Economia

Bnp Paribas, primo semestre 2019 utile netto a +3,1% rispetto 2018

BNP Paribas registra nel trimestre un incremento dell’attività, in un contesto europeo caratterizzato da crescita economica ancora positiva ma in rallentamento

Il 30 luglio 2019, il Consiglio di Amministrazione di BNP Paribas, riunitosi sotto la presidenza di Jean Lemierre, ha esaminato i risultati del Gruppo per il secondo trimestre 2019 e ha chiuso i conti relativi al primo semestre.

CRESCITA DELL’ATTIVITÀ E INCREMENTO DEGLI UTILI

BNP Paribas registra nel trimestre un incremento dell’attività, in un contesto europeo caratterizzato da una crescita economica ancora positiva ma in rallentamento, che lascia prevedere un protrarsi dello scenario di tassi bassi.

Il margine di intermediazione, pari a 11.224 milioni di euro, cresce dello 0,2% rispetto al secondo trimestre 2018.

Nelle divisioni operative, il margine di intermediazione è in crescita del 2,5% (+1,4% a perimetro e tassi di cambio costanti), con una leggera flessione in Domestic Markets1 (-0,3%), dove l’effetto del contesto di tassi bassi non è stato completamente compensato dal dinamico sviluppo dell'attività, in particolare nelle linee di business specializzate, ma con un incremento in International Financial Services (+3,4%2) a seguito del soddisfacente sviluppo dell'attività e in CIB (+4,0%) trainato in particolare dalla buona progressione di Corporate Banking. Il margine di intermediazione risulta in calo nel Corporate Centre a causa dell’effetto di perimetro rappresentato dal deconsolidamento di First Hawaiian Bank nel 2018.

I costi operativi del Gruppo, pari a 7.435 milioni di euro, sono in aumento dello 0,9% rispetto al secondo trimestre 2018 ed includono l’impatto non ricorrente dei costi di trasformazione del piano 2020, dei costi di ristrutturazione derivanti in particolare dalle acquisizioni4 e dei costi di adattamento delle linee di business (piano esodi) per un totale di 336 milioni di euro (275 milioni di euro nel secondo trimestre 2018). Al netto di tali elementi non ricorrenti, i costi crescono solo dello 0,1% e consentono di ottenere un effetto forbice positivo.

I costi operativi delle divisioni operative crescono dell’1,8% rispetto al secondo trimestre 2018 (stabili a perimetro e tassi di cambio costanti): in calo dello 0,5% in Domestic Markets, con una flessione nelle reti (-1,2%) e un aumento nelle linee di business specializzate a seguito dello sviluppo dell’attività, essi aumentano del 4,3% per International Financial Services (+0,8% a perimetro e tassi di cambio costanti) e crescono dell’1,3% in CIB. I costi operativi sono in calo nel Corporate Centre a seguito del deconsolidamento di First Hawaiian Bank nel 2018.

Le divisioni operative registrano un effetto forbice positivo grazie all'attuazione, in linea con il piano 2020, di misure di riduzione dei costi (199 milioni di euro di economie ricorrenti generati nel trimestre, per un totale di 1,5 miliardi di euro dall’avvio del programma, all’inizio del 2017, e un obiettivo di 3,3 miliardi di euro nel 2020).

Il risultato lordo di gestione del Gruppo si attesta quindi a 3.789 milioni di euro, con un calo dell’1,3%, e registra un aumento del 3,9% per le divisioni operative.

Il costo del rischio, che ammonta a 621 milioni di euro, aumenta di 54 milioni di euro rispetto al secondo trimestre 2018 a causa delle crescita degli impieghi. Con 30 punti base in rapporto agli impieghi a clientela, il costo del rischio resta a un livello contenuto, attribuibile in particolare al buon controllo dei rischi in fase di origination, al contesto di tassi bassi e all’ulteriore miglioramento in Italia.

Il risultato operativo del Gruppo, pari a 3.168 milioni di euro (3.271 milioni di euro nel secondo trimestre 2018) è quindi in calo del 3,1%, ma è in crescita del 2,2% per le divisioni operative.

L’altro risultato netto non operativo ammonta a 209 milioni di euro (182 milioni di euro nel secondo trimestre 2018) e registra l’impatto straordinario della plusvalenza derivante dalla cessione del 2,5% di SBI Life in India, seguita dal deconsolidamento della partecipazione residua (+612 milioni di euro) e dalla svalutazione parziale del goodwill di BancWest (-500 milioni di euro).

L’utile ante imposte, pari a 3.377 milioni di euro (3.453 milioni di euro nel secondo trimestre 2018), è quindi in calo del 2,2%, ma è in crescita dell’1,8% per le divisioni operative.

Il tasso medio di imposizione sugli utili si attesta al 22,3%, grazie in particolare alla debole tassazione sulla plusvalenza da cessione a lungo termine di SBI Life.

L'utile netto di Gruppo è pari a 2.468 milioni di euro, con un incremento del 3,1% rispetto al secondo trimestre 2018.

Al 30 giugno 2019, il Common Equity Tier 1 ratio si attesta a 11,9%, con un incremento di 20 pb rispetto al 31 marzo 2019 grazie alla generazione organica di capitale del trimestre e all’impatto positivo del deconsolidamento di SBI Life. Il leverage ratio1 si attesta al 4,1%. Le riserve di liquidità immediatamente disponibili del Gruppo ammontano a 330 miliardi di euro, equivalenti ad oltre un anno di margine di manovra rispetto alle risorse di mercato.

L’attivo netto contabile per azione è pari a 75,7 euro (dopo il pagamento nel trimestre del dividendo di 3,02 euro per azione), con un tasso di crescita media su base annua del 4,9% dal 31 dicembre 2008, ad illustrazione della continua creazione di valore attraverso il ciclo.

Il Gruppo sta attuando attivamente il suo piano 2020, rafforzando al tempo stesso il suo sistema di controllo interno e di compliance. BNP Paribas conduce una politica ambiziosa di impegno sociale, con iniziative ad elevato impatto in favore della responsabilità etica, dell’innovazione sociale e ambientale e di un’economia low carbon. La sua attività in questo campo ha ricevuto vari riconoscimenti: al Gruppo è stato assegnato quest'anno il titolo di World’s Best Bank for Corporate Responsibility dalla rivista Euromoney.