Economia

Bper, piccoli azionisti col mal di pancia."In 13 anni perso il 75% del valore"

Banca Popolare dell’Emilia Romagna? Non è stata gestita nell’interesse dei soci”. Mentre il gruppo guidato da Alessandro Vandelli fa un pensierino su Carige, qualche piccolo azionista dell’istituto di credito con sede a Modena, fra i soci ieri riuniti per l’assemblea straordinaria, ha il mal di pancia.

Bper
 

Giorgio Trenti, commercialista bolognese, da oltre 20 anni possessore di titoli Bper, prende carta e penna e scrive ad Affaritaliani.it per criticare la gestione del gruppo “orientata agli acquisti immobiliari, all’acquisto di banche, all’incremento delle filiali, all’aumento degli stipendi di dirigenti e impiegati”. Così il mercato ha finito per non riconoscere alla banca alcun avviamento.

“Il gruppo non vale il suo valore contabile”, dice Trenti. Che poi spiega: “Il prezzo di borsa di un’azione è pari a 3,78 euro. Quest’importo moltiplicato per il numero delle azioni fornisce un valore di borsa pari a 1,819 miliardi di euro”. Ma “il patrimonio di bilancio è di 4,388 miliardi di conseguenza il rapporto fra il valore di borsa e quello di bilancio è pari a 0,41. Rapporto inferiore alla media dei multipli di mercato nelle banche italiane. Rispetto al 2006, 13 anni fa, la banca ha perso il 75% del suo valore”.  


vandelli ape
 

“Nel 2008, 11 anni fa, il dividendo era di 0,48 euro, ora è di 0,13”, denuncia Trenti. Cosa fare quindi? “Per riportare la banca al valore che aveva, occorre vendere tutti gli immobili e tutte le partecipazioni, chiudere il 20% delle 827 agenzie, ridurre gli stipendi del 10%, estromettere il 50% dei 150 dirigenti e il 25% dei 7.200 dipendenti. L’amministrazione deve avere come unico obiettivo l’aumento sia dell’utile sia del dividendo ai soci. Solo così il prezzo di borsa potrà moltiplicarsi”.