende il soddisfacimento della manleva ai nuovi azionisti che subentreranno nel capitale di Autostrade sollevandoli dalle responsabilità civilistiche per i danni indiretti che potrebbero scaturire dal processo in corso a Genova per il ponte Morandi.