Economia

Banca d'Italia, compromesso al ribasso. Il balletto fra Visco, Colle e Lega-5S

Andrea Deugeni

Oltre alla beffa (la mancata "discontinuità" tanto invocata) anche il danno, a uno dei principi architrave delle moderne istituzioni statali e al corretto funzionamento istituzionale ovvero l'autonomia monetaria delle banca centrale. Con il compromesso in via di raggiungimento sulla questione del debito di Roma, a quanto pare, a meno di passi indietro dell’ultima ora, al Consiglio dei ministri di oggi dovrebbe arrivare anche la soluzione del nodo Bankitalia. 



Ignazio visco
 

Secondo le indiscrezioni, la soluzione al vaglio del premier Giuseppe Conte sarebbe quella di procedere con il via libera alle sole nomine di Fabio Panetta direttore generale e con Daniele Franco e Luigi Federico Signorini vice. Senza l’avvocato milanese Alessandra Perrazzelli, invisa soprattutto alla Lega perché ritenuta troppo vicina al Pd. 

Una soluzione che ratificherebbe le designazioni del Consiglio superiore della Banca d’Italia avvenute nel caso di Luigi Federico Signorini oltre due mesi fa e in quello dell’ex Ragioniere dello Stato un mese fa.  Un periodo in cui il governo, a parte qualche dichiarazione rilasciata da Matteo Salvini e da Luigi Di Maio, solo perché interpellati sul tema, hanno preferito non affrontare l'argomento in maniera ufficiale visti i delicati equilibri fra Palazzo Chigi, Quirinale e Banca d’Italia che hanno implicazioni in ultima battuta con la reputazione del Paese (con il terzo debito pubblico in rapporto al Pil più alto al mondo) sui mercati finanziari.

Fabio panetta ape
 

Accendendo il disco verde sulla nomina di Panetta a direttore generale, di Daniele Franco a vice dg e riconfermando Luigi Federico Signorini (riconferma su cui il governo dovrebbe anche spiegare perché non ha proceduto da subito con la promozione del decreto da inviare al Colle) e dopo aver chiesto una "forte discontinuità” (post-scandali bancari) nella banca centrale responsabile della vigilanza sul mercato del credito, Lega e M5S dicono ok a un Direttorio che per 4/5 ripropone membri già presenti nel vecchio organo o che già arrivano dalla Banca d’Italia (prima di approdare al Tesoro, Franco era funzionario in Via Nazionale, senza contare anche che il capo operativo della Vigilanza bancaria Carmelo Barbagallo è rimasto al suo posto).

L’unica che avrebbe potuto introdurre una reale discontinuità ai vertici dell'istituto anche perché arruolata dall’esterno, Alessandra Perrazzelli, è quella che per l'opposizione di Lega e M5S alla fine potrebbe rimanere fuori dal decreto che l’esecutivo deve inviare al Quirinale a cui alla fine spettano firma e promulgazione. 



C’è di più. Così facendo, oltre all’incoerenza sulla discontinuità, i due partiti di governo procedono con un tratto di penna su una nomina, come recita lo statuto di Via Nazionale, proposta dal Governatore ed effettuata dal Consiglio superiore, contravvenendo al principio dell’autonomia dell'autorità monetaria nel suo operato. Un’assoluta novità istituzionale e nella storia di Palazzo Koch. 


Sullo sfondo, poi, c'è il plotone su Ignazio Visco che il M5S sta preparando con l’affidamento della presidenza della Commissione d’inchiesta sulle banche a Gianluigi Paragone, passaggio a cui Mattarella ha già messo dei paletti precisi per non permettere al clima da campagna elettorale permanente di scassare il corretto funzionamento di uno dei gangli vitali dell’economia tricolore.

twitter11@andreadeugeni