Economia
Bce, Lagarde tira dritto e alza i tassi d'interesse di 50 punti
Nonostante le richieste dei mercati il consiglio direttivo della Bce ha deciso, come anticipato a gennaio, di innalzare i tassi di 50 punti base
La Bce alza i tassi e non fornisce indicazioni su eventuali futuri rialzi
La presidente della Banca Centrale europe Christine Lagarde tira dritto. Nonostante le richieste dei mercati, alla luce dei problemi degli ultimi giorni nel settore bancario, il consiglio direttivo della Bce ha deciso (come anticipato nella riunione di gennaio) di innalzare di 50 punti base i tre tassi di interesse di riferimento.
Una mossa dettata dalla considerazione che "l’inflazione dovrebbe rimanere troppo elevata per un periodo di tempo troppo prolungato".
Ma la Bce questa volta non fornisce indicazioni sugli eventuali rialzi futuri ribadendo come "l’elevato livello di incertezza accresce l’importanza di un approccio fondato sui dati per le decisioni del Consiglio direttivo sui tassi di riferimento, che saranno determinate dalle sue valutazioni sulle prospettive di inflazione alla luce dei nuovi dati economici e finanziari, dalla dinamica dell’inflazione di fondo e dall’intensità di trasmissione della politica monetaria".
Bce: per l'Eurozona riviste le stime 2023, Pil +1% e inflazione al 5,3%
Nella riunione del Consiglio Direttivo sono state presentate le nuove proiezioni macroeconomiche degli esperti della BCE che per l'inflazione vedono un dato rivisto al ribasso soprattutto per effetto del minore contributo delle quotazioni energetiche: ora l'Eurotower stima una inflazione in media al 5,3% nel 2023, al 2,9% nel 2024 e al 2,1% nel 2025. Anche se, si precisa, le pressioni di fondo sui prezzi restano intense.
Anche "le proiezioni per la crescita nel 2023 sono state corrette al rialzo nello scenario di base, collocandosi in media all’1,0% per effetto sia del calo delle quotazioni energetiche sia della maggiore tenuta dell’economia al difficile contesto internazionale. Gli esperti della BCE si attendono poi che la crescita aumenti ancora all’1,6% sia nel 2024 sia nel 2025, sostenuta dal vigore del mercato del lavoro, dal miglioramento del clima di fiducia e dalla ripresa dei redditi reali".
Si tratta per il dato 2024 e 2025 di una crescita "inferiore rispetto alle proiezioni di dicembre, di riflesso alla politica monetaria più restrittiva".
Le proiezioni tuttavia, sono state "ultimate agli inizi di marzo, prima delle recenti tensioni emerse nei mercati finanziari", tensioni che "comportano pertanto ulteriore incertezza riguardo alle valutazioni dello scenario di base per l’inflazione e la crescita.