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Economia
Borse, i titoli hi-tech non tirano più. Zavorra Nasdaq. Stm -10%

Gli investitori vendono a mani basse i titoli tecnologici alla vigilia della riunione della Fed di mercoledì, appuntamento al termine del quale la banca centrale americana dovrebbe portare i tassi d'interesse Usa all'1,25%. L'ondata di ribassi di venerdi dei titoli dell'hi-tech del Nasdaq, innescata da un report di Goldman Sachs, da aspettative deluse sul nuovo iPhone e, più semplicemente, da prese di beneficio dopo un periodo di crescita repentina (per esempio Amazon e Alphabet hanno toccato la soglia psicologica dei 1.000 dollari per azione), prosegue anche nella seduta odierna dei mercati azionari. Dopo avere subito venerdì scorso la seduta peggiore dal 17 marzo (con un calo dell'1,8%), la peggiore settimana del 2017 (-1,6%) e il cambio di rotta intraday più violento da 15 mesi, l'indice Nasdaq Composite perde quota (-1%) a causa dei cosiddetti titoli "FAANG".

Si tratta di Facebook (-1,7%), Apple (-3,7%), Amazon (-1,9%), Netflix (-3,3%) e Google (controllata di Alphabet, -1,8%). Dopo avere lasciato sul terreno il 2,5% nella seduta precedente, l'etf SPDR Technology Select Sector registra un -1,5%. Il Nasdaq 100 segna un -1% dopo il -2,4% di venerdì scorso. Preoccupa il fatto che queste aziende abbiano fatto da traino per l'azionario da inizio anno; quella preoccupazione pesa anche sui titoli tecnologici in Europa, che rischiano di archiviare la seduta peggiore in un anno.

A poco dalla campanella finale, nel Vecchio Continente, il comparto hi-tech lascia sul terreno circa il 3,7%. A Piazza Affari, Stm perde quasi il 10% a 13,88 euro. Il sell-off è iniziato venerdì scorso con un rapporto degli analisti di Goldman Sachs, che si sono concentrati sui titoli "driver chiave dei rialzi da inizio anno di S&P 500 & Nasdaq". Insieme, quei titoli hanno guadagnato 660 miliardi di dollari di capitalizzazione da gennaio. Uno stop che spinge qualcuno a ipotizzare come questo, assieme alla difficoltà della Casa Bianca nell'attuazione della propria politica economica, possa costituire l'incipit per la correzione di Wall Street, ai massimi storici.

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Secondo David Stockman, che è stato il responsabile dell’Ufficio di Bilancio della Casa Bianca quando Ronald Reagan era presidente degli Stati Uniti, sui mercati finanziari e le Borse in particolare è in arrivo una “tempesta spaventosa” che porterà a una riduzione dei valori di Borsa di oltre il 30% negli Stati Uniti.

Gli esperti di Goldman hanno sottolineato come queste azioni siano state poco volatili, cosa che potrebbe rappresentare un problema: "Crediamo che una volatilità bassa possa potenzialmente portare le persone a sottostimare i rischi inerenti a questi gruppi inclusi l'esposizione ciclica, regolamentazioni potenziali riguardanti l'attività online o preoccupazioni antitrust mentre questi gruppi stessi invadono gli uni il campo degli altri".

La tesi di Goldman è che gli investitori passivi la cui strategia è legata alla volatilità bassa scelgono i titoli "FAANG" ma "il timore è che se eventi particolari provocheranno un aumento della volatilità, questi veicoli passivi verranno venduti esacerbando la situazione". Non mancano comunque analisti più ottimisti, come quelli di J.P. Morgan Asset Management: "L'era in cui ci troviamo, caratterizzata da una crescita lenta ma resiliente e da un'inflazione bassa, potrebbe favorire il settore tecnologico".

(Segue...)

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