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Economia
Confindustria a La Piazza rilancia il nucleare, Orsini: “Parlarne senza se e senza ma, cominciare sperimentazione”

- Emanuele Orsini, Presidente di Confindustria

La Piazza 2024, l'intervento di Emanuele Orsini

L’incertezza. È questo il tema al centro dell’intervista a Emanuele Orsini, il presidente di Confindustria ospite alla seconda serata de La Piazza, la kermesse di affaritaliani.it. Intervistato dal direttore Angelo Maria Perrino, Orsini sottolinea come “da tanti anni l’industria italiana vive di incertezze e ha dimostrato" capacità di adattamento "in questi anni", tra l'altro, a causa di emergenze come "il Covid" e i "conflitti aperti alle porte dell'Europa".

"Siamo leader comunque come Paese di esportazione, vuol dire che il nostro export ha un saldo positivo di 100 miliardi", ricorda. Sul tema dell'energia nucleare, trattato ieri dal ministro Urso durante la prima serata de “La Piazza”, "io farei un ragionamento sulla competitività", spiega Orsini che aggiunge "dobbiamo incrementare l'autonomia energetica del Paese, noi siamo a favore delle fonti rinnovabili e il mix è la via e gli obiettivi che ci siamo dati per il 2030 sono molto ambiziosi". "Pensare di incrementarlo ancora fino al 2050, su questo dobbiamo essere attentissimi. Dobbiamo parlare del nucleare sapendo che saremo pronti tra 11 o 12 anni", dice il presidente di Confindustria. Con il governo italiano, "il dialogo e' continuativo, si e' parlato anche di nucleare perché' e' pezzo della politica industriale del Paese Italia".

Il presidente di Confindustria vede di buon grado ai mix energetici, “ma bisogna capire che nel mix è ovvio che gli obiettivi sono molto ambiziosi sulle rinnovabili. Abbiamo la necessità di avere delle fonti costanti. Per questo dobbiamo, senza se e senza ma ricominciare a parlare di nucleare. Consapevoli del fatto che se cominciamo a parlarne oggi, noi saremo pronti tra 11-12 anni. Almeno cominciamo nella sperimentazione in Italia”.

Con Urso, nell'incontro di inizio agosto, “si è parlato anche di nucleare, perché la parte del nucleare è sicuramente un pezzo di politica industriale del Paese a lungo termine”.

"In Europa ci sono alcune incognite che ci preoccupano, come lo stop ai motori endotermici al 2035; abbiamo bisogno di mettere al centro la neutralità tecnologica; siamo leader nel biofuel, sul Green Deal è necessario che vi sia un confronto con la prossima Commissione Europea".

Sul tema energia Orsini ha aggiunto: "Bene il mix energetico ma c'è spazio per incrementarlo senza escludere anche il nucleare di nuova generazione".

Orsini esprime le sue preoccupazioni principali: la guerra dei dazi, dove l'Italia oggi "noi siamo sicuramente perdenti perchè un paese che esporta per 626 miliardi di euro sui dazi nel 2023, se c'è una guerra sui dazi, è perdente e quindi mi auguro che chiunque vada a governare negli Stati Uniti sia inclusivo".






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