Economia
Borsa: Fca, Atlantia, Ferragamo, Moncler. Guadagnare con la crisi politica
Meglio alleggerire le posizioni sui Btp, ma anche sui titoli azionari a partire da finanziari e ciclici, con rare eccezioni. Per controbattere la volatilità...
Se i tempi e gli esiti della crisi politica aperta dal vicepremier e leader della Lega Matteo Salvini restano incerti, il giudizio dei mercati sull’ennesima “tragedia all’italiana” è già netto: lo spread Btp-Bund a 10 anni, che solo il 25 luglio era riuscito a spingersi sotto l’1,80%, è rimbalzato sul 2,40%, mentre l’indice Ftse Mib della borsa di Milano è passato dai 22.200 punti di metà luglio a poco più di 20.300 punti, perdendo l’8,55% (di cui solo nella seduta di venerdì scorso il 2,48%).
La crisi italiana, del resto, si somma a una serie di tensioni già crescenti quali il braccio di ferro commerciale tra Usa e Cina, con Trump entrato nuovamente a gamba tesa la scorsa settimana con l’annuncio di possibili nuovi dazi dal primo settembre in caso di mancato accordo, e il rallentamento economico tedesco, confermato anche dagli ultimi dati macroeconomici diffusi in settimana.
Visto che l’export, in particolare ma non solo verso la Germania, è una dei pochi motori di crescita per l’economia italiana, la crisi voluta dal leader leghista rischia di cadere in un momento particolarmente delicato, anche perché il governo ha una serie di appuntamenti a cui sarebbe opportuno non sottrarsi: come ricorda Nomura infatti entro il 26 agosto occorrerebbe formalizzare il candiato italiano ad un posto da Commissario Ue (si puntava alla Concorrenza); un mese dopo, il 27 settembre, andrebbe emanata la nota di aggiornamento del Def, mentre il 15 ottobre è l’ultima data utile per l’invio della bozza di manovra alla Ue.
Proprio la manovra resta la principale incognita a cui guardano con preoccupazione i mercati: se non si troveranno coperture (per 23 miliardi di euro) l’Iva è destinata ad aumentare a gennaio e questo potrebbe stroncare definitivamente ogni ripresa della domanda interna. Meglio dunque stare lontani dai titoli italiani, che si tratti di Btp (tornati ad apparire “a rischio” nonostante la fame di rendimenti e la prospettiva di un riavvio del quantitative easing della Bce in autunno), sia azioni in particolare del comparto finanziario e dei settori ciclici (petrolio, cemento, telefonici, editoriali e industriali in genere).
Fa eccezione, almeno per ora, il titolo Atlantia, che festeggia lo scampato pericolo di una richiesta di revoca anticipata della concessione ad Autostrade per l’Italia o quanto meno di una sua revisione in senso meno redditizio per il gruppo che fa capo alla famiglia Benetton. Potrebbero resistere anche quei gruppi che vedono una parte consistente dei propri ricavi e profitti realizzata all’estero, come Fiat Chrysler Automobiles, tra l’altro di nuovo sotto i riflettori per l’ipotesi che i cinesi di Dongfeng cedano parte o tutta la loro partecipazione del 12,2% in Peugeot (aprendo così alla possibilità di un matrimonio italo-francese). O come i maggiori gruppi della moda italiana, in particolare Moncler e Salvatore Ferragamo tra quelli quotati a Piazza Affari.
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