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Economia
Borsa, Generali spera di avvicinarsi ad Axa-Allianz. Ma Donnet resta in bilico

Philippe Donnet

Assicurazioni Generali, ancora troppo distante in Borsa dai rivali di Axa e Allianz. Donnet in discussione

Assicurazioni Generali torna ai massimi in Borsa dall’estate del 2008. Nonostante capitalizzazione del Leone sia ancora lontana da quella dei suoi principali competitor europei Axa (Francia) e Alliaz (Germania), gli analisti immaginano nuovi spazi di crescita per la società triestina.

A oggi, la capitalizzazione in Borsa di Assicurazioni Generali è pari a 38,3 miliardi di euro, praticamente la metà spaccata rispetto ai 76,17 miliardi di Axa. Ma recentemente, Nordea World Fund ha deciso di includere il Leone nei suoi investimenti proprio al posto della concorrente francese. Inoltre, come scrive Milano Finanza, gli analisti di Autonomous Research hanno promosso la società fino a "outperform", fissando un prezzo obiettivo di 26 euro.

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Comunque, al momento Generali è ancora solo il terzo del podio rispetto ad Axa e Allianz, ma, man mano, sta riducendo la distanza. Inoltre, dal momento in cui è stato presentato il primo piano strategico dell'attuale CEO del gruppo, Philippe Donnet, a novembre del 2016, fino alla chiusura di borsa di giovedì 8 maggio, il total shareholder ratio di Generali è stato del 210%.

Decisamente superiore a quello di Allianz (154%) e anche al 167% della svizzera Zurich. Anche guardando esclusivamente la performance azionaria in borsa nello stesso periodo, Generali ha reso il 107%, superando il 73% di Allianz e il 70% di Zurich.

L’attenzione, come riporta Milano Finanza, ora è tutta sui conti del primo trimestre del 2024. Disponibili da martedì 21 maggio, all’indomani della riunione del consiglio di amministrazione, i risultati sono previsti in crescita anche grazie al minore impatto delle catastrofi naturali (nat cat) che tra grandinate e alluvioni, avevano fortemente pesato sui risultati dell’Italia nel 2023.

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Ma ancora più importante sarà la definizione del nuovo piano 2025-2027, cui il management ha iniziato già a lavorare e che sarà pronto per il prossimo 30 gennaio. “Sarà ancora una volta molto ambizioso, fondato sulla sostenibilità e sull'innovazione, e orientato al lungo termine”, ha dichiarato di recente l’attuale Ceo del Leone Philippe Donnet, ricordando che, dal suo insediamento a marzo 2006, la crescita del dividendo è stata costante e per il futuro si cercherà “l'equilibrio più vantaggioso tra m&a e riacquisto di azioni”.

Ma non è tutto. Sullo sfondo di questo slancio del titolo del Leone, si affaccia anche l’appuntamento per l’assemblea di primavera 2025 che dovrà rinnovare board e ceo. Nel dettaglio, questa volta le possibilità per Caltagirone e per la Delfin guidata da Francesco Milleri (orfana di Leonardo Del Vecchio) sono superiori quanto meno per quel che riguarda il potersi imporre nel cingere d’assedio l'attuale Ceo Donnet, strategia che i due ricchissimi finanzieri stanno portando avanti per cercare di arrivare a una nuova "dimensione".

Risultano comprensibili, tra l'altro, i dubbi di Milleri e di Caltagirone (grandi assenti all’assemblea che, ad aprile scorso, ha approvato il bilancio 2024). D’altronde, il Leone nonostante abbia sempre portato a casa conti piuttosto interessanti con utili e dividendi distribuiti a pioggia, non è mai riuscita a raggiungere una capitalizzazione di mercato paragonabile ai suoi due competitor, i quali, invece, sono cresciuti da quando Donnet è arrivato ai vertici del Leone, mentre la capitalizzazione di Generali è rimasta sostanzialmente invariata.






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