Economia

Commerzbank: più dell’esito del referendum preoccupa l’avanzata del M5S

Con la vittoria del M5S, torna la crisi dell'eurodebito. Le paure dell'establishment tedesco

La distanza tra i sostenitori del e quelli del No al referendum sembra assottigliarsi, ma la probabilità che la riforma costituzionale varata dal governo Renzi non passi l’esame del voto popolare resta elevata, così dalla Germania si fanno sempre più pressanti e preoccupati i commenti su quello che dovrebbe essere una vicenda tutto sommato marginale dal punto di vista economico (ma anche politico), visto lo scarso peso che ha il nostroPaese sui mercati finanziari e nello scacchiere geopolitico mondiale.

Parlando ad un convegno a Francoforte, Joerg Kraemer, capo economista di Commerzbank, ossia la seconda banca tedesca, da anni in crisi ed in predicato di unirsi a Deutsche Bank (che a sua volta non se la passa benissimo, visto la spada di Damocle della maxi-multa Usa che continua a pendere sul suo capo), suggerisce come la Bce potrebbe trovarsi in una posizione scomoda nel 2017 a causa dell’Italia.

Secondo l’esperto, infatti, proprio mentre si sta assottigliando il numero di titoli di Stato che possono essere acquistati nell’ambito del programma di quantitative easing, la crisi del debito potrebbe tornare d’attualità in Italia. Secondo Kraemer, che ha manifestato il suo apprezzamento per il progetto di riforma costituzionale prevista dal premier Matteo Renzi, perché offre la possibilità di eliminare alcune disfunzioni della politica italiana (come il bicameralismo perfetto), il No al referendum di per sé non sarebbe condizione sufficiente a produrre ripercussioni serie per l’Italia e per l’Unione europea (ossia per la Germania). Le cose potrebbero però cambiare, ha avvertito Kraemer, se si andasse ad elezioni anticipate con “la prospettiva di una vittoria del Movimento 5 Stelle”.

A fare paura all’establishment tedesco, insomma, non è tanto il referendum costituzionale o la sorte politica di Matteo Renzi, quanto l’avanzata dei partiti populisti e in particolare del movimento guidato da Beppe Grillo. Per questo Kraemer fa apertamente il tifo per l’ipotesi, che anche i mercati finanziari sembrano aver sposato, che dopo eventuali dimissioni di Renzi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella formi un Governo di transizione per dare tempo agli italiani “di raffreddare gli animi e riflettere”. Anche così secondo Kraemer si andrebbe ad elezioni politiche anticipate, ma “a medio termine”. Ma perché una vittoria elettorale di M5S fa paura all’establishment tedesco?

(Segue...)