Economia

Bollette, boom di truffe con la fine del mercato tutelato. Come riconoscerle

di Donal Cantonetti

Ecco tutti i segnali che possono ricondurre a un tentativo di truffa da parte di un finto operatore

Boom di truffe con la fine del mercato tutelato dell'energia. Ecco come riconoscerle e smascherarle

Si avvicina la dead line fissata il primo luglio per la fine del mercato tutelato energetico. Milioni di italiani (si stima 5 mln circa, esclusi i vulnerabili) non potranno più beneficiare dei prezzi calmierati e dovranno necessariamente passare al mercato libero, cioè al migliore offerente.

Per gli indecisi sarà comunque possibile una sorta di limbo di 36 mesi, definito di tutele graduali, vale a dire un arco di tempo nel quale il gestore verrà individuato da Arera in aree geografiche definite, mediante asta. Allo scorrere del tempo e con l'avvicinarsi della data prestabilita, però, aumentano proporzionalmente le truffe telefoniche (per la maggioranza) che propongono un cambio di gestore. Segnalate da nord a sud Italia, possono articolarsi in diverse forme: dal finto tecnico che, in presenza, deve verificare il contatore della luce, fino al cosiddetto phishing, truffa che prevede l’invio di false e-mail nelle quali l’utente viene invitato ad attivare nuove offerte molto vantaggiose.

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Le mail simulano, nella grafica e nei contenuti, le comunicazioni inviate da un fornitore energetico e spesso vengono inviate da indirizzi di posta elettronica molto simili a quelli delle compagnie energetiche. La confusione, mista alla pressione del dover scegliere un fornitore che possa gestire l'utenza in modo adeguato, con un prezzo ragionevole e per lo più in così poco tempo, spinge i consumatori nel tranello. Che non riguarda però soltanto gli anziani, ma utenti di tutte le fasce di età, adescati con tecniche aggressive volte a sottomettere l'interlocutore con parole poco chiare e ritmi pressanti.

Per difendersi dai finti gestori telefonici, che ricordiamo essere la maggioranza dei casi, purtroppo può non essere sufficiente l'iscrizione al nuovo Registro delle Opposizioni (www.registro delle opposizioni.it), che comunque se attivata garantisce di sapere che dall'altro capo del telefono ci sono dei truffatori. Ma se per un motivo o per l'altro non si è proceduto a questa operazione, l'importante è essere preparati ad individuare i possibili ciarlatani. Sicuramente il primo segnale quando alziamo la cornetta del telefono è quello di sentire una risposta dall'altra parte: se non avviene in 3-4 secondi al massimo, è certo che sono dei call center che hanno bisogno del sistema meccanizzato prima di iniziare la conversazione.

Un altro punto importante quando si avvia la comunicazione è l'identificazione del soggetto che ci sta parlando: nome, cognome, numero di matricola. In passato, molte delle truffe telefoniche erano volte ad estorcere un sì o un certo (ma anche ok o accetto) rispetto alla domanda lei è il signor Rossi? E con queste paroline il contratto era avviato e si riceveva a casa senza aver aderito. La legge italiana, infatti, prevede i cosiddetti accordi verbali. Hanno la medesima legittimità di quelli scritti e sono allo stesso modo validi e vincolanti. Pertanto, è bene fare attenzione alle parole pronunciate al telefono.

Imparato anche questo, va specificato che un gestore certificato non chiederà mai, ad esempio, dati fiscali, oppure il Pod (Point Of Delivery), cioè il codice alfanumerico descritto in bolletta e che ne identifica l'utenza. Semplicemente perché se è il nostro gestore conosce già i nostri dati e non ha bisogno di ulteriori conferme. Ma di bufale in questo campo ce ne sono molte, nonostante l'Arera sul suo sito (www.arera.it), abbia messo in guardia gli utenti e specificato bene che nessun consumatore rimarrà senza elettricità dopo il 1 luglio 2024. Per cui se al telefono qualcuno ci proponesse di sottoscrivere un contratto energetico pena rischio di chiusura utenza, evidentemente ci sta ingannando.

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Per due motivi: primo perché come abbiamo detto non è vero, secondo un contratto è meglio sottoscriverlo di persona e non al telefono, in quanto l'operatore non può certo descrivere ampiamente tutte le parti dell'offerta. Ad esempio la quota di materia prima e quella di commercializzazione fissa. Pubblicizzare o omettere una delle due, è già segnale di truffa. Ma ciò che deve insospettire di più è l'incalzare delle domande, la pressione nel chiedere delle risposte e la velocità del ritmo della conversazione, finalizzata ad una conferma che non lascia la possibilità di informarsi.

E' chiaro che il consumatore vuole trovare un'offerta conveniente, ma è altrettanto vero che è meglio cercarla comparandola a quella di vari gestori, cioè contattare noi chi pensiamo sia il gestore migliore per le nostre esigenze. In questo senso, Consumerismo non profit ha segnalato che nel primo trimestre del 2024 si sia registrata un'impennata delle modifiche unilaterali dei contratti da parte dei fornitori: la mancata ricezione, da parte dei consumatori, del preavviso di modifica delle tariffe.

Una pratica non conforme alle disposizioni del codice di condotta commerciale stabilito dall’Arera che impone l’invio di una comunicazione scritta al consumatore almeno tre mesi prima dell’effettiva applicazione delle nuove tariffe, con le modifiche che diventano effettive solo dal primo giorno del mese successivo alla data di ricevimento del preavviso.

Anche per questo motivo, proprio in virtù dell'aumento delle truffe nel nostro Paese, siano esse informatiche, digitali, telefoniche o porta a porta, Conusmerismo.it e facile.it si sono unite per una campagna informativa denominata STOP ALLE TRUFFE. Che spiega in maniera semplice come essere informati e di conseguenza preparati nel difendersi. E' bene sapere, infatti, che sono 4 i milioni di italiani che sono stati truffati nel 2023 e che il danno economico derivante è di oltre un miliardo di euro.

Comunque, in caso di truffe relative alla sottoscrizione di offerte, è bene rivolgersi direttamente all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato. I contatti per inviare una segnalazione: protocollo.agcm@pec.agcm.it, oppure Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato, Piazza Giuseppe Verdi 6/A - 00198 Roma. Se volete poi essere ancora più sicuri dell'efficacia della vostra denuncia, c'è sempre la Polizia postale competente in materia di truffe digitali o informatiche, oppure la Polizia di Stato che si occupa di quelle porta a porta o telefoniche. Denunciare è fondamentale. Sul totale dei truffati nel 2023, poco più della metà ha deciso di sporgere denuncia. Un po' poco per innescare l'effetto boomerang.