Economia

Cfa e quelle cose che Macron non vuole si dicano ai migranti...

Marco Giannini

Se chiedessi a tutti voi quali paesi andrebbero “messi a dieta” con massicce dosi di austerità, con tagli ai servizi (Reagan direbbe “affamare la bestia”) ecc... voi mi rispondereste “gli africani”? Secondo voi sono proprio gli abitanti del “Continente Nero” ad aver “vissuto sopra le loro possibilità” magari in contesti ambientali privi di materie prime e bellezze naturali e/o con margini di sviluppo ormai risicati dato lo stato avanzato dell’economia? Secondo i Governi francesi sì.

Il franco Cfa che la Francia impone in Africa alle sue “ex” colonie infatti è una moneta forte coi deboli e debole coi forti ma se noi italiani lo diciamo troppo, Macron inizia a vendere i Btp italiani e sale lo spread. Io posso permettermelo dato che oltre a grillin fuggiasco sono anche un opinionista “de passaggio”…

Grazie a questa moneta la Francia ottiene dei vantaggi che le permettono di (annaspare ma) resistere nell’euro e di inchiodare nella povertà i cittadini di Togo, Mali, Senegal, Cameroon, Costa D’Avorio, Guinea Bissau, Guinea Equatoriale, Ciad, Gabon, Niger, Burkina Faso, Congo, Benin. Di questo fenomeno a monte del processo migratorio il Pd non parla pur stracciandosi le vesti quando si tratta di immigrazione a valle (tra una manganellata e l’altra dei poliziotti francesi contro i migranti presso il confine italiano).

Il franco Cfa è legato all’euro mediante un sistema di cambi fissi; per capire cosa significhi in modo semplice dovete leggere due premesse:

1) Se io compro merci estere, poniamo Usa, devo cambiare euro in dollari. Ciò significa vendere euro e comprare dollari. Ciò che si vende perde valore, ciò che è richiesto si rivaluta (legge della domanda e dell’offerta). Lo stesso effetto lo provoca il turista straniero se ci pensate…

2) Se un Governo alzasse i salari, aumentasse i servizi pubblici (cioè riducesse il costo della vita ai più svantaggiati), investisse in opere infrastrutturali (ospedali, ponti, scuole, ferrovie, autostrade) che necessitando di manodopera danno lavoro, la moneta inizierebbe a girare e la richiesta di beni (e servizi) oltre a comportare maggior benessere potrebbe avere come conseguenza l’aumento dei prezzi (inflazione).

Questa situazione si ripercuoterebbe sull’import/export: i cittadini avendo un lavoro comprerebbero inconsapevolmente anche merci estere (import aumenterebbe) e l’inflazione ridurrebbe la competitività (l’export si ridurrebbe) perché i prodotti nazionali inizierebbero a costare di più anche sui mercati internazionali.

In una situazione del genere il franco Cfa si deprezzerebbe sull’euro, cioè salterebbe il cambio fisso. Cosa comporterebbe questo? Comporterebbe che i paesi africani una volta svincolati dall’euro vedrebbero la propria valuta ridursi di valore per raggiungere il suo fisiologico livello (cioè pari alla propria forza economica e non tenuta follemente sopra). Questo innescherebbe una reazione a catena che porterebbe queste nazioni a fare default liberandosi finalmente di un fardello debitorio creato peraltro dagli occidentali (Volker Rule, neocolonialismo ecc).

Fare default comporterebbe la fine della loro credibilità? La credibilità equivale a quanto un cittadino è disposto a rischiare acquistando Titoli di Stato (Bot, Btp ecc) del paese in oggetto (se questo Stato fallisce il cittadino li perde tutti). La domanda è: voi investireste i vostri risparmi in quei paesi ad oggi? No. Quindi non cambierebbe un bel niente dal punto di vista della credibilità internazionale se non che questi paesi, finalmente, inizierebbero a crescere.

A questo si aggiunge che nei trattati che hanno permesso a queste Nazioni di liberarsi (in apparenza) del giogo coloniale ci sono norme che praticamente li obbligano ad acquistare merci estere non dove più convenienti ma dalla Francia ed a vendere i loro prodotti non dove vengono pagati di più ma… alla Francia.

