Economia
Covid, crollano le imposte indirette (-11%) e il settore del gioco va a -43%
La crisi del Covid-19 ha causato per il settore del gioco pubblico una perdita che ammonta, secondi i dati diffusi dal MEF, a 4.469 milioni di euro nei primi otto mesi dell’anno (-43,3% rispetto al precedente). Un aggravio per le finanze pubbliche dovuto in buona parte dalla serrata reiterata di tutte le attività connesse ai giochi (era ammesso solamente il gioco online) partita il 21 marzo e terminata il 4 maggio scorso.
Tra le contrazioni più significative, che causeranno un crollo dell’11,5% delle imposte indirette nel 2020, c’è proprio quella dovuta al calo delle entrate da giochi per effetto della sospensione delle attività durante il periodo di lockdown. È quanto emerge dalla nota di aggiornamento del Documento di Economia e Finanza all’esame del Consiglio dei Ministri di quest’oggi.
La decisione della scorsa primavera di non inserire il gioco pubblico nella lista delle attività che hanno gradualmente riaperto ha di fatto comportato una penalizzazione del sistema concessorio del gioco legale, causando un danno alle imprese sul territorio e finanze pubbliche e di liquidità al settore. Una misura controversa che nasce dall’equivoco di considerare le attività dei giochi assimilabili a quelle dei luoghi ad alto afflusso pubblico, come le discoteche. Una chiusura in realtà ingiustificata dal punto di vista sanitario, considerate le modalità d’uso dei dispositivi, più simili alle attività commerciali al dettaglio, e le stringenti misure di contrasto alla diffusione del Covid-19 adottate presso le sale e gli ambienti di gioco della rete dei concessionari.
Altri rischi da non sottovalutare sono quelli legati alla criminalità organizzata e al gioco illegale, sottolineati a suo tempo dal capo della Polizia Franco Gabrielli. Nel un documento, inviato all’Interpol da Gabrielli, si legge che “la chiusura delle sale giochi e l’interruzione delle scommesse sportive e dei giochi gestiti dai Monopoli di Stato potrebbero aumentare il ricorso al gioco d’azzardo illegale online così come la pirateria, con l’utilizzo di dispositivi illegali per avere accesso a contenuti multimediali offerti a pagamento da operatori privati”. La pandemia ha quindi indirizzato i giocatori verso siti di gioco illegali e clandestini che si sono sostituiti allo Stato. Siamo quindi di fronte ad una duplice problematica: da un lato la proliferazione di attività criminali, dall’altro la perdita di fondi essenziali per l’Erario, necessari per finanziare gli ammortizzatori sociali di primaria importanza nel periodo di crisi che stiamo vivendo.
“In questo contesto – conclude Geronimo Cardia Presidente di ACADI aderente a Confcommercio - e con le difficoltà di mettere e mantenere a terra i punti per la nota questione territoriale dei limiti orari e dei distanziometri espulsivi, diventa sempre più importante adottare senza indugi misure coraggiose di protezione, salvaguardia e messa in sicurezza del sistema pubblico concessorio di gioco, con il riconoscimento di sostegni straordinari economico-finanziari al pari di altri settori e con proroghe misurate delle concessioni in scadenza, nelle more dell’adozione del voluto da tutti, promesso ma ancora non adottato riordino”