Economia
Banche, vero: le italiane le più solide in Europa. Bomba derivati da 1.400 mld
Le banche italiane, che soffrono il debito pubblico, sono più sane di quelle tedesche e francesi. Le analisi di bilancio
Se poi si confrontano i valori assoluti si scopre che di Npl nelle casse del sistema bancario europeo ne rimanevano a fine 2018 657 miliardi, mentre di derivati tossici ve n’erano più del doppio, ossia 1.450 miliardi. Ce n’è abbastanza per dire che se la qualità del credito è certamente un problema da risolvere in modo strutturale, perché legato all’attività tipica di una banca commerciale (prestare denaro e guadagnare dalla differenza tra tassi attivi e passivi), quello dei derivati è altrettanto un problema che non può più essere ignorato se non si vuole rischiare il collasso di una o più banche sistemiche quando scoppierà una nuova crisi sui mercati finanziari.
Ma non è tutto qui: proprio l’esigenza di procedere a corpose pulizie di bilancio, unita alla strategia di tassi sottozero portata avanti dalla Bce per evitare il collasso del mercato del credito in questi ultimi anni hanno causato un crollo della redditività delle attività bancarie europee.
Fare prestiti, mediamente, rende (in termini di Roe, ossia di ritorni sul capitale) in Europa il 6,9% all’anno, a fronte di un rapporto costi/ricavi (o cost/income ratio) del 65,6%.
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