Economia
Borsa/ Banco, Saipem, Ovs e Unieuro: la "Caporetto" dei ribassisti
Ecco la geografia aggiornata sui titoli preferiti dagli shortisti Marshall Wace, Capital Fund, Caxton, Sylebra, Worldquant, Citadel, Aqr Capital e Bridgewater
Ieri è stata una “Caporetto” per i ribassisti di tutto il mondo. Il violento e corale strappo verso l’alto delle Borse, sull’onda del piano da 2mila miliardi di dollari del Tesoro americano per sostenere l’economia Usa e del maxi bazooka della Federal Reserve, ha preso di sorpresa tutti quei fondi che avevano posizioni corte sulle azioni, cioè scommettevano sul ribasso. Il volo verso l’alto di pressochè tutti i titoli produrrà perdite a chi aveva montato nei giorni scorsi posizioni short. Il copione è andato in scena anche a Piazza Affari tagliando le unghie (momentaneamente) a questi investitori.
BANCOBPM IL BERSAGLIO PREFERITO
Il titolo più “shortato” a Milano è BancoBpm: i ribassisti hanno posizioni sul 4,5% dell’intero capitale. L’ultimo a montare posizioni è stato il fondo Marshall Wace che solo venerdì 20 marzo ha montato una posizione short sull’1,3% del capitale della banca. Il rialzo ieri del 6,5% di BancoBpm ha per ora vanificato la scommessa.
LE POSIZIONI SU SAIPEM
Un bersaglio storico e strutturale di chi prevede un calo del titolo è Saipem. In difficoltà da anni sui bilanci e debole in Borsa ormai da 4 lunghi anni, è un bersaglio facile per chi scommette al ribasso. Tanto più ora che il prezzo del greggio è tracollato e rende meno profittevole il business della ricerca di nuovi pozzi. Su Saipem il capitale shortato tra il 9 marzo e il 17 marzo era del 4,2%. In altri tempi la scommessa all’ingiù aveva pagato. Di recente meno, dato che dal 12 marzo Saipem è salita del 20%, prendendo per ora in contropiede i ribassisti.
L'amministratore delegato di Ovs Stefano Beraldo
OVS E UNIEURO
Altro titolo bersaglio facile dei professionisti del ribasso è Ovs. Sul titolo della catena di abbigliamento ci sono attualmente posizioni corte per il 3,2% del capitale. L’ultima aperta venerdì 20 marzo dal fondo Worldquant sullo 0,64% delle azioni: dal 10 al 16 marzo si erano attivati i fondi Capital Fund; Caxton e Sylebra. Ovs soffre particolarmente la chiusura dei suoi punti vendita e lo stesso amministratore delegato della catena di abbigliamento, Stefano Beraldo, ha chiesto espressamente misure pubbliche per il sostegno al commercio al dettaglio, che vedrà i ricavi e la liquidità fortemente penalizzati dallo stop alle attività.
L'amministratore delegato di Ubi Victor Massiah
Ovs nell’ultimo mese ha lasciato sul campo quasi la metà del suo valore. Ci sono anche le banche tra i soggetti preferiti: posizioni ribassiste storiche le hanno Banco Bpm (il 4,2%) ma anche Ubi banca (il 2,2% delle azioni sono shortate) e Bper (il 2,9%).
Tra i dettaglianti, oltre a Ovs, ecco spuntare Unieuro la catena di prodotti informatici che ha capitale shortato per l’1,3% con posizioni aperte tra il 20 e il 23 marzo dai fondi Worldquant e Citadel.
L’ATTIVISMO DI CITADEL
Quest’ultimo è particolarmente attivo sul mercato italiano con posizioni al ribasso su molti titoli: da Azimut a Banca Generali; da BancoBpm a Saipem e Unieuro.
IL FLOP DEI RIBASSISTI SU FINECO E IMA
Qualche scommessa pare avventata come quella di Aqr Capital management montata su Fineco il 20 marzo scorso sull’1,65% del capitale. Fineco ieri è salita del 10% in una sola seduta. Ma anche Ima, titolo dai fondamentali solidi ha visto una scommessa all’ingiù tra il 16 e il 19 marzo per l’1,9% del capitale da parte di tre fondi. Gli è andata male. Il titolo della multinazionale degli imballaggi è salito da 44 euro del 19 marzo ai 58 euro di ieri.
LA TOCCATA E FUGA DI BRIDGEWATER SU ENI, ENEL E INTESA
Ed ecco comparire o meglio dileguarsi il re degli hedge fund, quel Bridgewater, il fondo di Ray Dalio che aveva puntato forte sul ribasso delle Borse nel marzo del 2020. Il fondo di Dalio aveva aperto tre posizioni corte su tre grandi titoli italiani. Eni; Enel e Intesa. Su Eni aveva aperto posizione short il 12 marzo sullo 0,62% del capitale, poi sceso allo 0,48% il 19 marzo. Infine, chiusa la posizione.
L'amministratore delegato dell'Eni Claudio Descalzi
In Enel il 9 marzo Bridgewater aveva puntato le sue cartucce ribassiste sullo 0,51% delle azioni. Posizionechiusa venerdì scorso. Infine, Intesa con l’operazione short montata il 9 marzo sullo 0,62% del capitale e ora alleggerita allo 0,51% alla data di lunedi 23 marzo.
Su Eni è andata male: dal 12 al 19 marzo il titolo petrolifero è salito. Se non avesse chiuso la posizione avrebbe perso ancor di più dato che solo martedì 24 marzo Eni è volata all’insù del 15%.
Su Enel è andata meglio e Bridgewater ha finito per guadagnarci. Anche su Intesa il fondo di Dalio è andato in guadagno. Fino a lunedì 23 marzo però. Non si sa se da lunedì sera il fondo abbia o meno chiuso la sua posizione speculativa al ribasso. Se non l’ha fatto rischia di perderci dato che ieri Intesa è volato verso l’alto del 9%. Lo si saprà con certezza solo dalle prossime comunicazioni Consob.