Economia
Autostrade torna statale, cacciati i Benetton. Ma i pedaggi non caleranno
Arrivato il sì definitivo. Cdp e soci offrono 9,3 miliardi per Aspi, 2,4 andranno alla famiglia Benetton
Autostrade torna statale, cacciati i Benetton. Ma i pedaggi non caleranno
Autostrade è tornata in mano allo Stato. Ieri l’assemblea dei soci di Atlantia, che controlla l’88% del capitale, ha dato l’ok all’offerta avanzata dalla pubblica Cassa Depositi e Prestiti e dai due fondi speculativi Blackstone e Macquarie. Ha votato a favore - si legge sul Fatto Quotidiano - l’86% del capitale presente: non solo i Benetton (che controllano la holding con il 30%), decisi a vendere, ma anche i grandi fondi esteri. A volerla sintetizzare bruscamente, la vicenda Autostrade si chiude con l’uscita dei Benetton dopo oltre 20 anni, con l’ingresso, in qualche modo, dello Stato e un bilancio che non vede, in chiaro, né vincitori né vinti. Cdp e soci offrono 9,3 miliardi per Aspi, che Atlantia valorizza a bilancio 6,3 miliardi.
Tradotto: la holding - prosegue il Fatto - ottiene una plusvalenza finanziaria sulla partecipata di oltre 2 miliardi. Soldi che non dovrebbero andare agli azionisti sotto forma di dividendi (nel caso, ai Benetton spetterebbero 2,4 miliardi). Il colosso ha promesso di non farlo negli accordi col governo del 14 luglio 2020 e a destinare i ricavi per ridurre il pesante debito finanziario e avviare acquisizioni. Resta un punto: col controllo alla pubblica Cdp, cosa ci guadagnano i milioni di automobilisti che ogni giorno percorrono i 3.000 chilometri di rete Aspi? La generosa concessione e l’acquiescenza dei ministri di ogni colore hanno permesso ai manager della famiglia veneta di trasformare la concessionaria in un bancomat con pochi paragoni nel mondo. Insomma, spariti i Benetton arriverà la manutenzione, ma non il calo dei pedaggi.