In ambedue le situazioni non è mai un affare per loro (non è un caso che una merce importata, anche semplice, costi uno sproposito e sia francese). Purtroppo agli africani francofoni queste cose non sono spiegate ma anzi i loro politici propinano loro la seguente versione di “cretinismo economico”: “Con il franco siamo come gli europei, siamo moderni, nel futuro” oppure “abbiamo una moneta forte così siamo forti pure noi”, una roba che arriva semplice, quindi efficacemente, nel cervello della gente che così finisce per credere proprio a quello che va contro i loro interessi (e va in favore dei neocolonialisti).

Pensate inoltre che la metà degli introiti da export (e la metà delle donazioni filantropiche straniere), soldi in valuta estera, vengono accumulati in una banca a Lione come riserva, risorse che dovrebbero servire a operare politiche espansive, di crescita, di sviluppo. Le riserve servono a mantenere il cambio fisso con l’euro: qualora il paese, per qualche ragione, importasse qualcosina in più (riducendo la forza del Cfa) in Francia venderebbero queste riserve cambiandole proprio in franco Cfa per rivalutarlo e mantenerlo pari all’euro! Avrete capito quindi che le valute sono utilizzate in situazioni eccezionali mentre la regola è l’austerity che queste situazioni eccezionali evita si verifichino: alta disoccupazione e bassi(ssimi) i salari per ridurre i rischi di squilibrio monetario e cioè di default.

La Francia “gode” nel creare in Italia il caos migratorio, siamo noi la valvola di sfogo delle sue azioni (legittime, ci mancherebbe, finché gli è permesso) ma chissà… a qualcuno potrebbe venire in mente di istruire queste persone che entrano da noi, di istruirle su cosa è accaduto davvero loro. A proposito di Francia, ho così a cuore i nostri media, il Pd e LeU (Liberté ed Egalité senza Fraternité non si avesse a intendere qualcosa di sconveniente) che da tempo ipotizzo che operino negli interessi non dell’Italia ma del paese transalpino (mi permetto di chiedere ai servizi segreti di agire in tal senso).

Pensiamo ad esempio alla Cina: per una volta che l’Italia ha anticipato tutti e non ha detto a Francia e Germania (paesi che da tempo investono in Cina in modo molto massiccio rispetto a noi) “prego accomodatevi lasciatemi le briciole…anzi prendetevi anche un pezzo di mare già che ci siete”, “i nostri” mancava poco che non paventassero l’Armageddon. Macron dotato di Maalox nel frattempo alternava moniti catastrofisti a dichiarazioni tipo (stavolta che è arrivato dopo) “dobbiamo fare tutto a livello di Ue”. Inutile dire che non appena Xi Jinping ha lasciato l’Italia è atterrato a Nizza per incontrare proprio un ansioso Macron!

In terra francese, stranamente, tutti i presunti pericoli letali si sono trasformati in Bordeaux, Champagne e Borgogna (versione oltralpe del “tarallucci e vino” https://winenews.it/it/dopo-litalia-la-francia-e-macron-accoglie-xi-jinping-con-i-top-di-champagne- bordeaux-e-borgogna_387222/ ) anche perché là i media agiscono in senso opposto ai nostri cercando di agevolare la posizione dei Governi quando si tratta di interessi geopolitici. Siamo felici comunque che Macron si preoccupasse per noi ma lo siamo ancor di più ad aver stretto i rapporti con un partner in cui la classe media (che consumerà merci estere con l’avanzare del benessere interno) molto presto conterà centinaia e centianaia di milioni di persone.

L’Italia è un paese strano, è una enorme portaerei Usa, ha una economia in mano alla Germania e un apparato politico e burocratico (compresa stampa e partiti di centro sinistra/sinistra) appannaggio della Francia (anche su questioni poco piacevoli http://www.libreidee.org/2019/03/battisti-ammette- commise-gli-omicidi-protetto-da-parigi/). Una cosa però resta italiana ed è la creatività, come quando informiamo col sorriso sulle labbra sulle porcate di questi paesi con la sfrontatezza di un Di Battista.

Ps: il Pd nel frattempo boccia il salario orario garantito che alza il potere d’acquisto dei comuni cittadini lavoratori ma, attraverso Zanda (promosso tesoriere da Zingaretti), chiede l’aumento dei salari per i Parlamentari e il raddoppio dei loro vitalizi. Zingaretti (prescritto e di nuovo indagato) adesso si dissocia ma sappiamo bene tutti che certe dichiarazioni nel PD sono sempre concordate prima… Ad maiora. Marco Giannini