Economia
Bankitalia, debito pubblico in calo. Panetta: "Africa? Strategica"
Per il governatore della Banca d’Italia il potenziale di espansione del continente africano è evidente
Conti pubblici: Bankitalia, a gennaio debito scende a 2.848,7 mld (-14,1 mld)
A gennaio il debito delle Amministrazioni pubbliche è risultato pari a 2.848,7 miliardi. La diminuzione (14,1 miliardi) rispetto al valore di dicembre 2023 riflette il calo delle disponibilità liquide del Tesoro (15,7 miliardi, a 34,2) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio che hanno complessivamente ridotto il debito di 1,3 miliardi, parzialmente compensati dal fabbisogno (2,9 miliardi). Lo indica la Banca d'Italia nella pubblicazione statistica “Finanza pubblica: fabbisogno e debito”.
Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è diminuito di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,4 miliardi e quello degli Enti di previdenza di circa 0,1. La vita media residua è risultata pari a 7,9 anni.
La quota del debito delle Amministrazioni pubbliche detenuta dalla Banca d’Italia è lievemente diminuita al 24,2 per cento; a dicembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta da non residenti è risultata pari al 27,6 per cento (dal 27,5 del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta sostanzialmente stabile, al 13,4 per cento.
Aumentano a gennaio le entrate tributarie che secondo gli ultimi dati di Bankitalia sono state pari a 46,5 miliardi, in aumento del 5,1% (2,3 miliardi) rispetto al corrispondente mese del 2023.
Bankitalia spiega che la diminuzione (14,1 miliardi) rispetto al valore di dicembre 2023 riflette il calo delle disponibilità liquide del Tesoro (15,7 miliardi, a 34,2) e l’effetto degli scarti e dei premi all’emissione e al rimborso, della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione e della variazione dei tassi di cambio che hanno complessivamente ridotto il debito di 1,3 miliardi, parzialmente compensati dal fabbisogno (2,9 miliardi). Con riferimento alla ripartizione per sottosettori, il debito consolidato delle Amministrazioni centrali è diminuito di 13,6 miliardi, quello delle Amministrazioni locali di 0,4 miliardi e quello degli Enti di previdenza di circa 0,1. La vita media residua è risultata pari a 7,9 anni. La quota del debito delle Amministrazioni pubbliche detenuta dalla Banca d’Italia è lievemente diminuita al 24,2 per cento; a dicembre (ultimo mese per cui questo dato è disponibile) quella detenuta da non residenti è risultata pari al 27,6 per cento (dal 27,5 del mese precedente), mentre quella in capo agli altri residenti (principalmente famiglie e imprese non finanziarie) è rimasta sostanzialmente stabile, al 13,4 per cento.
LEGGI ANCHE: Bankitalia, Panetta: "Inflazione sotto controllo, Pil 2024 inferiore all'1%"
Fabio Panetta nell'intervento alla XV conferenza tra il ministero degli Affari esteri e Bankitalia
"Restrizioni al commercio internazionale e alla mobilità del lavoro e dei capitali possono ridurre il grado di efficienza economica, limitare le opportunità di diversificazione dei rischi e ostacolare la diffusione di tecnologie, conoscenze e idee, con rischi e costi potenzialmente elevati". Così il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta nell'intervento letto dal segretario del direttorio Gian Luca Trequattrici alla XV conferenza tra il ministero degli Affari esteri e Bankitalia.
"La diplomazia ha un ruolo essenziale al fine di contenere gli effetti negativi di queste tendenze, salvaguardando gli interessi italiani ed europei e rinsaldando la cooperazione con le aree del mondo con ampie opportunità di sviluppo", aggiunge.
"Negli ultimi anni abbiamo assistito a un forte aumento delle restrizioni commerciali determinato soprattutto dal serrato confronto tra Stati Uniti e Cina, oltre che dalla riemersione di tendenze protezionistiche. Dal 2017 la quota di mercato degli esportatori cinesi negli Stati Uniti si è ridotta di 9 punti percentuali. Il calo è stato maggiore, pari a 15 punti percentuali, per i prodotti ad alto contenuto tecnologico e per quelli utilizzabili a fini militari", rileva.
"Gli eventi degli ultimi mesi – dalla crisi nel Mar Rosso alle tensioni politiche in altre regioni dell’Asia, dell’Africa e del Medio Oriente – sembrano confermare l’avvio di una fase storica in cui l’incertezza e l’instabilità del quadro geopolitico globale potrebbero rappresentare la norma, non l’eccezione". Così il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta nell'intervento letto dal segretario del direttorio Gian Luca Trequattrici alla XV conferenza tra il ministero degli Affari esteri e Bankitalia.
"In un tale scenario il rallentamento del commercio internazionale che prima ho definito fisiologico rischia di trasformarsi in un vero e proprio processo di 'deglobalizzazione' foriero di rischi assai elevati, soprattutto per le economie strettamente integrate negli scambi internazionali come quelle dell’Italia e della Ue", afferma.
"Per l’Italia il rafforzamento del partenariato con l’Africa può avere una valenza strategica". "Il potenziale di espansione di quel continente è evidente - afferma - così come il suo ritardo economico. All’abbondanza di risorse naturali – incluse le materie prime essenziali per la produzione di energie rinnovabili – si aggiunge una popolazione giovane e in crescita". "In mancanza di politiche di cooperazione e assistenza lungimiranti, sarebbe invece difficile arginare la pressione migratoria delle popolazioni africane verso aree in grado di offrire migliori condizioni di vita. Se da un lato ciò incrementerebbe l’offerta di lavoro in paesi afflitti da una chiara tendenza all’invecchiamento, dall’altro lato un afflusso migratorio incontrollato porrebbe complessi problemi di integrazione sociale e lavorativa", sottolinea.
"Il programma del G7 a presidenza italiana assegna un ruolo centrale ai temi dello sviluppo e delle relazioni economiche e politiche con l’Africa, in continuità con iniziative già in corso a livello internazionale, come la cosiddetta Partnership for Rise (Resilient and Inclusive Supply-chain Enhancement)". Inoltre, "il Piano Mattei del Governo italiano mira anch’esso a promuovere iniziative di cooperazione con i paesi africani, soprattutto con riferimento alla realizzazione di opere infrastrutturali, nelle quali le imprese italiane vantano una consolidata esperienza nel continente", aggiunge.
"Stime recenti indicano che una frammentazione del commercio internazionale tra “blocchi” di paesi comprimerebbe il benessere della popolazione mondiale in media del 5 per cento. Secondo altre analisi, se la frammentazione limitasse la diffusione delle tecnologie la perdita di benessere salirebbe al 10 per cento". Così il governatore della Banca d'Italia Fabio Panetta nell'intervento letto dal segretario del direttorio Gian Luca Trequattrini alla XV conferenza tra il ministero degli Affari esteri e Bankitalia.
"Una crisi del sistema di cooperazione e dell’assetto multilaterale della governance mondiale limiterebbe inoltre la capacità di rispondere a questioni globali come il cambiamento climatico e i rischi di pandemie. Ma gli effetti negativi di una deglobalizzazione disordinata oltrepasserebbero il campo strettamente economico. Essi finirebbero per ripercuotersi negativamente sulle relazioni politiche, la cooperazione, la pace", aggiunge.