Economia
Cop28, petroldollari e contraddizioni sul clima: ecco che cosa c'è dietro
Il vertice annuale sui cambiamenti climatici parte già in salita. Senza Biden, Xi Jinping e all'ultimo c'è stato anche il forfait del Papa
La Cop28 a Dubai è già un flop: troppi conflitti d'interesse
A Dubai è partita oggi la Cop28, l'annuale conferenza mondiale sul clima che durerà fino al 12 dicembre. L'atteso evento però inizia già in salita. Il summit rischia infatti di essere ricordato più per le assenze che per le presenze. Sono attesi oltre 200 governi da tutto il mondo, ma non ci saranno il presidente americano Joe Biden, il capo di stato cinese Xi Jinping e, per motivi di salute, Papa Francesco. Per alcuni - si legge su Ispionline - è la Cop del paradosso, per altri l’ultima possibilità di invertire rotta sulle emissioni e contrastare il cambiamento climatico. C’è chi sostiene che la contraddizione sia intrinseca nella scelta della sede: organizzare la Cop negli Emirati Arabi Uniti, settimo produttore di petrolio e tra i principali esportatori di idrocarburi al mondo, e chi invece sostiene la necessità di coinvolgere nel dibattito tutti gli attori della transizione energetica, incluso il settore dell’oil&gas.
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Più dell’agenda fitta e delle differenti sensibilità, però, precisa Ispi, "a pesare sulla Cop28 sono i sospetti, alimentati da uno scoop della Bbc, secondo cui gli Emirati intendono sfruttare il proprio ruolo di paese ospitante per promuovere accordi su petrolio e gas. Un’accusa corroborata da una serie di documenti di cui la Bbc è entrata in possesso e che ha parzialmente pubblicato, in cui il team degli Emirati suggerisce ai governi di una quindicina di paesi che Adnoc – azienda statale petrolifera emiratina – vuole lavorare con loro per sviluppare progetti sui combustibili fossili. “Le riunioni private sono private”, è stata la risposta del team che non ha negato di aver utilizzato le riunioni della COP28 per “colloqui di lavoro”. I documenti mostrano anche che gli Emirati Arabi Uniti hanno predisposto discussioni sulle opportunità commerciali per la società statale di energie rinnovabili, Masdar, in vista degli incontri con 20 paesi, tra cui Regno Unito, Stati Uniti, Francia, Germania, Paesi Bassi, Brasile, Cina, Arabia Saudita, Egitto e Kenya. “Incontrare i rappresentanti dei governi stranieri è una delle responsabilità principali dei presidenti della Cop”, sottolinea la Bbc, precisando tuttavia che tali incontri devono rispettare degli standard di condotta fissati dalle Nazioni Unite e devono essere finalizzati a incoraggiare i paesi 'a essere il più ambiziosi possibile nei loro sforzi per ridurre le emissioni'".
Di certo c’è - prosegue Ispionline - che l’appuntamento cade in un anno caratterizzato da alluvioni, ondate di caldo eccezionali e all’indomani dell’estate più calda mai registrata sulla Terra. Eppure, dopo quasi 30 anni di vertici sul clima, nel 2022 i gas serra nell’atmosfera hanno raggiunto livelli record e sulla base degli attuali piani climatici – avvertono gli esperti – non solo non centreremo l’obiettivo degli Accordi di Parigi di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 gradi dai livelli pre-industriali, ma corriamo spediti verso un aumento delle temperature di quasi tre gradi Celsius entro la fine del secolo. "Siamo intrappolati in un ciclo mortale. Il ghiaccio riflette i raggi del sole. Quando svanisce, più calore viene assorbito nell’atmosfera terrestre. E questo significa più riscaldamento, che significa più tempeste, inondazioni, incendi e siccità in tutto il mondo" ha ammonito il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, aggiungendo: "Alla Cop28 i leader devono interrompere questo ciclo. Le soluzioni sono ben note a tutti".