Economia
Carige, da banca pericolante a oggetto dei desideri. Chi guarda alla Lanterna
La crescita del BancoBpm, del nascente progetto del terzo polo bancario attorno a Bper-PopSondrio e dell'Agricole Italia potrebbe passare attraverso Genova
Da banca pericolante da cui anche la promessa sposa Cassa Centrale ha fatto il passo indietro poco prima di convolare a nozze a oggetto dei desideri da impalmare prima possibile davanti all’altare del risiko bancario. E' curiosa la parabola di Carige, finita in disgrazia dopo la disastrosa gestione Berneschi, parabola che neanche l’era dei danarosi Malacalza dopo una girandola di amministratori delegati è riuscita a raddrizzare e terminata con la gestione commissariale e l’intervento tampone del Fondo Interbancario di tutela dei depositi.
L'amministratore delegato di BancoBpm Giuseppe Castagna
Dopo la mossa in regia su PopSondrio di Carlo Cimbri desideroso di piazzare in futuro le proprie polizze agli sportelli del terzo grande gruppo bancario italiano alternativo a Intesa e UniCredit da costruire attorno a Bper e incentrato nel ricco Nord, la banca ligure guidata da Francesco Guido e che il Fidt (titolare dell'82%) vuole vendere entro la fine dell'anno sta vedendo la lista dei propri pretendenti farsi incredibilmente affollata nelle ultime ore.
Fonti bancarie spiegano infatti che ora sono tre gli istituti che hanno messo gli occhi su Carige, banche di medie dimensioni che vorrebbero annettere il gruppo ligure nella grande fase del consolidamento del credito. E vorrebbero farlo per motivi diversi.
L'amministratore delegato di Bper Piero Montani
Il primo in cima alla lista, si spiega, è BancoBpm. Chiusa per Giuseppe Castagna la strada del terzo polo lungo la Via Emilia, per non rimanere fuori dai giochi ed evitare magari la scalata a sorpresa di UniCredit dopo aver aspettato troppo tempo prima di finalizzare un’operazione di fusione, Carige rappresenta l’occasione per il banchiere di Piazza Meda per aumentare la massa critica del proprio gruppo. Una stazza in grado di scoraggiare così un’eventuale operazione ostile che agirebbe da polizza salva-insegne.
Il secondo soggetto che avrebbe messo gli occhi sulla città della Lanterna è la stessa Bper, al cui tolda di comando si è insediato da aprile un banchiere che conosce bene Carige: Piero Montani. Non perché il nuovo Ceo del gruppo emiliano è nato nel capoluogo ligure, ma perchè ha guidato Carige da metà 2014 fino al 2016, pulendone il bilancio.
Giampiero Maioli, Ceo del Credit Agricole Italia
Con il 6,9% del capitale sociale messo in tasca di PopSondrio e un altro pacchetto di circa il 20% di Bper, la costruzione del terzo polo bancario con il ruolo pivotale di Cimbri dovrà infatti passare attraverso altre annessioni bancarie. Si vocifera che oltre a Carige, lo sguardo di Montani potrebbe posarsi anche su un altro asset che il 67enne banchiere conosce bene e cioè la rete nordestina di sportelli che il Tesoro potrebbe mettere in vendita post-spezzatino del Montepaschi. Rete che non è nient’altro che la vecchia Antonveneta che Montani diresse dal 2003 fino all'ingresso di Rocca Salimbeni nel 2007 nel capitale dell’istituto patavino (il top-manager se ne andò nel 2008).
L'amministratore delegato di UniCredit Andrea Orcel
Grazie a un’ottima compatibilità territoriale per una rete che presidia il Nord-Ovest del Paese, Carige ben s’inserirebbe nella geografia del terzo polo bancario che Cimbri vuole costruire sull’asse nascente Sondrio-Modena.
Infine, concludono le fonti bancarie, le skill territoriali e il business private della banca ligure farebbero gola anche a un terzo soggetto: i francesi del Credit Agricole, freschi di Opa sul gioiellino Creval. Ma in autunno il nuovo boccone valtellinese sarà già digerito.
@andreadeugeni