Economia

Caltagirone cambia l'oggetto sociale.Editoria, manovre per sostenere il titolo

Il fondo attivista teme che il Cda nominato da Caltagirone abbia ottenuto una delega in bianco e possa agire nell’interesse solo dell’azionista di maggioranza

Ai fondi non piace la decisione di Francesco Gaetano Caltagirone di ampliare l’oggetto sociale di Caltagirone Editore: nell’assemblea di ieri che ha approvato il bilancio 2017 della società controllata dal costruttore romano Amber Capital, socio di minoranza (al 10,465% del capitale) dell’editore ha votato contro, insieme ad altri fondi presenti nel capitale di Caltagirone Editore, ad un ampliamento definito “poco chiaro”. La modifica statutaria è stata comunque approvata, ma di che si tratta esattamente?

Della rimozione del vincolo dell’oggetto sociale ad operare solo nei settori dell’editoria, della pubblicità e di internet e dell’introduzione della possibilità di assumere partecipazioni anche “in settori diversi”. Una modifica che apre la strada ad una possibile diversificazione dell’attività della società che edita tra gli altri i quotidiani Il Messaggero e Il Mattino.

L’Assemblea di Caltagirone Spa riunita oggi, sotto la presidenza di Francesco Gaetano Caltagirone,ha approvato il bilancio al 31 dicembre 2017 e, su proposta del Consiglio di amministrazione, ha deliberato un dividendo pari a 0,06 euro per azione invariato rispetto al 2017. Il dividendo sarà posto in pagamento il 23 maggio 2018 (stacco cedola in Borsa il 21 maggio) e con ”record date” alla data del 22 maggio 2018. Il bilancio 2017 si chiude, a livello consolidato, con ricavi complessivi per 1,48 miliardi di euro (1,29 miliardi di euro nel 2016). Il Margine operativo lordo è stato positivo per 248,7 milioni di euro (239,7 milioni di euro nel 2016). Il Risultato operativo, al netto di ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per 121 milioni di euro, è stato positivo per 127,7 milioni di euro (112,1 milioni di euro nel 2016). Il Risultato netto, inclusa la quota di pertinenza dei terzi, è stato positivo per 90,3 milioni di euro (155,3 milioni di euro nel 2016). Il Risultato netto di competenza del Gruppo è stato positivo per 48,9 milioni di euro (positivo per 82,4 milioni di euro nel 2016). L’esercizio 2016 era influenzato in particolare dalle plusvalenze registrate con la cessione della partecipazione in Grandi Stazioni Retail e la cessione di azioni Acea. L’Assemblea ha nominato il nuovo Consiglio di amministrazione per il triennio 2018-2020, che resterà in carica fino all’approvazione del Bilancio al 31 dicembre 2020 e che sarà composto da 12 membri. Dalla lista di maggioranza presentata da Finanziaria Italia 2005 sono stati eletti Francesco Gaetano Caltagirone, Alessandro Caltagirone, Azzurra Caltagirone, Francesco Caltagirone, Saverio Caltagirone, Mario Delfini, Massimo Lapucci, Albino Majore, Sarah Moscatelli, Filomena Passeggio. Dalla Lista di minoranza qualificata presentata da Partecipazioni Finanziarie 4C Srl, è stata eletta Elisabetta Caltagirone. Dalla Lista di minoranza presentata congiuntamente da Anima SGR e da Fideuram Asset management è stato eletto Luciano Mozzato. I Consiglieri Massimo Lapucci, Sarah Moscatelli, Filomena Passeggio e Luciano Mozzato hanno dichiarato di possedere i requisiti di indipendenza. L’Assemblea ha, infine, espresso parere favorevole in merito alla prima sezione della Relazione sulla Remunerazione predisposta dal Consiglio di Amministrazione.

Prendendo la parola, il presidente di Caltagirone Editore, Franco Gianni, ha replicato come la modifica statutaria non porterà il gruppo a negare “il proprio Dna” e che non si vuole “dismettere attività”, quanto piuttosto valutare “opportunità per investimenti in settori correlati o non correlati”. Ma la “delega in bianco” al Cda proprio non è andata giù ad Amber, che teme si possano varare eventuali “operazioni tra parti correlate, che portino la società in settori completamente diversi dagli attuali”.

Quali possano essere queste operazioni tra parti correlate Amber non lo dice apertamente, ma non ci vuole molto a immaginarlo: con una capitalizzazione di neppure 163 milioni di euro, Caltagirone Editore tratta ad una frazione del suo stesso patrimonio netto (pari a 448,8 milioni di euro al 31 dicembre 2017) ed è dunque un chiaro esempio di valore inespresso di cui Francesco Gaetano Caltagirone (socio al 60,764%) potrebbe appropriarsi ad esempio promuovendo una fusione tra le due società, ora che l’oggetto sociale dell’editoriale è stato emendato.

Un’ipotesi neppure troppo peregrina, visto che sempre Amber e Caltagirone si sono già scontrati l’anno scorso lo stesso Caltagirone lanciò un’Opa volontaria sulla Caltagirone Editore al fine di ottenerne il delisting. Il costruttore offrì all’epoca 1,22 euro per azione (contro gli 1,295 euro attuali), Amber sostenne che il prezzo giusto dovesse essere non inferiore ai 3,85 euro, alla fine l’Opa fallì con appena lo 0,286% di adesioni. Sempre secondo Gianni, tuttavia, la normativa che disciplina i rapporti tra parti correlate “offre tutti i presidi a tutela della correttezza dei comportamenti” degli amministratori.

Ma Amber, che tra il 2005 e il 2006 aveva già incrociato le strade di altre due società del gruppo Caltagirone (Vianini Industria e Vianini Lavori) non sembra condividere l’opinione, in questo confortato da critiche che più volte si sono levate nei confronti dell’attuale normativa e ai suoi limiti. Il presidente di Caltagirone Editore ha voluto così ulteriormente rassicurare circa il fatto che il Cda è ben consapevole che la società “gestisce denaro anche del mercato e del pubblico”. Basteranno queste rassicurazioni a rasserenare il clima all’interno di Caltagirone Editore? Al mercato l’ultima parola.