Economia
Bce, gli occhi del mercato su Draghi. Braccio di ferro a Francoforte
“Deboli prospettive dell'economia, scarsa inflazione nell'area dell'euro (che vale circa la metà del target statutario della Bce al 2%, ndr) e la Brexit imminente”. Giustifica così il quotidiano tedesco Handelsblatt le "ulteriori misure di politica monetaria espansiva” che la Bce, che ha riunito il consiglio direttivo dalle 9 di questa mattina, probabilmente annuncerà a breve, in conferenza stampa. La scommessa di Draghi è che, alla fine, le preoccupazioni per la guerra dei dazi, una Brexit pericolosa e una frenata globale dell'economia prevarranno sulla linea attendista che vorrebbe una Bce ancora alla finestra.
Ma il numero uno dell'Eurotower, che presiede il penultimo consiglio direttivo del suo mandato, deve fare i conti con le banche, che si sentono penalizzate da un nuovo taglio dei tassi. E con un gruppo di Paesi che stanno alzando una barriera senza precedenti al rilancio del Qe, tanto da alimentare voci secondo cui l'annuncio potrebbe slittare.
Di fronte a un’inflazione al palo, già a giugno Mario Draghi aveva preparato al terreno a un nuovo pacchetto di stimolo monetario.
L'euro nel frattempo è sceso, i rendimenti pure (il Btp decennale sotto l'1%, il bund trentennale addirittura negativo) e le Borse hanno recuperato, nell'attesa di una ripresa degli acquisti di bond attesi a circa 30 miliardi al mese; un taglio dei tassi da -0,4% a -0,5 o persino -0,6%; una nuova “forward guidance” che escluderebbe qualsiasi taglio dei tassi su un orizzonte più dilatato rispetto a "metà 2020" indicato finora. Nel frattempo, però gli ostacoli sulla via del nuovo bazooka di Draghi sono aumentati.
Vuoi perchè Draghi è agli sgoccioli del mandato (termina il 31 ottobre), dunque un po' indebolito. Vuoi perchè in molti vorrebbero mettere i puntini sulle ì con Christine Lagarde, la francese che gli succederà nel segno della continuità con la linea interventista dell'italiano. E una delle ragioni che circolano in ambienti tedeschi è che Draghi avrebbe forzato un po' la mano legando le mani al consiglio direttivo, facendo assaporare ai mercati una mossa dopo la quale un dietrofront provocherebbe uno scossone.
Non c'è solo l'opposizione al Qe espressa da settimane dai governatori falchi di Paesi come Germania, Austria, Finlandia Olanda e dalla consigliera esecutiva (tedesca) Sabine Lautenschlaeger. C'è anche la posizione prudente di Francois Volleroy de Galhau (Banca di Francia) che fa sussurrare alcuni che la Bce, anzichè varare in queste ore un nuovo Qe come appariva ormai scontato, potrebbe prendere ancora tempo. Un abile lavoro di costruzione del consenso aspetta dunque Draghi. E lo stesso vale per Lagarde da novembre in poi.
(Segue...)