Azionario, fondi global macro e liquidità. Investire ai tempi della volatilità
La peggiore partenza dal 2008 per le Borse mondiali si porta appresso tanta speculazione e sfiducia tra gli investitori. In primis per i dati in rallentamento dall'economia cinese, cui si è aggiunto a fine anno il discusso rialzo del costo del denaro dalla Fed e la spirale di discesa dei prezzi del petrolio che stanno costringendo i principali produttori a vendere le partecipazioni finanziarie nei fondi sovrani per far fronte allo squilibrio nei conti, e alle aggressive politice di dumping contro l'Iran e gli Stati Uniti nell'export. In questo scenario si sono aggiunte le incertezze legate alla nuova normativa europea che regola il salvataggio delle crisi bancarie, meglio conosciuta come "bail in" che ha dato adito a rumors sulla solidità o meno degli istituti. Come orientarsi nell'investire i propri risparmi? "Stiamo attraversando una fase di forte incertezza dove la speculazione ha preso di mira il settore finanziario sulla base di una generale sfiducia causata dall'evoluzione normativa e dai dubbi sulla mole delle sofferenze nel credito", spiega Fabio Brambilla, portoflio manager della Sgr svizzera Controlfida specializzata nel controllo della volatilità con gestioni dinamiche e distribuita in Italia da Banca Generali, che aggiunge: "E' un mercato fatto di bassi volumi e caratterizzato da scommesse direzionali al ribasso che innescano una spirale di vendite importanti e nuovi picchi di volatilità".
Qualcuno vede segnali di una nuova recessione, cosa ne pensa?
"I fondamentali macro non sono particolarmente negativi e quindi non crediamo vi siano questi rischi. L'America e l'Europa crescono con stime positive anche per il 2016. Anche dal fronte bancario poi la patrimonializzazione degli stessi istituti non presenta particolari criticità anche alla luce degli stress test".
Le Borse da inizio anno presentano però forti ribassi...
"Dal nostro osservatorio, riteniamo che l'azionario, alla luce della recente correzione, presenti livelli molto interessanti di entrata, in particolare in Europa, anche in relazione alle capacità di distribuire dividendi delle stesse società. Sul comparto finanziario la cautela resta d'obbligo ma anche in questo caso alcune realta', che sono leader in specifici ambiti come wealth management e private banking, hanno sofferto un deprezzamento tale che potrebbero tramutarsi in opportunita' una volta allontanato lo spauracchio di una crisi di sistema in Europa. Riteniamo che il permanere nel 2016 dell'enorme liquidità connessa alle politiche monetarie espansive delle banche centrali unitamente alla maggior solidità del sistema finanziario rispetto al 2008, siano elementi molto favorevoli nell'attuale situazione.
Come vedete il comparto obbligazionario?
"Già nel 2015 pensavamo che i mercati obbligazionari avessero un profilo rischio/rendimento poco interessante sia per il livello dei tassi che per quelli di credit spread. Ad oggi siamo preoccupati da un altro rischio poco menzionato che è il rischio di liquidità: il mercato secondario potrebbe avere problemi ad assorbire gli ingenti volumi che ci si puo' aspettare in vendita in caso di uno shock dei mercati (ad esempio tutto il comparto high yield Usa che risulta sovraesposto al settore energetico, in particolare shale oil)".
La Bce ha detto di voler intervenire nuovamente a marzo con nuove azioni di stimolo?
"Sì, ci aspettiamo anche noi che la Bce continuera' con una politica monetaria ultra-espansiva alla luce delle pressioni deflazionistiche e dal fatto che è ancora l'istituto piu' indietro tra le banche centrali globali per quanto riguarda le masse monetarie immesse sul QE (ad oggi "solo" 8% del Pil europeo contro il 30% delle manovre della Fed e quasi 40% del Boj) mentre non preoccupa l'inversione di tendenza della Fed che probabilmente sarà ancora più prudente nei prossimi mesi come già fatto intendere alla luce dei numerosi elementi destabilizzanti sia a livello geopolitico sia a livello economico".
Voi che tipo di strategia avete?
"Le nostre strategie, come Controlfida, sono costruite per proteggere l'investimento dal potenziale primo ribasso di mercato e allo stesso tempo per beneficiare del primo movimento al rialzo. Il valore generato dalle strategie deriva dal mantenere dinamicamente sempre lo stesso profilo di rischio rendimento asimmetrico, beneficiando delle anomalie e opportunita' della volatilita' sui mercati azionari".
Che tipo di asset allocation consigliate in questa fase?
"Alla luce dei recenti ribassi azionari suggeriamo ai nostri clienti di essere esposti almeno al 50% verso il settore azionario (in particolare il Vecchio Continente) attraverso fondi a bassa volatilita'. I fondi azionari a bassa volatilita' permettono di assorbire l'eventuale primo ribasso dei mercati, che e' un elemento molto importante in contesti difficili come quest'anno. Consigliamo poi di sostituire il reddito fisso in generale, in particolare le obbligazioni corporate e high yield, con fondi alternativi a rendimento assoluto (oggi disponibili in formato Ucits anche per la clientela private banking) che dovrebbero rappresentare un 20/25% dell'asset allocation. Tra questi menzioniamo i fondi che monetizzano la volatilita', particolarmente efficaci in questi contesti di mercato e i fondi global macro, che prendono posizioni anche ribassiste alla ricerca di un rendimento indipendente dall'andamento dei mercati. Il restante 20% dovrebbe rimanere in cash per approfittare di eventuali ribassi repentini come accaduto in questo inizio d'anno".