Economia
Banche Popolari, il Consiglio di Stato conferma la legittimità della riforma
Il Consiglio di Stato conferma la legittimita' della riforma delle banche Popolari: la sesta sezione di Palazzo Spada, con una sentenza depositata oggi, ha in parte dichiarato improcedibili e in parte rigettato i motivi di ricorso diretti a contestare la legittimita' della riforma delle banche Popolari recata dal decreto legge del 2015 e dalle disposizioni attuative approvate dalla Banca d'Italia.
In particolare, spiega Palazzo Spada, la sesta sezione del Consiglio di Stato, dopo avere ricostruito gli obiettivi di interesse generale perseguiti in via normativa e avere ritenuto ragionevoli e proporzionate le misure previste per il loro conseguimento, ha confermato la legittimita' delle disposizioni con cui "e' stato prescritto un limite di attivo di 8 miliardi di euro, oltre il quale precludere l'utilizzo della forma giuridica della banca popolare e consentire lo svolgimento dell'attivita' bancaria con la forma della societa' per azioni, ritenuta dalla sezione maggiormente coerente al modello di business degli operatori di maggiori dimensioni e funzionale ad assicurare la realizzazione degli obiettivi di rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito": in particolare, il modello organizzativo della societa' per azioni e' stato reputato "idoneo e necessario" per assicurare il celere reperimento di capitale sul mercato, anche al fine di prevenire crisi bancarie che, in ragione delle interconnessioni tra gli istituti di credito, specie di grandi dimensioni, operanti in ambito non meramente locale, potrebbero produrre un effetto di contagio all'intero sistema, con riflessi anche in altri settori economici.
Inoltre, con la sentenza - lunga 156 pagine, viene confermata la legittimita' delle disposizioni sui "limiti al rimborso delle azioni in caso di recesso del socio, ritenuti ammissibili dal Consiglio di Stato soltanto se proporzionati, non potendo eccedere quanto necessario in ragione della situazione prudenziale della singola banca popolare interessata", di quelle con cui "sono state modificate le maggioranze per assumere le delibere assembleari aventi ad oggetto anche le trasformazioni di banche Popolari in societa' per azioni, trattandosi di misure funzionali a garantire l'obiettivo perseguito dalla riforma, di assicurare il rafforzamento patrimoniale degli istituti di credito, favorendo le relative operazioni di riorganizzazione societaria", e, infine, di quelle con le quali "e' stato attribuito alla Banca d'Italia un potere di attuazione della riforma normativa, ritenuto, tuttavia, limitato alla definizione delle condizioni tecniche necessarie per consentire il rispetto dei coefficienti patrimoniali minimi stabiliti dalla normativa prudenziale europea, senza, dunque, alcuna possibilita' per la Banca d'Italia di svolgere una valutazione politico-discrezionale sugli interessi in gioco", conclude il Consiglio di Stato.