Economia
Banche, vero: le italiane le più solide in Europa. Bomba derivati da 1.400 mld
Le banche italiane, che soffrono il debito pubblico, sono più sane di quelle tedesche e francesi. Le analisi di bilancio
In Italia i due indici sono pari rispettivamente al 7,7% e al 63,4% dunque meglio in entrambi i casi. In Francia, invece, il Roe medio delle banche è pari al 6,9% e il cost/income al 73,1%, in Germania addirittura al 3,1% e all’81,3%, solo in Spagna la situazione è migliore con un Roe del 9% e un cost/income del 51,8%.
Cosa significano questi numeri? Che in Italia oltre che ripulire gradualmente i bilanci delle “scorie” accumulatesi con gli anni, le banche hanno proceduto a un’ampia ristrutturazione con riduzione del numero delle filiali ed espulsione di personale, tagliando i costi e non potendo incrementare i ricavi (che anzi sono solitamente scesi, complice un’economia che continua a non crescere).
Se le banche italiane sono mediamente più in salute delle loro concorrenti francesi e tedesche, non solo ci si dovrebbe aspettare cautela da parte dei nostri istituti nel procedere ad eventuali acquisizioni transfrontaliere, come effettivamente finora è stato, ma anche che il mercato valorizzasse di più gli istituti tricolori che non quelli francesi o tedeschi.
Così non è quasi mai, complice l’esposizione al “rischio Italia” (ossia al debito pubblico italiano): così mentre Deutsche Bank tratta ad un livello di prezzo pari ad oltre 567 volte l’utile per azione e Commerzbank ad 11,41 volte, Bnp Paribas esprime un multiplo di 8,07 volte e Credit Agricole di 8,72 volte, mentre Unicredit tratta 7 volte gli utili, Ubi Banca 7,21 volte e solo Intesa Sanpaolo arriva a 9,48 volte.