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Economia
BatteroTech punta sul rilancio di Torino: "Siamo qui per investire nell'auto"

BatteroTech, il colosso cinese ha scelto l'Italia. Il rilancio industriale di Torino

Uno dei colossi delle batterie a litio per auto elettriche sbarca a Torino. Si tratta della società cinese BatteroTech, uno dei gruppi più grandi al mondo. La società cinese in questione sviluppa soluzioni di ricarica per auto ed é parte del gruppo minerario cinese (dal rame al nickel e il litio) Tsingshan, 56 miliardi di dollari fatturato e più di 60 mila dipendenti. Il gruppo ha deciso di aprire i suoi uffici - si legge su Corriere Torino - proprio sotto la Mole, in piazza Solferino. Non è ancora la fabbrica di pacchi batterie richiesta a gran voce da parte del territorio per il rilancio industriale di Torino, ma si tratta di una sede, la prima in Europa, di un nuovo protagonista della mobilità elettrica. "Iniziamo a piccoli passi con una sede che ospiterà una dozzina di persone", ha spiegato Benson Feng, vicepresidente dell'azienda tecnologica che fa capo a Tsingshan.

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"L’obiettivo - prosegue Feng a il Corriere Torino - è sviluppare una rete commerciale per le nostre batterie e collaborare con aziende come Stellantis. Abbiamo scelto di stabilirci a Torino e non a Milano perché qui c’è un indotto competitivo. Vogliamo investire e un giorno anche produrre batterie su larga scala. Per noi Torino resta la città di riferimento per l'auto in Italia. Vogliamo investire e produrre in Europa batterie per auto elettriche — continua Benson Feng—. A Torino riscontriamo le migliori condizioni tecnologie e industriali per investire". La crescita delle immatricolazioni di vetture del Far East, già competitive dal punto di vista tecnologico e dei prezzi, ha messo in allarme l’Unione Europea. Tanto che Bruxelles ha preso in considerazione, con l’avvio dell’inchiesta "anti-sussidi" diretta a evidenziare come i mercati siano inondati di auto elettriche cinesi a low cost, l’ipotesi di erigere dazi e barriere doganali. In questo contesto, di tensioni diplomatiche, con Pechino che accusa Bruxelles di "protezionismo" si inserisce la mossa della società del gruppo Tsingshang.

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